Federico Capurso per “la Stampa”
nicola morra foto di bacco (1)
Fosse arrivato in un altro momento, forse, l'invito rivolto da Nicola Morra a tutti i parlamentari M5S per discutere dell' identità del Movimento (una trentina i partecipanti), sarebbe stato accolto diversamente. Invece, in molti saltano sulla sedia leggendo nell'iniziativa del presidente della commissione Antimafia il tentativo di sfidare apertamente Luigi Di Maio. Altrettanti, per lo stesso motivo, ne tessono le lodi. D'altronde, però, non si ricorda un clima peggiore nel Movimento.
Lo scollamento tra le tante parti del partito è totale. I deputati da due mesi non riescono ad eleggere il loro capogruppo, dilaniati dalle faide interne e da una macchina del fango che ha colpito tutti. A palazzo Madama la situazione non è meno complessa. C'è chi lavora silenziosamente alla costituzione di un nuovo gruppo, con chi è già uscito e con chi uscirà nei prossimi mesi dai Cinque stelle. E due senatori, Elena Fattori e Ugo Grassi, hanno già le valigie in mano.
Quando Morra scrive su Facebook le ragioni della sua convocazione a San Macuto è già troppo tardi. «Nessuno spirito sovversivo», dice il senatore M5S, che a La Stampa aggiunge di voler solo «tornare a guardare il mondo con gli occhi di Beppe Grillo, con quella stessa curiosità e amore per il futuro. Dobbiamo tornare ad essere quelli che indicano agli altri una strada, una direzione». Intorno a lui, però, le prospettive offrono sfaccettature diverse.
«Speriamo di voltare pagina», dice il senatore Mario Giarrusso, da sempre critico nei confronti della leadership di Di Maio, arrivando a San Macuto. Anche per il deputato Andrea Colletti «è sempre positivo aprire uno spazio di discussione ed è un bene che lo faccia Morra, se non lo vuole fare Di Maio».
C' è anche chi non è andato, come il senatore Emanuele Dessì, che condivide gran parte delle critiche avanzate in questi mesi da Morra ai vertici pentastellati, «ma non mi è piaciuto il metodo, perché finisce per essere divisivo. Abbiamo delle assemblee tutti i martedì, potevamo parlarne lì. Il problema, semmai, è che quando viene Di Maio a quelle assemblee e noi potremmo dirgli cosa non ci piace, siamo solo in 45 senatori su 106».
Di Maio non è preoccupato e con Morra i contatti sono costanti, anche per parlare delle prossime regionali in Calabria. Di certo, però, avrebbe preferito altre modalità di confronto.
In molti non sono andati all' iniziativa a San Macuto, soprattutto deputati, perché alla Camera, nel frattempo, era stata indetta un'assemblea per discutere dell'ennesima fumata nera arrivata ieri per l'elezione del capogruppo.
Si ammette ormai senza imbarazzo che la competizione, a settembre definita uno «splendido esempio di democrazia interna», ha messo invece in moto una macchina del fango tra i candidati che ha finito per spaccare in due il gruppo. A palazzo Madama, nel frattempo, Elena Fattori annuncerà il suo addio, domani, al Movimento 5 stelle. Ci sta ancora pensando, invece, Ugo Grassi, che si sfoga: «I Cinque stelle mi hanno deluso. Hanno usato tanti di noi, tra professori universitari e professionisti stimati, per raccogliere consenso alle elezioni nel ceto moderato. Poi, una volta arrivati in Parlamento, ci hanno scaricati senza mai ascoltarci».