renzi toghe

“DOPO L’ESTRATTO CONTO DI RENZI PUBBLICATO DAL FATTO, PROSSIMAMENTE TROVEREMO LE SUE FOTO IN BAGNO” – ANCHE IL MELONIANO CROSETTO SCENDE IN CAMPO PER DIFENDERE RENZI DOPO CHE "IL FATTO" HA PUBBLICATO IL CONTO CORRENTE DI MATTEUCCIO E I SUOI FINANZIATORI (DAL GIORNALE COREANO AI SAUDITI) - "IL GIORNALE": SE È STATO FINANZIATO ILLECITAMENTE LO STABILIRÀ LA MAGISTRATURA, MA NEL FRATTEMPO RENZI VIENE LAPIDATO CON LE STESSE CARTE DEL FASCICOLO OPEN CON ARGOMENTI CHE NEANCHE SONO OGGETTO DELL'INCHIESTA - E RENZI: “ORA QUERELO”

 

Massimo Malpica per il Giornale

 

matteo renzi

Se è stato finanziato illecitamente lo stabilirà la magistratura, ma nel frattempo Matteo Renzi viene lapidato con le stesse carte del fascicolo dell'inchiesta Open, con una meticolosità senza precedenti e, spesso, con argomenti che nemmeno sono oggetto dell'indagine della procura fiorentina che ipotizza come la fondazione Open fosse stata utilizzata illecitamente per finanziare la corrente dell'ex premier.

 

È il caso delle dichiarazioni dei «big» del Pd chiamati dai pm a raccontare che cosa sapessero di Open, i cui verbali sono stati riportati ieri dal Corriere della Sera. Dall'ex segretario Pier Luigi Bersani all'ex tesoriere Antonio Misiani, passando per Rosy Bindi, Maurizio Martina e Matteo Orfini, più che notizie di reato finiscono nei faldoni della procura di Firenze accuse politiche, come nel caso di Bersani che mette nero su bianco come la componente renziana fosse interessata, nella sua scalata al Partito democratico, a «tagliarne le radici della sinistra storica, politica e sindacale».

 

bersani renzi

I volti noti dem, spesso ostili all'ex sindaco di Firenze, alzano le mani e scuotono la testa quando si tratta di dichiarare se fossero a conoscenza di finanziamenti diretti a Open da parte di parlamentari fedeli a Renzi, ma sono piuttosto loquaci nel criticarne la linea politica come appunto Bersani o nel giustificare il crollo dei finanziamenti privati al Pd con gli scandali che avevano travolto il partito, da Lusi a Mafia Capitale.

 

Ma dal fascicolo dell'inchiesta toscana saltano fuori anche i conti correnti, che finiscono passati al setaccio sul Fatto quotidiano, un destino che non era toccato in sorte nemmeno a Silvio Berlusconi.

 

matteo renzi a new york

I movimenti avere di Renzi tra 2019 e 2020 vengono snocciolati uno dopo l'altro e messi sotto la lente d'ingrandimento, dai compensi per gli speech agli incarichi retribuiti con la Stanford University, fino al già noto bonifico da 20mila euro ricevuto da Piero Pelù a febbraio 2020 e relativo a una conciliazione tra il cantante e Renzi per far ritirare una querela per diffamazione presentata dal politico dopo che, nel 2014, Pelù dal palco del concertone del Primo maggio aveva definito l'allora premier «non eletto» e vicino alla massoneria.

 

 

 

 

ECCO CHI PAGAVA I DISCORSI DI RENZI

ANTONELLA MOLLICA,VALENTINA MAROTTA per il Corriere della Sera

 

L'Arcobaleno Tre di Lucio Presta e l'Algebris, società di gestione di risparmio globale di Davide Serra. Ma anche la Celebrity Speakers Ltd (dal sito «agenzia leader a livello mondiale»), il ministro delle Finanze e la Commissione per il turismo dell'Arabia Saudita. La casa editrice svizzera che pubblica il giornale economico Verlag Finanz und Wirtschaft Ag e il principale quotidiano coreano Chosun Ibo . Sono solo alcune delle società che, tra il 2016 e il 2018, hanno sborsato fino a oltre 2 milioni e mezzo di euro (per la precisione 2.644.142,48 euro) per un discorso di Matteo Renzi.

 

matteo renzi 1

Attività legittima, che non è oggetto di indagine. Ma tutti i versamenti sono elencati negli atti dell'inchiesta della Procura di Firenze sulla Fondazione Open, la «cassaforte» che avrebbe finanziato la scalata dell'allora sindaco di Firenze alla presidenza del Consiglio dei ministri. Secondo il procuratore aggiunto Luca Turco e il pm Antonino Nastasi, Open avrebbe agito come un'articolazione di partito, raccogliendo finanziamenti utili a sostenere l'attività dell'allora premier. E lui reagisce: «Prendo atto della violazione reiterata di precetti costituzionali e di norme di legge nel silenzio di larga parte della pubblica opinione».

 

matteo renzi 2

E conferma il proprio impegno per ottenere giustizia sia in sede civile che penale. Secondo l'accusa Open era come un bancomat, «una cassa spesa, una creatura simbiotica con Renzi» l'ha definita il tribunale del Riesame di Firenze nel provvedimento che ha confermato per la terza volta il sequestro dei documenti all'imprenditore Marco Carrai. Sempre dagli atti delle indagini emerge che la spesa più importante è quella sostenuta per le «Leopolde»: 358 mila euro nel 2014, 496 mila euro nel 2015. Per le primarie e il ballottaggio per la nomina del candidato premier della coalizione del centrosinistra nel 2012, si spendono 90 mila euro, che comprendono anche la «festa dei volontari per Matteo Renzi», con tanto di servizi di catering e baby parking. Ma c'è di più.

 

matteo renzi

Tra il 2019 e il 2020 Renzi gira il mondo per conferenze pagate non meno di 15 mila euro. La Guardia di finanza elenca «la Invest Industrial di Andrea Bonomi (25 mila) e la società di private equity 21 Investimenti Sgr di Alessandro Benetton (19 mila)». Oltre 507 mila euro vengono accreditati in due anni dalla Celebrity Speaker Ltd, «società di global speaker del Regno Unito», per svariati interventi. Altri 44 mila euro dalla Vbq Limited, «società global speaker Regno Unito», e 83 mila euro dalla This is spoken Ltd, altra società di consulenza britannica. Il produttore Lucio Presta versa 653 mila euro per il documentario televisivo «Firenze secondo me» e su questo indagano i magistrati romani che ipotizzano un finanziamento illecito. Quasi 44 mila provengono dal ministero delle Finanze di Mohamed Bin Salman, altri 40 mila dalla «Saudi Commission For Turism».

LAWRENZI D'ARABIA

 

Emolumenti che si aggiungono ai circa 80 mila euro - non riportati nel documento - che Renzi percepirebbe dalla sua partecipazione al board della fondazione saudita Future Initiative Investment. Se 64 mila euro sono arrivati dalla banca Usa Interaudi Bank, 25 mila li ha versati l'istituto di credito svizzero Julius Baer International. Mentre 29 mila euro li avrebbe versati il «Chosun Ilbo», il «principale quotidiano coreano». Renzi gira il mondo e non bada a spese. Nel 2018 viene invitato a Washington per i cinquanta anni dall'omicidio di Robert Kennedy. All'amico imprenditore Vincenzo Manes chiede: «C'è qualche tuo amico riccone che viaggia dopo le 18 verso Washington? È una figata storica parlare a Arlington, ricordando Bob Kennedy».

 

MATTEO RENZI – INTERVISTA CON BIN SALMAN LUCIO PRESTA E MATTEO RENZI

Manes propone di chiedere a Marchionne e all'ex segretario di Stato di Clinton, Kerry. Renzi è secco: «No, lascia stare, sembriamo morti di fame». Alla fine il conto viene addebitato a Open. «Non abbiamo alternative», dice Renzi in un messaggio intercettato. Così il 5 giugno, secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Guardia di Finanza, Open firma il contratto per noleggiare il jet per gli Usa. In cassa ci sono solo 6 mila euro. «134,900??? Ma ha perso la testa?» scrive in un sms Alberto Bianchi l'allora presidente della Fondazione a Luca Lotti. Che risponde: «Non ho parole. Gli ho detto che senza copertura non si può». Alla fine però il finanziamento arriva dall'imprenditore parlamentare Pd Gianfranco Librandi. E il senatore vola negli States.

matteo renzi lucio prestamatteo renzi mohammed bin salmanmatteo renzi lucio prestaMATTEO RENZI E LUCIO PRESTA DURANTE LE RIPRESE DELLA DOCUFICTION SU FIRENZEcrosetto a piazzapulita 21lotti renzi letta

 

crosetto a piazzapulita 19

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”