renzi zingaretti di maio conte

MATTARELLA STRINGE CONTE ALLE CORDE: LO STATO DI EMERGENZA SCADRA' IL 31 LUGLIO E ''NIENTE PROROGA". SALTEREBBE IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI E IL RISCHIO DI UN AUTUNNO CALDO DIVENTEREBBE REALE. POTREBBE ESSERE RIPROPOSTO SOLO DA UN DECRETO LEGGE - IL DUELLO CONTE/ZINGA VS DI MAIO/RENZI CONTINUA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI BASSI: SE DOVESSE CADERE IL GOVERNO, IL MITOMANE CON LA POCHETTE MINACCIA DI ANDARE AL VOTO.  3. RENZI SPIFFERA: "CONTE E ZINGARETTI VORREBBERO CONVINCERMI DI ANDARE AL VOTO" - DI MAIO PREPARA LA CONTROFFENSIVA: GOVERNISSIMO CON RENZI, GIORGETTI E GIANNI LETTA 

UN GOVERNICCHIO SOTT'ODIO

https://m.dagospia.com/un-governicchio-sott-odio-zingaretti-detesta-renzi-di-maio-disprezza-conte-242297

 

STATO D'EMERGENZA, IL GOVERNO CI RIPENSA "SCADENZA IL 31 LUGLIO E NIENTE PROROGA"
Paolo Russo per la stampa
 

giuseppe conte luigi di maio

Dietrofront del Governo sulla proroga dello stato di emergenza, prima annunciata fino al 31 dicembre, poi non oltre il 31 ottobre ed ora destinata a finire questo mese.
 
Appena rientrato da Bruxelles il premier Conte incontrerà il ministro della Salute Speranza per decidere il da farsi, ma il ritorno alla normalità legislativa, con il governo che decreta e il Parlamento che approva e modifica, sembra cosa fatta.
 
Troppe voci contrarie nella maggioranza, non solo tra i renziani ma anche nelle fila dell' azionista di maggioranza dell' esecutivo, cioè il Pd di Zingaretti.

roberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conte

 
Del niet del centro destra, Forza Italia a parte, nemmeno a parlarne, ma a preoccupare è il rapporto con le Regioni, a maggioranza governate proprio dalle opposizioni. Il ministro della Salute, primo promotore della proroga, ha fiutato l' aria e ha già dato mandato ai suoi uffici di studiare come «prorogare comunque i poteri straordinari ancora indispensabili che devono essere conservati», ha detto ai più stretti collaboratori.
 
Facile a dirsi, meno a farsi, anche perché la fine dell' emergenza rischia di far cadere diverse misure attualmente in vigore.
 

roberto speranza nicola zingaretti luigi di maio giuseppe conte 4

A iniziare dal blocco dei licenziamenti, che scade appunto con lo stato emergenziale ma che, insieme ad altre misure di carattere economico e generale, potrebbe essere riproposto da un decreto legge da emanare entro fine mese.
 
Ma intanto si fa già sentire il pressing di Confindustria e delle altre associazioni di impresa, che lamentano di non reggere il calo verticale dei fatturati con l' obbligo di non ridurre gli organici.
 
Di certo, se il divieto di licenziare saltasse si profila un autunno caldo sul piano sociale ancor più che su quello sanitario.
 
A rischiare è anche il commissario straordinario Arcuri, ora non più solo incaricato di affrontare l' emergenza, ma di occuparsi di scuola.
 

DOMENICO ARCURI

La sua nomina avvenuta con Dpcm è legata appunto alla durata dello stato di emergenza e non sarà semplice rinnovare con un decreto il commissario di un' emergenza che non c' è più.
 
Sulla carta, perché poi è da Arcuri che dipende in larga parte la riapertura delle scuole a settembre.
 
Infatti, se il bando di gara per acquistare i 2 milioni di test sierologici da eseguire su insegnanti e dipendenti è partito già, altrettanto non si può dire dell' acquisto di 4 milioni di nuovi banchi "monoposto", senza i quali è impossibile riaprire le aule in sicurezza.
 
E anche i 10 milioni di mascherine al giorno che serviranno solo per la scuola sono un problema, perché è vero che la produzione made in Italy è già avviata, ma come l' esperienza del passato insegna non è detto che poi non occorra rivolgersi in fretta e in furia ai mercati esteri.

sabino cassese foto di bacco (2)

 
E passando per la Consip, anziché per le vie brevi della struttura commissariale e della Protezione civile, i tempi rischiano di allungarsi. Senza stato di emergenza, spiegano i tecnici della Salute, sarebbe difficile derogare alle norme del Codice dei contratti per appalti e acquisti, mentre a rischio sarebbero anche le conferme del personale arruolato per rafforzare l' organico sanitario in porti e aeroporti.
 

sabino cassese foto di bacco

La soluzione Nel Decreto legge che dovrebbe recuperare i vecchi Dpcm rientrerebbe anche il ricorso allo smart working.
 
Tutto il resto, dal divieto di assembramento, all' uso delle mascherine nei locali pubblici al chiuso, passando per le linee guida che dettano come gestire negozi, bar, ristoranti, palestre, fabbriche, uffici, spiagge e quant' altro, verrebbe recuperato attraverso normali ordinanze del ministro della Salute.
 
Strumento al quale fa riferimento anche un giurista del calibro di Sabino Cassese quando entra a gamba tesa contro la proroga dello stato di emergenza.
 

roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

«Che può essere ripristinato anche domani, qualora se ne verificasse la necessità, riunendo il Consiglio dei Ministri», ha ricordato una settimana fa. Nel frattempo, però, i posti di lavoro e gli acquisti per la scuola potrebbero saltare. Aprendo un' altra emergenza non meno grave di quella sanitaria.

 

 

 

 

DERBY CHIGI-FARNESINA

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

 

conte di maio

Dei due ne resterà uno solo, e in vista dell' autunno si preparano alla sfida: in caso di crisi Di Maio mira a una soluzione parlamentare, Conte punta invece a uno scenario elettorale.

 

Nello scontro tra il premier e il ministro degli Esteri non c' è nulla di personale: è solo politica. Perciò se Di Maio dice che Conte è «auto-referenziale», non fornisce una valutazione psicologica dell' avversario, ma un giudizio politico.

 

E se Conte dice che Di Maio «è un pericolo», non esprime un' opinione di merito ma un giudizio politico.

 

Tra i due il derby di potere si proietta ormai da tempo in ogni campo, comprese le nomine in Rai. Ma il principale obiettivo è il controllo dei gruppi parlamentari grillini, che saranno decisivi quando il duello verrà formalizzato e si capirà quanto sta già accadendo.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

Perché la battaglia di posizionamento è in corso, in un gioco di alleanze che va oltre i confini della maggioranza. Il premier sente il rumore del nemico, che «pensa di farmi fuori ma si sbaglia».

 

E allora avvia la conta dei supporter nel Movimento, fuori e dentro il governo. Chiede al diccì Tabacci di organizzargli una pattuglia in Parlamento. E intanto si appresta a minare la legislatura, per farla saltare se lui dovesse cadere.

 

Con l' appoggio di un pezzo del Pd. La prova è contenuta nel passaggio di una relazione svolta da Renzi durante una riunione di Italia viva: «Conte e Zingaretti vorrebbero convincermi di andare al voto».

 

È lo spaccato di uno scenario che si propone di risolvere un' eventuale crisi in autunno con il ricorso alle urne, per sfruttare l' immagine del premier e porlo a capo di una nuova coalizione di centrosinistra, utilizzando l' attuale legge maggioritaria.

 

Nell' area riformista del Pd hanno sentito puzza di bruciato, e additano in Bettini «l'anima rossa» di un disegno che - in caso di sconfitta elettorale - comunque riporterebbe nell' alveo della sinistra quel pezzo di opinione pubblica che aveva scelto il Movimento.

conte di maio

 

È ovvio che un simile progetto necessita in Parlamento di un supporto nel fronte avverso. E nel centrodestra c' è chi più di ogni altro spinge per tornare rapidamente al voto con un sistema maggioritario: la Meloni.

 

Sarà un caso (e non lo è) ma il 27 luglio, per presentare il Rapporto sull' interesse nazionale curato dalla Fondazione Farefuturo, sono stati invitati a discuterne la Meloni e Conte. Dovevano vedersi a Palazzo Chigi, nella logica dei rapporti istituzionali tra governo e opposizione, si ritroveranno invece vis à vis in un salone del Senato, siccome gli opposti estremi a volte possono avere interessi convergenti.

giuseppe conte luigi di maio

Sarà un evento, certamente.

 

Come certa sarà la reazione di quella parte del Pd che non sopporta più il premier, non intende andare al voto e non vuole «morire grillina». E siccome i dem (al pari di M5S) sono come il nocciolo di una centrale nucleare che sta per fondersi, Di Maio si propone come interlocutore.

 

goffredo bettini

Il ministro degli Esteri si è incaricato di preparare la controffensiva, e per sabotare il sabotaggio della legislatura dialoga con Renzi e cerca anch' egli sponde nel campo avverso: Gianni Letta e Giorgetti.

 

Se Di Maio parla con l' ex sottosegretario del Conte I non è perché - come fanno filtrare gli uomini del premier - abbia «nostalgia della Lega». Il punto è un altro, è lo scontro per la leadership con chi «io ho scelto» per la presidenza del Consiglio, e che ora «si muove in assoluta autonomia, spesso senza nemmeno consultarci».

grillo

 

L'«auto-referenzialità» di Conte è vissuta come una minaccia per ciò che resta del Movimento, che senza una propria e visibile iniziativa politica rischia di venire distrutto.

E sotto le macerie ci resterebbe anche Di Maio, che vede M5S davanti a un bivio: rifluire nell' ortodossia o fare i conti con il governo del Paese.

 

matteo renzi foto di bacco (11)

Questa è la strada che il ministro degli Esteri ha intrapreso, smettendo progressivamente i panni dell' anti-casta e tentando di assumere un profilo sempre più istituzionale. Perché, nel suo modo di ragionare, l' evoluzione governista del progetto grillino impone di confrontarsi con tutti, persino con i poteri forti, anche per non lasciare questo spazio solo a Conte. E per sconfiggerlo quando arriverà il momento, ha serrato le file dei gruppi parlamentari ed è andato a parlare con Draghi: «Una cosa giusta»...

conte di maio franceschini

 

conte di maioMARIO DRAGHI

 

grillo di maioroberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)