matteo salvini giorgia meloni

I MELONI SONO MATURI – DOPO L’EXPLOIT IN UMBRIA LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA RIVENDICA SPAZIO NELLA COALIZIONE E APRE LA COMPETIZIONE CON SALVINI: “SIAMO I VERI VINCITORI DELLE URNE. DECIDIAMO NOI I PROSSIMI CANDIDATI” - LA NOTTE DEL SUCCESSO SALVINI NON HA VOLUTO NESSUNO AL SUO FIANCO SE NON LA TESEI. MA GIORGIA HA GIA’ MESSO SULL’AVVISO IL CAPITONE: "GUARDA CHE TU A ME NUN ME FREGHI"

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI

La clamorosa vittoria in Umbria del centrodestra è alimentata anche da una serrata competizione tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Sia chiaro, niente a che fare con il caos che si è aperto nel campo avverso e sconfitto. Eppure tra i vincitori non corre buon sangue. Il capo leghista ha detto che si tratta di un successo di «tutta la squadra perché non si vince mai da soli».

 

Ha poi fatto sapere di avere sentito Silvio Berlusconi al telefono, ma nemmeno una parola sulla leader di Fratelli d' Italia, che in Umbria ha raddoppiato i voti (10,4%), superando sia Fi sia i 5 Stelle. Il Cavaliere con lei si è complimentata, Matteo ha invece voluto prendersi tutto il merito della vittoria. E con una certa ragione.

salvini meloni tesei berlusconi

 

L' ex ministro dell' Interno si è speso tantissimo per Donatella Tesei, ha messo le tende nella terra dei santi, ha riempito le piazze, ha comiziato due o tre volte in molte città e paesi, anche nei borghi più piccoli. Ha di fatto oscurato la sua candidata, ha cercato e ottenuto il riscatto dopo la brutta scivolata agostana. E quindi, spiegano i leghisti, è giusto che si prenda tutto il «merito», come sostiene il governatore Luca Zaia: «Non si discute. Salvini non ha esitato un secondo a metterci la faccia. Ora sul carro dei vincitori salgono tutti, ma è bene ricordare da dove siamo partiti e quanto lui ci abbia creduto».

 

meloni

La Meloni però non ci sta a fare la cheerleader del centrodestra e ricorda che il suo FdI è il secondo partito della coalizione: «Si è dimostrato il più coerente e per questo gli umbri hanno voluto premiarci consentendoci uno straordinario exploit». Non basta: «Il nostro è l' unico movimento che cresce rispetto alle Europee. Si deve a noi la crescita del centrodestra in Umbria. E questo lascia ben sperare anche su tutto il territorio nazionale. Siamo i veri vincitori delle elezioni umbre».

 

BERLUSCONI MELONI SALVINI

Quando ricorda che FdI è l' unico partito che cresce, sta sottolineando che la Lega ha sì preso una barca di voti, ma alle Europee aveva ottenuto il 38% mentre domenica si è "fermata" al 36,9%. Sono sempre percentuali stratosferiche e bisogna considerare che quasi 15 mila voti sono andati alla lista del presidente leghista Tesei: in teoria dovrebbero essere sommati alla Lega. Il Carroccio non perde nulla e comunque ha trainato il centrodestra al successo. Salvini ha voluto sottolineare il suo fondamentale ruolo in tutti i modi.

 

parietti meloni nizar

La notte della vittoria a Perugia non ha voluto nessuno al suo fianco nella sala dell' albergo Fortuna per raccontare ai giornalisti «l' impresa storica» compiuta. Nessuno tranne la Tesei. Ben sapendo che a cinquanta metri c' era la Meloni arrivata da Roma. «Certo - ha commentato l' ex sottosegretario agli Interni Candiani, fedelissimo di Salvini - è venuta a mettere il cappello sulla nostra vittoria». È successo, tra l' altro, che la leader di FdI si era presentata al comitato elettorale della neogovernatrice per brindare ma lei non c' era perché l' aveva chiamata Salvini.

 

giorgia meloni

A quel punto Giorgia ha fatto da sola la conferenza stampa e poi verso le due di notte, tra i flash dei fotografi, è entrata nel palazzo del Consiglio regionale dove Matteo, la Tesei e i fan leghisti stavano festeggiando. Un marcamento a uomo. Quando si sono incontrati baci e abbracci di circostanza. Non gli ha detto, come ha fatto sul palco di San Giovanni, «guarda che tu a me nun me freghi».

 

Salvini vede crescere a vista d' occhio FdI nello stesso segmento dell' elettorato, anche se la Lega straripa in tutte le Regioni e vorrebbe scegliere i prossimi candidati nelle Marche e in Puglia. Meloni invece vuole che venga riconosciuto al suo partito il secondo posto della coalizione. E chiede di scegliere il candidato in queste due Regioni. Ma lo vuole pure in Toscana che spetterebbe a Fi.

 

meloni

Competition is competition, diceva una volta Romano Prodi e anche in una coalizione vincente le rivalità non mancano mai. Lei nega. «Non è vero che non ci amiamo con Salvini», ma poi ammette: «Siamo alleati leali ed anche persone che competono. La vera sfida è dimostrare che si può crescere insieme».

Nei sondaggi sul gradimento personale Meloni è avanti a Salvini, e si è messa in testa di trasformarlo in voti per fare un' opa del centrodestra.

giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019matteo salvini giorgia meloni 3MELONI E ORBANmatteo salvini giorgia meloni 2ORBAN E MELONICONTE MELONImatteo salvini giorgia meloni 1giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019 2

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...