LETTA SI IMPANTANA SUL REBUS CAMPIDOGLIO: FRENA GUALTIERI E ASPETTA ZINGARETTI O SASSOLI - LA SCELTA RINVIATA AD APRILE, POI LE PRIMARIE. MA ENRICHETTO VUOLE UN CANDIDATO UNITARIO CON IL M5S DI CONTE "INFASTIDITO" DAI CONTINUI ENDORSEMENT DI GRILLO IN FAVORE DELLA RAGGI – SCELTI I VICE, TINAGLI E PROVENZANO, PER BLANDIRE LE CORRENTI, C'E' UN’ALTRA GRANA PER IL SEGRETARIO: I CAPIGRUPPO - LA CIRINNA’: "CI VUOLE ALMENO UNA DONNA…"

-

Condividi questo articolo


Carlo Bertini per "la Stampa"

 

gualtieri letta gualtieri letta

«Ormai è un'altra storia» ripete Enrico Letta: e ogni sua azione di questi primi giorni di segreteria è all'insegna del «tutti se ne devono rendere conto». Di qui il «fermate le macchine a Roma», con lo stop alla candidatura di Roberto Gualtieri, e il congelamento delle operazioni in tutte le altre città; di qui la nomina dei vice, Irene Tinagli e Giuseppe Provenzano, «scelti da solo».

 

E di qui il ventilato (e non indolore) ricambio dei capigruppo di Camera e Senato: dove martedì il segretario esordirà nelle due assemblee di deputati e senatori «e non è scontato che i due restino», assicurano i suoi. Anche se i capigruppo non si dimetteranno, rientrando a pieno titolo «negli 890 che hanno votato il segretario»:

 

zingaretti letta zingaretti letta

se Letta forzerà per un cambio, si alzerà qualcuno per rivendicare l'autonomia dei gruppi, «un valore importante». E per difendere Graziano Delrio e Andrea Marcucci: che andrebbero del resto sostituiti a scrutinio segreto. Altro ostacolo, visti i numeri dalla loro parte. Le voci però si rincorrono.

 

«Un capogruppo donna ci vorrà», si lancia la senatrice Monica Cirinnà, caldeggiando i nomi di Laura Boldrini alla Camera e Roberta Pinotti al Senato. Debora Serracchiani, Alessia Morani, Paola De Micheli e Marianna Madia sono in corsa alla Camera. Il nuovo corso si vede anche nella nomina dei due vice. La funzione di vicario a una donna è un segnale preciso, e i due sono stati scelti con la logica della competenza e dell'esperienza istituzionale.

ENRICO LETTA MARIO DRAGHI ENRICO LETTA MARIO DRAGHI

 

E non quella del bilancino tra correnti, così ritiene Letta: anche se Provenzano, ministro uscente del Mezzogiorno, intellettuale di sinistra, studente alla Sant' Anna di Pisa, stesso ateneo del leader, è organico all'area Dems di Andrea Orlando. La sinistra zingarettiana insomma.

 

E Irene Tinagli, già «montiana» di Scelta Civica, poi nel Pd, presidente della commissione Economica a Bruxelles, fu sostenuta da Base riformista di Lorenzo Guerini e Luca Lotti nella sua elezione ad eurodeputata. Può esser dunque iscritta all'ala "destra" del partito. Letta comunque vuole imprimere subito la sua impronta.

Enrico Letta annuncia la candidatura a segretario del Pd Enrico Letta annuncia la candidatura a segretario del Pd

 

La vicenda Roma, ai suoi occhi, indica un tentativo di cristallizzare la situazione di prima. Che va smontato sul nascere. «Non è il momento di decisioni o annunci», frena dunque dopo «un incontro amichevole» con Gualtieri: anche lui «irritato» per l'accelerazione sulla sua candidatura. Frutto di una forzatura dei suoi sponsor capitolini.

 

«Ora comincia un confronto col Pd locale per arrivare a una decisione in aprile», dicono al Nazareno. Dove per Pd locale si intende soprattutto Nicola Zingaretti. Che Letta, pur senza dirlo, non dispera di veder candidato a Roma, pur fidando sulla forza di Gualtieri. E dovendo fare i conti con la variabile di Carlo Calenda. Che vedrà a breve.

 

Non solo Roma, ma tutte le altre città dove si voterà sono dossier da aprire al momento giusto. A partire da Napoli, dove già corre in totale autonomia Antonio Bassolino: mentre aleggia una candidatura di Roberto Fico, altri nel Pd locale stanno valutando il da farsi. Mentre a Torino, l'ex calciatore Marchisio attende nuovi segnali dai dem. Tutto a tempo debito.

enrico letta by carli enrico letta by carli

 

LETTA FRENA GUALTIERI: RINVIO AD APRILE, POI PRIMARIE

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

Enrico Letta ha azzerato tutto. Ha stoppato l'accelerazione sulla candidatura per Roma di Roberto Gualtieri, e non ha detto qui comando io e guai a oltrepassarmi ma ha ribadito - anche nell'incontro chiarificatore con l'ex ministro dell'Economia: i due si stimano - la sua irritazione e che «le scelte sulle città si fanno tutti insieme». Insomma «si cambia film e si cambia percorso, quello per le amministrative deve essere chiaro e senza manovre sottobanco». Si è deciso di rinviare la scelta su Roma ad aprile.

 

Tutti chiedono le primarie, alle quali lo stesso Gualtieri è disposto a partecipare, e probabilmente ci saranno appena si potrà i gazebo. Alla fine magari sarà Gualtieri e magari anche no il candidato per il Campidoglio. Mentre molti dem - per esempio Patrizia Prestipino, numero uno di Base Riformista nella Capitale e con lei tanti altri - ancora sperano di avere Zingaretti in corsa per il Comune. Ma con Raggi e Calenda in campo è difficile che Nicola tenti l'impresa.

enrico letta enrico letta

 

IL PIANO Il rinvio ad aprile serve a Letta anche nella speranza - condivisa con Conte, ormai i due sono un tandem affiatato e competitivo - di trovare con M5S un candidato comune, per fare di Roma il simbolo dell'alleanza rossogialla e di un nuovo centrosinistra allargato che i due vogliono costruire da subito. Ma la Capitale per ora è il guazzabuglio e con tre candidati nello stesso campo del centrosinistra - Raggi, Calenda, Gualtieri o chi per lui - potrebbe accadere di tutto. Perfino, secondo i più pessimisti nel Pd, il ribaltamento dello schema del Nazareno: ovvero non i voti grillini che al secondo turno convergono sul candidato dem ma viceversa quelli dem che vanno alla Raggi che arriva al ballottaggio. Abbastanza improbabile ma chissà.

enrico letta enrico letta

 

Quel che è certo è che anche Conte punta a una unità su Roma con il Pd e ieri in M5S non pochi spiegavano: «Giuseppe non apprezza i continui endorsement di Grillo in favore della Raggi e preferirebbe che lei rinunciasse alla candidatura». Ma di ritiro dell'attuale sindaca non è proprio aria e ieri Grillo è tornato a incensarla: «Massimo sostegno alla nostra guerriera Virginia Raggi!». Quanto a Gualtieri - mentre riemerge anche la carta Sassoli che a Letta piacerebbe assai ma continua a non essere percorribile per indisponibilità del protagonista - aspetta.

 

Irene Tinagli Irene Tinagli

E scrive su Facebook: «Ringrazio il segretario Letta per il lungo colloquio in piena sintonia. Entrambi siamo rimasti stupiti per le indiscrezioni su una inesistente fuga in avanti rispetto ad un percorso che richiede ancora importanti passaggi politici. Sto ancora riflettendo se dare la mia disponibilità alla candidatura». Chi invece è saldamente in campo è Calenda. Oggi Letta lo incontra. Molto difficile che lo convinca a desistere o a fare le primarie.

 

provenzano ultimo saluto a macaluso provenzano ultimo saluto a macaluso

OBIETTIVO 2023 Il centrodestra non sta messo molto meglio. Ieri in mezzo ai veti incrociati è fioccato l'ennesimo rifiuto di Bertolaso, che si dice indisponibile alla corsa capitolina. Ma riecco Letta. Insiste: «Quella di Roma sarà una partita molto importante delle elezioni amministrative di autunno, che saranno una tappa di avvicinamento alla costruzione di questa alleanza di centrosinistra e con i 5 Stelle che costruiremo in vista delle politiche del 2023». Ma prima di quell'appuntamento Intanto il Pd ribolle. E' tutto un invocare primarie-primarie-primarie. Ma a quell'appuntamento, il neo-segretario del Pd deve arrivare per forza sulla spinta di un successo alle amministrative. E per ora, siamo ancora ai chiari di luna.

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

 

ENRICO LETTA ZORO ENRICO LETTA ZORO tinagli irene tinagli irene irene tinagli a ballaro irene tinagli a ballaro MARIO DRAGHI DAVID SASSOLI MARIO DRAGHI DAVID SASSOLI carlo calenda irene tinagli 2 carlo calenda irene tinagli 2 DAVID SASSOLI ROBERTO GUALTIERI DAVID SASSOLI ROBERTO GUALTIERI enrico letta enrico letta

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…