lenaig bredoux pegasus

“HANNO SPIATO TUTTO: CONTATTI, FOTO, EMAIL, MESSAGGI” – LO SCANDALO “PEGASUS” SI ALLARGA: NELLA LISTA DEI “CONTROLLATI” CI SONO ANCHE ALCUNI GIORNALISTI FRANCESI, SPIATI DAL GOVERNO DEL MAROCCO. TRA LORO LENAIG BREDOUX DI “MEDIAPART”: “NON SAI CHE COSA FARANNO DELLE INFORMAZIONI, NON SAI CHE COSA HANNO IN MANO ESATTAMENTE, NON SAI CHI HA ORDINATO DI METTERTI SOTTO SORVEGLIANZA. NON SONO COMPLOTTISTA MA…” – LA PROCURA DI PARIGI HA APERTO UN’INCHIESTA, INTANTO L’UE GIOCA ALLO SCARICABARILE CON L'UNGHERIA…

VIKTOR ORBAN SPIONAGGIO

1 - SPIONAGGIO: PEGASUS, APERTA INCHIESTA IN FRANCIA

(ANSA) - PARIGI, 20 LUG - Un'inchiesta è stata aperta in Francia nel quadro del caso Pegasus sullo spionaggio dei giornalisti: è quanto riferisce la procura di Parigi. (ANSA).

 

2 - «OLTRE 300 SORVEGLIATI DA ORBÁN» VON DER LEYEN: SE VERO INACCETTABILE

Francesca Basso per il "Corriere della Sera"

 

COVER DEL GUARDIAN SUI GOVERNI CHE SPIANO I CITTADINI CON PEGASUS

Reazioni indignate ovunque. Il caso Pegasus, l'inchiesta giornalistica condotta da 16 giornali legati alle ong Forbidden Stories e Amnesty International, che ha preso il nome dal software israeliano della società NSO usato in modo illegale da diversi governi in tutto il mondo, tra cui l'Ungheria nella Ue, per spiare migliaia di giornalisti, attivisti per i diritti umani, politici, autorità religiose, ha scatenato reazioni di condanna.

 

Per la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, «deve essere verificato, ma se è così è completamente inaccettabile. Sarebbe contro qualsiasi regola: la libertà della stampa è uno dei valori fondamentali dell'Ue. Sarebbe assolutamente inaccettabile se fosse così».

 

La «democrazia illiberale» di Viktor Orbán è tra gli 11 Paesi coinvolti: Arabia Saudita, Azerbaigian, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, India, Kazakistan, Marocco, Messico, Ruanda e Togo.

 

szabolcs panyi

Oltre ai giornalisti Szabolcs Panyi e András Szabó della testata Direkt36 , anch' essa parte del team investigativo, che sono stati effettivamente spiati, sono finiti nella lista János Bánáti, presidente dell'Ordine degli avvocati ungheresi insieme ad altri dieci avvocati e György Gémesi, sindaco dell'opposizione della cittadina di Gödöll, Zoltán Varga, proprietario del Central Media Group e l'economista Attila Chikán, ex ministro del primo governo di Viktor Orbán e ora voce critica nei confronti del leader magiaro.

 

Il figlio e uno dei confidenti più stretti dell'ex oligarca Lajos Simicska. Il Washington Post , che ha partecipato all'inchiesta, riferisce che oltre 300 numeri di telefono ungheresi, collegati a giornalisti, avvocati, uomini d'affari e attivisti, sono apparsi nell'elenco che includeva i numeri selezionati per la sorveglianza dai clienti della NSO, ma non è chiaro quali siano stati effettivamente spiati.

viktor orban ursula von der leyen 1

 

I deputati dell'opposizione ungherese hanno chiesto un'inchiesta parlamentare. Il governo nega ogni coinvolgimento. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha detto che «il governo non è a conoscenza di questo tipo di raccolta dati», aggiungendo che «non è stata instaurata alcuna collaborazione con i servizi di intelligence israeliani». Se il coinvolgimento di Budapest fosse confermato sarebbe un altro episodio gravissimo di mancato rispetto dello Stato di diritto.

 

rahul gandhi

Ma un portavoce della Commissione ha spiegato che il compito di controllare non è di Bruxelles: «Le autorità nazionali - ha detto - hanno il dovere di vigilare sui diritti alla privacy e sulla libertà dei media».

 

Oggi la Commissione presenta il rapporto annuale sullo Stato di diritto nell'Ue e Ungheria e Polonia saranno tra gli osservati speciali. Sono emersi nuovi dettagli anche su Messico, Ruanda e India.

 

Il Guardian ha riferito che nell'elenco degli spiati sono presenti 50 persone vicine al presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, tra cui la moglie e i figli, e Carine Kanimba, figlia di Paul Rusesabagina, l'attivista ruandese imprigionato che ha ispirato il film «Hotel Rwanda». Nella lista anche Rahul Gandhi, il principale rivale politico del primo ministro indiano Narendra Modi. I Paesi coinvolti si chiamano fuori. Il Marocco ha definito «false» le informazioni emerse dall'inchiesta. Anche l'India ha negato qualsiasi coinvolgimento.

 

3 - «IO SPIATA QUASI PER CASO DALLE FOTO CON I FIGLI FINO AL CONTO IN BANCA HANNO PRESO DI TUTTO»

edwy plenel

Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

 

«Sono stata avvisata qualche settimana fa da Forbidden Stories che due giornalisti di Mediapart , io e il direttore Edwy Plenel, eravamo stati bersaglio dei servizi del Marocco attraverso Pegasus. Abbiamo accettato di dare i nostri telefonini al Security Lab di Amnesty International a Berlino perché facessero un'analisi tecnica.

 

È venuto fuori che Plenel è stato messo sotto controllo per due mesi nel 2019, e io per quindici mesi, da fine febbraio 2019 a fine maggio 2020. Hanno spiato non solo le telefonate, ma tutto il contenuto del telefonino. Contatti, foto, email, messaggi WhatsApp, tutto». Lénaïg Bredoux, quarantenne gender editor del giornale online Mediapart , è tra le oltre 50 mila persone vittime del software Pegasus nel mondo.

 

Perché lei è stata spiata?

PEGASUS NSO GROUP

«Questo è un aspetto interessante, non banale. Ci sono due livelli: lo spionaggio per motivi evidenti, di uno Stato ai danni di suoi oppositori. Per esempio quello dell'Arabia Saudita ai danni dei famigliari del giornalista Jamal Khashoggi. E poi il secondo livello, più vasto e forse più preoccupante per tutti, in cui i motivi sono più opachi.

 

Nel mio caso, sono una cittadina francese spiata dal governo del Marocco, circostanza gravissima da un punto di vista diplomatico. I motivi possono essere diversi: forse perché nel 2015 ho scritto una serie di articoli su Abdellatif Hammouchi, l'uomo forte dell'intelligence marocchina. O forse perché nel febbraio 2019 ho seguito un processo per violenze sessuali, tema molto seguito dal regime di Rabat perché lo usa talvolta per incastrare gli oppositori».

 

Sa chi ha ordinato l'intrusione?

«No, e questo è uno degli aspetti stressanti del ritrovarsi spiati. Non sai che cosa faranno delle informazioni, non sai che cosa hanno in mano esattamente, non sai chi ha ordinato di metterti sotto sorveglianza e non sai per quale ragione precisa. Su larga scala, diventa una forma di arbitrio e di intimidazione».

lenaig bredoux

 

Pensa che questo aspetto possa mobilitare l'opinione pubblica? Del software Pegasus si sapeva. Il salto di qualità, stavolta, sembra essere l'enorme quantità di persone coinvolte.

«Non sono complottista ma credo che una vicenda come questa debba spingere tutti a porsi questioni sulla riservatezza dei dati. La quantità di informazioni rubate è enorme: uno Stato malintenzionato può utilizzare quando vuole, per motivi che non possiamo sospettare, le foto dei bambini o i dati del conto bancario».

 

È possibile che siate i mezzi per arrivare ad altri?

lenaig bredoux

«Certo. È possibile che siamo i cavalli di Troia per nuocere magari a colleghi giornalisti marocchini. Ma più in generale, come dice Laurent Richard, fondatore di Forbidden Stories, questo scandalo permette di vedere il volto ordinario di tanti spiati: persone finite dentro le liste magari perché un giorno hanno incontrato qualcuno.

 

Accanto a oppositori, giornalisti, militanti per i diritti dell'uomo, ci sono persone comuni che magari non hanno scelto di correre i rischi legati al condurre un'inchiesta. Nessuno è al riparo».

viktor orban ursula von der leyen

 

Che cosa farà adesso?

«Con il direttore Plenel abbiamo presentato denuncia davanti al procuratore della Repubblica di Parigi».

 

Segni di solidarietà dalle autorità francesi?

«Niente, per ora, che io sappia. Il Marocco, Paese alleato, che spia cittadini francesi in Francia. L'imbarazzo è enorme».

lenaig bredoux andra??s szabo?? IL SOFTWARE PEGASUS IL SOFTWARE PEGASUS edwy plenel

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...