IL MOVIMENTO ECO-VERDE - GRILLO VUOLE TRASFORMARE IL M5S SUL MODELLO DEI VERDI TEDESCHI E NEL NUOVO SIMBOLO CI SARA' UN RIFERIMENTO ALL'AMBIENTE E ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA - CON IL MANIFESTO "CONTROVENTO" CASALEGGIO VA VERSO IL SUO PARTITO A GUIDA DI BATTISTA-LEZZI-MORRA - DI MAIO S'ACCONTENTA DEL POSTO DA NUMERO DUE MA IL RITORNO DI CASALINO GLI COMPLICA I PIANI…

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conte grillo conte grillo

1 - DAGOREPORT

Dopo l'incontro a Marina di Bibbona, Conte e Grillo si rivedranno dopo il 20 marzo e, entro la fine del mese, decideranno come trasformare il Movimento cinque stelle in partito. Sul nome da dare alla nuova "cosa" contiana, BeppeMao è indeciso. L'Avvocato di Padre Pio invece vorrebbe mantenere il nome che c'è, considerandolo un "brand" ancora spendibile e non ancora usurato. Non ci sarà il richiamo a Conte nel simbolo, evitando così quelle derive narcisistico-personalistiche già viste altrove (Berlusconi, Salvini, Di Pietro, Bonino, Grasso e via elencando).

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

Ci sarà invece un riferimento all'impegno verso l'ambiente e la transizione ecologica, visto che il piano di Grillo punta a rendere il M5s simile ai Verdi tedeschi, guidati da Annalena Baerbock: ovvero un partito strutturato, dalla precisa identità politica e che sappia cavalcare il tema dell'ambiente non solo in chiave climatica ma anche di rinnovamento industriale e produttivo.

 

Sarebbe anche la strada più praticabile per dare al M5s una fisionomia ideologica più netta e vicina a quella delle origini, a differenza dello stracchino Pd che ha un'identità che non è né carne né wurstel. Il vero problema da risolvere per Conte e Grillo si chiama Davide Casaleggio. Il figlio del guru-fondatore domani presenterà il suo manifesto, “Controvento”, ovvero il primo passaggio per arrivare al suo partito "antagonista" a guida Di Battista-Lezzi-Morra.

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

 

La scissione grillina, che ufficialmente nessuno auspica ma che nei fatti è già avvenuta, non dispiace a Conte, ben contento di non doversi occupare di rivoltosi, antisistema ed eurocritici. Anche Di Maio è soddisfatto: fuori dalle palle i ribelli pro-Dibba, puo' serenamente riavvicinarsi a Conte per un comodo posticino da numero 2 (magari per scavare la fossa a Conte dall'interno), contando sull'inesperienza di "Giuseppi" nel maneggiare la politica e guidare un partito. Ma ha dimenticato che dove ci sarà Conte, non mancherà Casalino. Che sa bene come azzannare i nemici del suo adorato ex presidente.

goffredo bettini gianni letta. giuseppe conte goffredo bettini gianni letta. giuseppe conte

 

2 - CONTE E IL TERZO MANDATO

Federico Capurso per "la Stampa"

 

Nei prossimi giorni Giuseppe Conte scioglierà ogni riserva sul suo futuro. Dopo il faccia a faccia con Beppe Grillo nella villa del comico a Marina di Bibbona, in Toscana, il progetto di rifondazione del Movimento è quasi pronto. L' ex premier vuole evitare uno strappo con Davide Casaleggio, avere sotto di sé una struttura leggera a supporto, pacificare il mondo grillino. Ma quello che molti deputati e senatori Cinque stelle si chiedono è se il leader abbia pensato anche a loro.

grillo e conte grillo e conte

 

Insomma, se Conte abbia trovato un modo per aggirare la regola del limite di 2 mandati che li decimerebbe. Ci sono già il "mandato zero" per i consiglieri comunali e il "mandato Raggi" per la sindaca di Roma, ma serve uno sforzo in più.

 

E allora ecco che spunta l'ipotesi della "wild card": un ripescaggio tra i parlamentari scaduti, in virtù di loro particolari meriti riconosciuti dagli attivisti. Posti limitati, con quote divise per territorio, con in premio un mandato bonus. Il terzo? Ma no. Se l'idea si concretizzerà - c'è da scommetterci - lo chiameranno "mandato 2+1". O "mandato -1".

Ci sarebbe, in ultima analisi, il "mandato 2.1", dal sapore innovativo. La matematica offre, per loro fortuna, infinite possibili combinazioni tra il numero 2 e la perdita della poltrona.

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3 beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3

 

3 - CONTE, IL PIANO PER LA SEGRETERIA SENZA I SOLITI BIG

Luca De Carolis per il "Fatto quotidiano"

     

L’avvocato che si è fatto rifondatore vuole e deve riscrivere regole e struttura dei Cinque Stelle. E visto che c’è, intende anche rinfrescare le gerarchie. Perché Giuseppe Conte ha quell’idea, una segreteria di sua fiducia con volti (sostanzialmente) nuovi, insomma non inzeppata dei soliti big. E a suggerirgliela, dicono, è stato Beppe Grillo.

grillo raggi grillo raggi

 

D’altronde proprio con il Garante, come rivelato dal Fatto, domenica scorsa Conte ha discusso del futuro prossimo del Movimento, facendogli visita nella sua villa a Marina di Bibbona in Toscana. In riva al mare, hanno fatto il punto. E l'avvocato se lo è sentito ripetere dal Garante: “Giuseppe, dobbiamo puntare su facce nuove”. Un concetto che Grillo ha ripetuto anche a diversi 5Stelle. Vuole una segreteria o direzione con 5Stelle finora non in primo piano, il fondatore, anche per tranquilizzare il corpaccione parlamentare.

 

DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Ieri l’Adnkronos ha scritto che Conte valuterebbe di coinvolgere anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ma per ora non ci sono conferme. Di sicuro però Raggi è popolarissima nella base, e di questi tempi è merce rara per il M5S. Ma ha anche molti avversari di vecchia data tra i big.

 

Prima che Conte arrivasse a caricarsi il Movimento in crisi di identità, la sindaca era pronta a candidarsi per l’organo collegiale, anche per blindare la sua ricandidatura. Ma ora tutto il Movimento, a partire da Grillo, ha confermato che a correre per il Campidoglio sarà ancora lei. E allora in questi giorni la sindaca starà a osservare i passi dell’ex premier. Pronta anche a prendere in esame la proposta di un ruolo, sostengono fonti del M5S.

nicola morra nicola morra

 

Nell’attesa, Conte e Grillo hanno altri problemi da affrontare. E il primo è sempre lui, Davide Casaleggio, che domani presenterà il suo manifesto, “Controvento”. con “i principi e i valori del modello Rousseau”. Un testo per sottolineare l’importanza e il ruolo della piattaforma web, “di cui è necessario definire, pubblicamente e definitivamente, lo spazio di azione” come scrive l’associazione Rousseau, ossia Casaleggio.

 

barbara lezzi barbara lezzi

Che in particolare sostiene: “Rousseau non è uno strumento o un media da utilizzare per il voto, ma rappresenta una architettura digitale della partecipazione, che conferisce il potere decisionale ai cittadini permettendo loro un attivo esercizio dei diritti di cittadinanza digitale”. Tradotto, come spiega un parlamentare in buoni rapporti con la casa madre di Milano, “Davide si lamenta perché la piattaforma viene usata solo per qualche voto di ratifica, mentre dovrebbe essere il luogo delle assemblee e del confronto interno”.

 

Ma il manifesto a tanti grillini è suonato come una prova tecnica di scissione. E non è piaciuto nè a Conte nè a Grillo. Tanto che il Garante, a un parlamentare che gli aveva inoltrato il post di presentazione, ha risposto con una battuta delle sue: “Non pisciare controvento”. Ma al di là del sarcasmo Grillo e l’ex premier cercano ancora una mediazione con Casaleggio. E nel caso del Garante c’entra moltissimo il suo rapporto con il padre del manager, Gianroberto.

 

rousseau il sistema operativo rousseau il sistema operativo

Ma a pesare è anche una ragione molto più prosaica. Perché giuridicamente separarsi in modo totale e definitivo da Rousseau, come pure chiedono molti parlamentari, appare rischioso. “L’attuale Statuto conferisce alla piattaforma un ruolo centrale, e poi Casaleggio detiene i dati degli iscritti” ricorda una fonte di peso.

 

Certo, Conte sta lavorando a una nuova normativa, e si sta ragionando su un ritorno all’associazione del 2012, quella fondata a Genova da Grillo con suo nipote Enrico e il suo commercialista, Enrico Maria Nadasi. Ma strappare con Milano, senza almeno arrivare a un contratto di servizio che renda Casaleggio un fornitore esterno, porterebbe a una guerra in tribunale dai confini e dagli esiti incerti. Così si cerca ancora un punto di caduta. Perché di guai il M5S ne ha già abbastanza.

 

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