dalema

MAI DIRE BAFFINO – MATTIA FELTRI: “SAREBBE UN FINALE TROPPO PERFETTO SE D’ALEMA, DOPO AVERE DATO DEL PRINCIPE DEI CORROTTI A CRAXI E AVERE DETTO CHE LA POLITICA NON È UN MESTIERE CON CUI ARRICCHIRSI, CHIUDESSE LA SUA CARRIERA FISCHIANDOSI I SOLDI DEI SOCIALISTI” - PAOLO GUZZANTI: “NON VORREMMO ABUSARE DELL' ESPRESSIONE ‘CROLLO DI UN MITO’, FORSE NON C' È ALCUN MITO DA FAR CROLLARE, MA DI SICURO CROLLA QUEL CHE RESTAVA MALAMENTE IN PIEDI DI UN MURO FATTO DI NOMI ORMAI PRIVI DI SIGNIFICATO E DI EGO INAMIDATO…”

MASSIMO DALEMA - FONDAZIONE DEGLI STUDI PROGRESSISTI

1 - IMBARAZZO NELLA SINISTRA "VICENDA SGRADEVOLE" "MA È UNA PERSONA ONESTA"

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

(…) Una cosa è certa: neppure una, tra le cinque fondazioni italiane collegate al Feps - l' agenzia culturale del Pse - il 30 marzo scorso ha votato contro la mozione che prevede una causa civile nei confronti di Massimo D' Alema.

 

PIERO FASSINO MASSIMO DALEMA

La maggior parte di esse ha preferito astenersi o non partecipare al voto, mentre la fondazione Socialismo guidata dall' ex senatore Gennaro Acquaviva si è espressa a favore, assieme ad altre 22 analoghe realtà europee (…).

 

(…)  La Fondazione Gramsci si è astenuta «per rispetto nei confronti di D' Alema - dice il presidente Silvio Pons - e della stessa fondazione. (…)

 

bettino craxi massimo dalema

Il Cespi, di cui fanno parte Piero Fassino e l' ex ministra Linda Lanzillotta, si sarebbe astenuto ma non c' è conferma ufficiale.

 

Così come la fondazione Italiani Europei, guidata proprio da D' Alema. E nel cui board c' è Ugo Sposetti, già tesoriere dei Ds: «Le cose scritte su di lui sono volgarità».

 

 

2 - VADO AL MASSIMO

Mattia Feltri per “La Stampa”

 

MASSIMO DALEMA GIANNI CUPERLO

No, io non ci credo. Sentite qua: la Fondazione dei socialisti europei, in cui si raccolgono le migliori fondazioni progressiste del continente, chiede indietro a Massimo D' Alema il mezzo milione di euro che, sostengono, si intascò da presidente senza averne diritto.

 

Mica uno scherzo, hanno deciso di andare dal giudice ma io non ci credo: Massimo D' Alema quei soldi non li ha presi e se li ha presi aveva il diritto di prenderseli.

 

DALEMA AL PORTO DELLA MADDALENA CON LA BARCA CHE BATTE BANDIERA INGLESE

Perché va bene tutto, va bene Palazzo Chigi trasformato nell' unica merchant bank in cui non si parla inglese, va bene Ikarus e le altre barche a vela, va bene la presidenza dell' Advisory board di Ernst&Young,

 

dalema con il suo vino

va bene la casa vinicola in Umbria e il vino venduto ai cinesi, va bene le scarpe di pelle umana, va bene i capitani coraggiosi di Telecom, va bene le affinità elettive con Monte dei Paschi, va bene Unipol che cerca di scalare la Bnl, va bene la Silk Road Global Information di cui è presidente onorario e attraverso la quale sono stati comprati i ventilatori farlocchi dalla Cina,

 

 

MASSIMO DALEMA

va bene l' animo di granito del compagno Greganti, va bene il metano di Ischia, va bene il caro amico De Bustis con la Banca 121, va bene le sale Bingo, va bene le coop, va bene le consulenze strategiche con la DL&M Advisors, va bene tutto, il vero, il verosimile e anche l' inverosimile, ma che D' Alema, dopo avere dato del principe dei corrotti a Craxi, e avere detto, sempre parlando di Craxi, che la politica non è un mestiere con cui arricchirsi, ecco, sarebbe un finale troppo perfetto anche per lui, se D' Alema chiudesse siffatta carriera fischiandosi i soldi dei socialisti.

 

MASSIMO D'ALEMA OTRICOLI PRESENTAZIONE DEL SUO VINO

3 - SFREGIO FINALE A UN'IMMAGINE GIÀ IN DECLINO

Paolo Guzzanti per “il Giornale”

 

Amareggiato: «Non hanno nemmeno voluto ascoltare il segretario dell' epoca, Stetter. Era stato lui a proporre di pagare le mie prestazioni intellettuali, che ho fatto valutare da una società. Ebbene, le mie prestazioni valgono più di quel che mi hanno dato. E alla Feps ho anche regalato un libro rinunciando ai diritti».

 

massimo dalema bettino craxi

L' uomo amareggiato è Massimo D' Alema portato davanti a un tribunale europeo da venticinque fondazioni fra cui la sua stessa creatura, «Italianieuropei» che gli chiedono indietro mezzo milione di euro che ha ricevuto dalla Feps, la Fondazione dei Socialisti Europei che raccoglie tutte le fondazioni europee della sinistra.

 

MASSIMO DALEMA SILK ROAD FORUM

È una storia intricata e ci vorrebbe molto spazio per raccontarla nei suoi dettagli burocratici e comunque è una storia che non mette in discussione la moralità dell' ex presidente del Consiglio e leader comunista. Ma è una storia paradossale e verissima: i socialisti europei, anche italiani della fondazione di D' Alema, fanno causa al fondatore perché rivogliono indietro compensi secondo loro non dovuti.

 

Ernst Stetter

In breve: Massimo D' Alema fu messo fuori dal Parlamento e dunque anche dallo stipendio parlamentare da Matteo Renzi quando rottamò la vecchia guardia. Dopo qualche anno, D' Alema accettò di ricevere un compenso annuale di circa centoventimila euro dalla Fondazione che raccoglie la sinistra europea.

 

Poi c' è stato un cambio della guardia e al vertice, è arrivato il nuovo segretario Laszlo Andor che ha fatto una verifica sulla destinazione dei fondi, che vengono direttamente dal Parlamento di Strasburgo. Ed è nata una contestazione sulla legittimità delle retribuzioni a D' Alema e la cosa finisce in tribunale con disappunto dello stesso D' Alema il quale dice di essere profondamente amareggiato e aggiunge: «Andremo in giudizio e poi sarò io a chiedere i danni».

 

MASSIMO DALEMA E MATTEO RENZI

D' Alema ha giocato la sua identità, la sua immagine, la sua permanenza in politica creando e sviluppando la Fondazione «Italianieuropei» che poi si è federata con le altre consorelle europee.

PIERO FASSINO MASSIMO DALEMA

 

L' ultima immagine fotografica mostra un uomo che ha scelto di apparire (e dunque essere) impeccabile: dal capello dal taglio agli occhiali fino ai polsini neri su camicia immacolata e cravatta blu a pois bianchi. Una uniforme concepita sulla impeccabile banalità dell' eleganza (l' eleganza maschile è fatta di non vistosità) ma certo è che questa immagine che ha di sé e laboriosamente rilanciata dopo la cacciata negli inferi, oggi soffre molto.

 

il cantiere della sinistra il dibattito virtuale di italianieuropei

Nessuno lo accusa di avere preso soldi illegali, ma di aver beneficiato di un accordo personale con l' ex segretario generale Stetter. Ma è qui che emerge la dimensione dell' ego di D' Alema il quale sostiene testualmente che la prestazione intellettuale del proprio pensiero, fatta valutare da un' agenzia specializzata in prestazioni intellettuali, ha rivelato un prodotto lordo il cui valore monetizzato è di gran lunga eccedente quello dei compensi ricevuti. Onestamente non ricordiamo un caso simile: quello di qualcuno che si rivolge ad una agenzia che misura il «rating» delle idee e ne stabilisce il valore di cambio, come una moneta, bitcoin inclusi.

ACHILLE OCCHETTO E MASSIMO DALEMA

 

D' Alema l' ha fatto e dice: vi ho dato col mio cervello più di quanto mi abbiate retribuito. E ci metto per buon peso anche un libro che ho scritto e donato senza alcun compenso. Ora toccherà al tribunale e poi al Parlamento europeo trovare una soluzione che calzi l' esatta e impeccabile immagine di D' Alema. Ma resta il fatto che quest' uomo sia chiamato davanti a un tribunale per una seccante questione di compensi contestati, dalla stessa sinistra che lui ha fondato.

 

Una insurrezione di famiglia, per di più in Europa, di entità come «Fondazione del socialismo», «Fondazione Gramsci» - la mitica sacra Fondazione Gramsci del Partito comunista italiano - «Fondazione socialista Pietro Nenni» e poi, carne della sua stessa carne, «Italianieuropei».

CENA ITALIANIEUROPEI

 

Dopo la valutazione monetaria del valore intellettuale, che è certamente una bella risorsa, non avevamo mai sentito neanche questa storia: quella di un leader della sinistra chiamato in tribunale dalla sua stessa sinistra.

 

Non vorremmo abusare dell' espressione «crollo di un mito» forse non c' è alcun mito da far crollare, ma di sicuro crolla a nostro parere quel che restava malamente in piedi di un muro fatto di nomi ormai privi di significato e di ego inamidato.

Ernst Stetter NICOLA ZINGARETTI E MASSIMO DALEMA

 

Dalema Vespa e Conte a VinitalyMASSIMO DALEMA SILK ROAD FORUM

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)