mario draghi spritz

“IO AL QUIRINALE? GUARDI, LE DICO SOLTANTO CHE NON HO MAI BEVUTO SPRITZ ALL'APEROL, NON MI PIACE PROPRIO, L'HO SEMPRE PRESO AL CAMPARI” - DRAGHI EVITA LE DOMANDE SULLA SUA ELEZIONE AL COLLE E SGONFIA LE “RIVELAZIONI” DEL SUO BARISTA (“SUA MOGLIE MI HA DETTO CHE SÌ, SICURAMENTE DRAGHI FARÀ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA”) - SE LA DISCUSSIONE SUL QUIRINALE E’ APPESA ALLE RIVELAZIONI DEL BARISTA, VUOL DIRE CHE E’ IL NOSTRO E’ PROPRIO UN PAESE DA OSTERIA…

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

mario draghi serena cappello.

Può suonare strano che, appena uscito dalla conferenza stampa con Macron, Merkel e i vertici della Libia, Draghi si sia fermato a scherzare su un tema scivoloso come il suo destino tra Palazzo Chigi e il Quirinale. E può sorprendere che il premier lo abbia fatto distillando nello stesso metaforico bicchiere il suo aperitivo preferito, le bizze del barista sotto casa e l'umore di sua moglie Serenella. È da qui che bisogna partire per capire la non-strategia del capo del governo sulla partita che più agita i partiti e tormenta gli inquilini di Palazzo Chigi.

 

mario draghi con la moglie serena cappello

La premessa è l'intervista che il titolare del bar Pagaroma, che si trova di fronte alla maison di Draghi, ha rilasciato a Un giorno da pecora. I conduttori chiedono ad Antonio Proietti se il premier farà il capo dello Stato e il barista risponde con la confidenza che gli avrebbe fatto la consorte del presidente, Maria Serena Cappello: «Mi ha detto che sì, sicuramente suo marito farà il presidente della Repubblica. Me lo ha detto un po' sconsolata, perché saranno molto impegnati. Di solito stavano sempre a Città della Pieve, ma andando al Quirinale sarà più complicato».

 

Mario Draghi con la moglie Serena Cappello

È alla «rivelazione» del barista che Draghi risponde sul tappeto rosso, un minuto dopo aver salutato Macron, davanti alla sagoma art déco della Maison de la Chimie: «Io al Quirinale? Guardi, le dico soltanto che non ho mai bevuto spritz all'Aperol, non mi piace proprio - risponde il premier ridendo di gusto - L'ho sempre preso al Campari». Ma andrà al Colle o no? «Sul resto mi han spiegato che è tutta una montatura del giornalista». Però bella, come montatura... «Beh, insomma!».

 

mario draghi con la moglie serena

 E qui Draghi, tra il perplesso e il divertito, augura buon lavoro e sale in auto, magari ripensando alle parole del «suo» barista: «Prima di diventare premier, Draghi veniva per colazione e anche a fare l'aperitivo, gli piace lo spritz Aperol, a volte ne beveva anche un paio, insieme ai classici stuzzichini». E qui tutto torna, qui si capisce che nella formula a bassa gradazione alcolica e ad alto tasso politico usata da Draghi non c'è nulla di casuale. Lui non dice che al Colle non vuole andarci né che intende andarci e lascia che il dilemma resti tale. Il silenzio che sta assordando i partiti sembra destinato ad aumentare, almeno fino a Natale.

 

Raccontano fonti di governo che Draghi non abbia ancora preso una decisione e non batterà un colpo prima che sia stata approvata la legge di Bilancio. Solo a quel punto si porrà formalmente il tema di un patto di sistema che salvi la legislatura, si confronterà con il presidente Mattarella e con i segretari delle forze politiche. Se fino ad allora eviterà di rispondere nel merito e lascerà correre ricostruzioni di ogni sorta e colore, è perché non vuole concorrere al caos, non vuole partecipare al gioco di chi non si fa scrupoli di minare la stabilità del Paese.

maria serena draghi

 

Non ha smentito la suggestione di Giorgetti, che lo vedrebbe sul Colle più alto per inaugurare un «semipresidenzialismo di fatto» e non ha reagito ai retroscena che lo descrivono irritato per l'atteggiamento dei partiti. A sentire i collaboratori del premier, l'ira di Draghi verso le mosse in ordine sparso di Conte, Salvini, Letta e Berlusconi è «tutto gossip».

 

Semmai, il presidente è preoccupato per lo scarso senso di responsabilità mostrato dalle forze politiche su un tema istituzionale delicato e cruciale. «Se tutto va in malora, ad agosto la Ue non ci darà la seconda tranche di miliardi legati al Pnrr», è il timore di un ministro, che invita a mettere a fuoco lo scenario di un Parlamento balcanizzato e di un voto segreto in mano ai franchi tiratori: «Se troppe votazioni per eleggere il capo dello Stato vanno a vuoto, la maggioranza di Draghi non c'è più e si va a votare».

 

maria serena draghi

Con il virus che ha ripreso a correre l'Italia ha bisogno di stabilità, non di lotte intestine tra i partiti. Questo il pensiero fisso del presidente, la cui bussola è il Pnrr e non il suo trasloco al Quirinale. Non è mai successo che un premier si sia candidato a capo dello Stato e non sarà certo lui il primo. Non farà il regista di se stesso, non ha in mente altra strategia che non sia «fare l'interesse del Paese». Ma cercherà di impedire che le forze politiche, continuando a procedere in ordine sparso, buttino sul tavolo di Palazzo Chigi il risiko del Quirinale.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…