alessandro di battista davide casaleggio

MANCANZA DI “TALENTI” – VI RICORDATE DEL PORTALE DI ROUSSEAU “TALENTI” PER LE CANDIDATURE ALLE AZIENDE DI STATO? L’IDEA ERA STATA SCARTATA IN PRIMAVERA PER L’OPPOSIZIONE DEL QUIRINALE, MA ORA RICICCIA DENTRO IL MANIFESTO DI DI BATTISTA - DIETRO C’È CASALEGGIO CHE VUOLE SCIPPARE I POTERI AI MINISTRI GRILLINI. TRA TRENITALIA, CONSIP, ZECCA, RAI ECCETERA CI SONO 200 POLTRONE DA ASSEGNARE NEI PROSSIMI MESI...

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

portale dei talenti rousseau

Vuoi guidare una grande azienda di Stato o un'autorità indipendente? Candidati su Talenti, il portale di Rousseau dedicato alle nomine. L'idea - scartata già in primavera per la rivolta dei ministri del M5S e per l'opposizione del Quirinale e di Giuseppe Conte - viene rilanciata ora alla vigilia di altre importanti scelte.

 

DAVIDE CASALEGGIO E ALESSANDRO DI BATTISTA

Nascosta dentro uno dei punti del manifesto di Alessandro Di Battista, è perfettamente in asse con le richieste di Davide Casaleggio, padrone della piattaforma, oggi molto osteggiato dai parlamentari del M5S. Tra il divieto del terzo mandato per gli eletti in Parlamento e il no alle alleanze con il Pd, al punto 2 del programma che intende presentare agli Stati Generali, Dibba propone: «Le nomine ministeriali degli esponenti del M5S siano coordinate dal Movimento al fine di garantire la massima trasparenza e meritocrazia».

 

alessandro profumo foto di bacco

Per i ministri e i viceministri del M5S uno scippo di poteri in piena regola. Tre di loro si sono sfogati con la Stampa, chiedendo di rimanere anonimi, ma intenzionati a prendere posizione se la proposta dovesse formalizzarsi. Anche perché da qui ai prossimi mesi restano oltre 200 nomine pubbliche da fare, e tra le poltronissime da occupare ci sono Rfi, Trenitalia, Consip, Consap, Poligrafico Zecca dello Stato, Sogin , Gse, Rai. Con il paradosso che i candidati si troverebbero non più a interfacciarsi con i ministri ma con chi controlla Rousseau: Casaleggio.

descalzi

 

Agli occhi dei grillini con due anni di esperienza di governo, Di Battista è fermo a dieci anni fa. Nel metodo, nei contenuti, nel linguaggio. Per l'ex deputato i ministri non sono neanche da chiamare tali, ma «portavoce al governo». Lo dimostra come contro di loro abbia rincarato la dose ieri, approfittando dell'occasione della condanna a sei anni di Alessandro Profumo, per la vicenda Mps: «Profumo venne confermato lo scorso aprile alla guida dell'ex-Finmeccanica nonostante fosse sotto processo».

beppe grillo luigi di maio

 

Lo stesso, ricorda, è avvenuto per l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, «sotto processo per corruzione internazionale». «Anche per questo - conclude - abbiamo proposto che le nomine siano responsabilità di tutto il M5S e non solo dei portavoce al governo».

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

 

Di Battista fa riferimento ad aprile, perché fu allora, in piena emergenza Covid, che a diverse riunioni, in supporto a Casaleggio jr chiese di passare attraverso il Portale Talenti, anche per le nomine di delicate aziende di Stato come Eni, già blindate dal Colle. E infatti chi incontrò Descalzi? Casaleggio jr.

 

Secondo i ministri grillini, sarebbe proprio questo l'obiettivo di Davide: tornare a contare, per riattrarre su di sé un potere di relazione con aziende, boiardi e manager che dopo il primo anno di M5S al governo si è appannato. Se lo ricordano tutti l'appuntamento annuale a Ivrea, all'evento dedicato al padre Gianroberto, ingolfato di lobbisti, dirigenti pubblici e privati arrivati ad annusare quello che al tempo consideravano il vero demiurgo del M5S.

 

LAURA CASTELLI STEFANO BUFFAGNI PAOLA PISANO

Oggi non è più così e Casaleggio si trova messo alla porta dagli eletti, ai margini, tenuto lontano dalle nomine di Stato da Conte. Anche per evitare quello che secondo il premier sarebbe stato un incrocio inopportuno tra il ruolo del M5S al governo e l'interesse privato della Casaleggio Associati che nel frattempo, nel periodo di massimo fulgore, aveva collezionato consulenze, partnership, studi con aziende come Poste, Moby, Ntv, Coldiretti.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO

Per i vertici grillini, Di Battista, nella sua spasmodica difesa della coerenza, cadrebbe in contraddizione proprio su questo: perché da una parte denuncia come le «nuove forme di corruzione» arrivino «attraverso consulenze e fondazioni», dall'altra non si accorge del potenziale conflitto di interessi di Casaleggio che vuole decidere le nomine su Rousseau.

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."