MEGLIO TARDI CHE MAI - AL SISI HA RIMOSSO TAREQ ALI SABER, IL GENERALE DEL SERVIZIO SEGRETO INTERNO EGIZIANO: ERA L'UFFICIALE PIÙ ALTO IN GRADO FRA QUELLI SOTTO ACCUSA DALLA PROCURA DI ROMA PER IL RAPIMENTO, LE TORTURE E L'OMICIDIO DI GIULIO REGENI - È COINVOLTO ANCHE NEL CASO DI ZAKY: SI SBLOCCHERÀ QUALCOSA NELLA VICENDA DEL RICERCATORE DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ARRESTATO AL CAIRO QUASI UN ANNO FA?

-

Condividi questo articolo


Francesca Caferri per “la Repubblica

 

AL SISI GIUSEPPE CONTE AL SISI GIUSEPPE CONTE

L'uomo più temuto dalla società civile egiziana è uscito di scena. Il generale Tareq Ali Saber della National Security Agency (il servizio segreto interno) è stato rimosso due giorni fa dal suo ruolo di capo dell'ufficio incaricato di monitorare ong, sindacati e organizzazioni politiche.

 

Non si tratta di un avvicendamento qualunque: Saber è l'ufficiale più alto in grado fra quelli messi sotto accusa dalla Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta per il rapimento e l'omicidio di Giulio Regeni. È a lui che arriva la denuncia del capo del sindacato ambulanti Mohammed Abdallah sulle presunte attività sospette di Giulio e fu lui a deciderne la sorveglianza, l'arresto e in definitiva la tortura e la morte.

 

manifestazione per giulio regeni manifestazione per giulio regeni

Benché non si possa ufficialmente parlare di una rimozione - non c'è perdita di grado - di fatto lo è: Saber, 56 anni, sarà responsabile dell'ufficio che si occupa di emettere certificati di nascita e carte di identità. Lontano dalla catena di comando che risponde al presidente Abdel Fatah Al Sisi, dove finora aveva un ruolo di primo piano.

 

al sisi al sisi

A portare allo spostamento, una serie di decisioni che hanno creato ad Al Sisi più di un problema. La morte di Regeni prima di tutto. E, più recentemente, gli arresti dei tre dirigenti dell'Egyptian initiative for human righst (Eipr), l'ong con cui collaborava Patrick Zaky: fu Saber a ordinare a novembre il fermo di Mohammed Basheer, Karim Ennarah e Gasser Abdel Razek per mettere a tacere la società civile alla vigilia del cambio di presidenza negli Stati Uniti, in previsione di un ritorno al centro della scena della questione diritti umani.

 

genitori di giulio regeni genitori di giulio regeni

«Possiamo reggere alla pressione che ne verrà», disse Saber ai suoi. Si sbagliava: due ore dopo l'ultimo fermo, al ministro degli Esteri Sameh Shoukry arrivava una lettera di 19 ambasciatori occidentali - fra cui l'italiano Giampaolo Cantini, che firmò soltanto a patto che rimanesse riservata - per chiedere una risoluzione della vicenda. L'inizio di una crisi che sarebbe durata due settimane, con articoli sui principali giornali del mondo, l'intervento dell'Onu e di diversi governi europei. E che - nonostante il rilascio dei tre - avrebbe travolto Al Sisi durante la visita di Stato in Francia. Di lì, la scelta del trasferimento.

 

giulio regeni giulio regeni

Saber è coinvolto anche nel caso di Zaky, il ricercatore dell'università di Bologna arrestato al Cairo quasi un anno fa. Il 7 marzo fu contattato da una persona che segue il caso con un messaggio: Patrick è un ricercatore, come Regeni. Se non verrà rilasciato i problemi cresceranno, perché in Italia non verrà dimenticato.

 

patrick george zaky patrick george zaky

Saber garantì che si sarebbe occupato della vicenda: ma poi scomparve. Se la sua sostituzione rappresenterà una svolta per Zaky è da vedere: fra due giorni il ricercatore sarà davanti ai giudici. Ma i legali non si fanno illusioni: se pure dovesse esserci un gesto di clemenza, è difficile che arrivi prima del 25 gennaio, anniversario della rivolta di piazza Tahrir, quando la pressione è massima per il timore che la protesta si riaccenda. Il 25 gennaio 2016, nella rete cadde Giulio Regeni: e questo il generale lo sa bene.

patrick george zaki a roma patrick george zaki a roma patrick george zaki 2 patrick george zaki 2 patrick george zaki 1 patrick george zaki 1 patrick george zaki 3 patrick george zaki 3 patrick george zaky patrick george zaky

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."