“IL PROBLEMA NON È MATTEO CHE SI È IMPUNTATO SUL VIMINALE, È GIORGIA CHE NON TROVA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA” – SI COMINCIA BENE: IL CENTRODESTRA ANCORA NON GOVERNA E GIÀ LITIGA. COME PENSANO DI RIUSCIRE A DURARE A PALAZZO CHIGI? – SALVINI E BERLUSCONI SONO INSOFFERENTI: HANNO PAURA DI RIMANERE FUORI DAI POSTI CHE CONTANO. LA PREMIER IN PECTORE È PREOCCUPATA E MALEDICE IL GIORNO IN CUI QUEI DUE MAL-DESTRI, INSIEME A CONTE, HANNO FATTO CADERE DRAGHI…

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Francesco Olivo per “La Stampa”

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

La pressione è forte e Giorgia Meloni è costretta a mettere un freno: «Lasciatemi lavorare». Quelli che le starebbero ostacolando il lavoro, assai improbo, di formare una squadra di governo sono gli alleati. Un motivo dicono di averlo: Lega e Forza Italia si sentono messe da parte da una trattativa di cui non riescono a cogliere punti fondamentali.

 

La premier in pectore resta chiusa nella sua stanza al sesto piano di Montecitorio e lascia trapelare poco, suscitando grande agitazione. Le rare notizie filtrate dai suoi sono state motivo di ira: tanto che, secondo quanto ha ricostruito il Foglio, Meloni sarebbe persino uscita dalla chat di WhatsApp dei parlamentari.

 

MURALE SALVINI MELONI BERLUSCONI A ROMA MURALE SALVINI MELONI BERLUSCONI A ROMA

La Lega manda messaggi molto secchi: «Il problema non è Matteo che si è impuntato sul Viminale, ma è Giorgia che non trova il ministro dell’Economia», dice una fonte di via Bellerio. Il Carroccio chiede alla presidente di Fratelli d’Italia di agire più velocemente. Salvini lo fa a modo suo, snocciolando ministeri che, a suo dire, potrebbero spettare alla Lega.

 

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L’ultimo in ordine di tempo è quello della Famiglia «e della Natalità», come ha spiegato lui stesso ai militanti leghisti nell’incontro di Saronno di giovedì sera. Per la Lega sarebbe un posto chiave dal quale portare avanti le proprie battaglie identitarie, specie in un governo che rischia, è il timore di molti nel partito, di apparire schiacciato sui «dogmi europeisti» e quindi poco caratterizzato a destra.

 

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In corsa ci sarebbero Alessandra Locatelli, che questo ruolo lo ha ricoperto in passato e ora è assessore alla Famiglia e alla Disabilità della Regione Lombardia, ed Erika Stefani ministro uscente. Molte meno chance per Simona Baldassare, eurodeputata e responsabile del Dipartimento famiglia della Lega, esponente del movimento «pro-life», in prima fila contro il Ddl Zan.

 

Baldassarre nega di essere stata contattata: «Apprendo da voi di questa candidatura e sono a disposizione del partito. La mia figura è divisiva? No, mi sono battuta sempre per la vita e la difesa delle giovani ragazze che vogliono portare avanti la gravidanza ma, come hanno detto i leader, nessuno mette in discussione la 194, ma si applichi tutta».

 

salvini meloni berlusconi piazza del popolo 5 salvini meloni berlusconi piazza del popolo 5

Resta aperta la questione Viminale. Salvini fa sapere che «non ci sono veti contro di me». Le resistenze in realtà sono forti, il segretario ne è consapevole e quella di ieri è una mossa per stanare i suoi critici. Come per dire: «Ditemi in faccia perché non posso tornare al ministero dell’Interno». Insistere è fondamentale per poi chiedere delle compensazioni. I piani alternativi del leader leghista restano l’Agricoltura e le Infrastrutture e Trasporti, quest’ultimo dicastero ha la competenza sui porti e la guardia costiera, un posto chiave per le campagne anti immigrati. Per avere una lista di ministri completa passeranno ancora alcuni giorni, prima c’è un’altra scadenza: la scelta dei presidenti delle Camere.

 

SALVINI - MELONI - BERLUSCONI BY GIANNELLI SALVINI - MELONI - BERLUSCONI BY GIANNELLI

Il duello principale, a oggi, si svolge al Senato: Fratelli d’Italia vuole Ignazio La Russa, mentre la Lega chiede con molto forza di votare Roberto Calderoli. In questo modo, di fatto, Salvini toglie il suo appoggio a Giancarlo Giorgetti, indicato da molti come presidente della Camera (la Lega non può di certo guidare le due assemblee), lasciando il posto a Fratelli d’Italia (c’è l’ipotesi Francesco Lollobrigida, che però dovrebbe restare capogruppo).

 

Ma per FdI la guida di Palazzo Madama è strategica e Calderoli potrebbe tornare a fare il ministro per gli Affari regionali. In questa partita non dovrebbe entrare Forza Italia, anche perché Antonio Tajani ha detto di non essere interessato a presiedere l’aula di Montecitorio. Per lui si rafforza l’ipotesi Farnesina. Mentre Licia Ronzulli resta al centro di uno scontro: FdI denuncia una pressione eccessiva di Silvio Berlusconi per imporre la fedelissima.

salvini meloni berlusconi piazza del popolo 3 salvini meloni berlusconi piazza del popolo 3

 

Il braccio di ferro si potrebbe concludere assegnandole il ministero del Turismo. Gli azzurri continuano a credere di poter inserire nella lista Francesco Paolo Sisto, destinato alla Giustizia. L’avvocato barese nei giorni scorsi ha visto Guido Crosetto, ma la strada verso via Arenula è ricca di ostacoli: «È opportuno nominare un legale di Berlusconi? », si chiedono in FdI. Meno impervio il percorso di Adolfo Urso, nonostante l’attivismo di alcune alte sfere militari dentro al ministero. Alla Cultura spunta il nome dello storico Giordano Bruno Guerri.

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