MINESTRONE BORLETTI BUITONI NEL PENTOLONE DI MONTI - LA PRESIDENTE DEL FAI SI CANDIDA NEL CENTROTAVOLA E IL SEVERO SETTIS SI DIMETTE DAL CDA PER PROTESTA PER L’APPOGGIO A MONTI - PRESSING PER LE DIMISSIONI, MA LETIZIA SI LIMITA ALL’AUTOSOSPENSIONE - ALL’ORIZZONTE UNA MONTAGNA DI CONFLITTI D’INTERESSE - LEI SI ATTACCA ALLA “CULTURA, PAESAGGIO, BENI CULTURALI…”

1 - FAI, BORLETTI SI CANDIDA CON MONTI E SALVATORE SETTIS SI DIMETTE
Tomaso Montanari per il "Fatto quotidiano"

La candidatura della presidente del Fai Letizia Borletti Buitoni nella Lista Monti sta creando più di un mal di pancia. Il Fai gode di grande prestigio, e amministra esemplarmente alcuni siti monumentali e naturali: molti si chiedono se sia opportuno trascinare questa storia in una campagna elettorale che si annuncia feroce.

Ieri, per esempio, Salvatore Settis si è clamorosamente dimesso dal Consiglio di amministrazione dell'associazione non potendo "né comprendere né condividere il fatto che la presidente in carica del Fai appoggi in modo tanto esplicito un presidente del Consiglio che in oltre un anno di governo non ha mostrato la minima sensibilità per i problemi dell'ambiente, dei beni culturali, della scuola, dell'università, della ricerca, della cultura".

Peggio, scrive Settis alla Borletti: "Il Presidente Monti non ha mostrato alcuna attenzione a questi problemi nemmeno nella sua Agenda, con ciò confermando che, qualora tornasse alla guida del governo, proseguirebbe l'opera di sistematico smantellamento delle strutture statali della tutela e di privatizzazione del patrimonio pubblico iniziata dal governo Berlusconi".

Solo due giorni fa, il Fai aveva lanciato in grande stile le cosiddette Primarie della Cultura, una sorta di sondaggio web sulle priorità della politica culturale del prossimo governo. Ma la candidatura della presidente le illumina di luce sinistra: si trattava di un avvio mascherato di campagna elettorale in proprio?

Induce a pensarlo il fatto che la Borletti Buitoni non annunci le dimissioni e attenda invece il parere dei garanti sul doppio incarico: se questa gesuitica procedura glielo consentirà , avremo una serie di conflitti d'interesse non trascurabile. La personalità della presidente non è paragonabile a quella della carismatica fondatrice del Fai, Giulia Maria Crespi. Il libro della Borletti Buitoni, Per un'Italia possibile, non è carico di idee originali, e molti ricordano la sua non incisiva presenza sul palco degli Stati generali della cultura, quando la protesta di una platea inferocita travolse Ornaghi e le altre mummie della Repubblica.

Ma, dal punto di vista di Monti (un altro consigliere Fai), la Buitoni è perfetta: cosa c'è di meglio che affidare i Beni culturali a una gran dama conciliante? Il Fai pratica di fatto una sorta di tutela privata d'élite: molti, specie a Milano, lo vedono come un perfetto cavallo di Troia per dimostrare che, per la salvezza del patrimonio italiano, l'unica via è la beneficenza privata.

2 - ILARIA BORLETTI BUITONI: «MI SONO AUTOSOSPESA, IL FAI RESTERÀ VOCE LIBERA»
Dal "Corriere della Sera"

È stata aggiunta da Mario Monti nella sua lista, assieme ad altri nomi importanti. E subito, già ieri, Ilaria Borletti Buitoni ha fatto sapere ufficialmente che si è autosospesa dall'attuale ruolo di presidente della fondazione Fai (Fondo ambiente italiano).

Alle ore 17 e 30 di ieri, infatti, ha spiegato in un comunicato pubblico: «E' stata resa nota la notizia della mia candidatura nella lista civica del presidente Monti. E desidero sottolineare che si è trattato di una scelta personale e sofferta perché, pur trattandosi di una lista civica, mi rendo conto come essa potrebbe dare l'impressione di scalfire l'indipendenza della nostra fondazione. Perché l'ho fatto allora? Perché credo che queste elezioni siano l'occasione storica per portare in Parlamento persone capaci di promuovere una fase costituente di riforme strutturali».

I motivi, dunque, saranno sempre legati a «cultura, paesaggio, beni culturali, che sono ambiti trascurati e maltrattati dall'azione di tutti i precedenti governi, questo incluso, rendendoli così sempre di più una grande emergenza nazionale. Se non si inverte subito la rotta il declino sarà purtroppo irreversibile e non può bastare la protesta, anche se forte, dei cittadini e delle organizzazioni».

Ecco dunque le ragioni della sua discesa in campo in una «lista civica che rappresenta la società civile per essere libera di esprimere con assoluta indipendenza da qualsiasi partito una posizione non negoziabile sui temi che sono propri del mio impegno al Fai. Vi ho aderito solo a queste condizioni e con queste garanzie».

Il governo attuale, a suo dire, non ha funzionato a dovere: «Aveva un mandato legato all'emergenza economica ed è stato certamente carente, sia per i limiti imposti dal mandato stesso che per il tempo a disposizione, nell'avviare un'azione che riportasse la cultura a essere quell'ambito prioritario che si richiede a un Paese civile». Di qui, la discesa in campo, «che dimostra la volontà di cambiare proprio per la mia indipendenza da qualsiasi ingerenza di qualsiasi partito».

E l'autosospensione dal Fai: «Per non creare, però, alcun conflitto con l'attuale ruolo di presidente del Fai e in attesa delle decisioni degli organi competenti mi sono immediatamente autosospesa da qualsiasi attività operativa e ufficiale del Fai delegando a esse il vicepresidente Marco Magnifico e il direttore generale Angelo Maramai. Il Fai è e deve continuare sempre a essere una voce libera».

 

salvatore settisILARIA BORLETTI BUITONIMARIO MONTI CON LE MANI ALZATE jpegIMMAGINARIO MANIFESTO ELETTORALE DI MARIO MONTI jpegcrp06 maria giulia mozzoni crespiMaria Crespilorenzo ornaghi Ilaria Borletti Buitoni

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?