di maio navigator

I NAVIGATOR HANNO PERSO LA BUSSOLA - VI RICORDATE DEI 2.680 TUTOR CHE PER 1.400 EURO AL MESE DOVEVANO AIUTARE I BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA A TROVARE UN LAVORO? FRA TRE MESI SCADE IL LORO CONTRATTO E LO STATO PENSA DI LASCIARLI A CASA - DOPO UN ANNO, RACCONTANO COSA HANNO VISTO: "DIFFICILE DARE UN IMPIEGO IN PIENA PANDEMIA A QUARANTENNI CON LA LICENZA ELEMENTARE, SENZA PATENTE E CHE NON SANNO ACCENDERE UN PC"

Gabriele De Stefani per “La Stampa

 

DI MAIO NAVIGATOR

«Io insegnavo alla Bocconi, ma sapete quant'è difficile la carriera tra i baroni. Ho vinto il concorso da navigator e sono passato dal mondo dorato dell'università privata a occuparmi degli ultimi della nostra società, gente che a 35 anni ha la licenza elementare o non ha la patente, e ti chiama alle 7 del mattino implorandoti di aiutarla, perché non ha altri a cui rivolgersi».

 

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Nicola Pisciavino, 36 anni, del centro per l'impiego di Treviglio, nel Bergamasco, è uno dei 2.680 navigator che da un anno e mezzo si muovono in un clima di ostilità e diffidenza, simboli involontari di una misura bandiera dei grillini e osteggiata da tutti gli altri come emblema del clientelismo e dello spreco.

 

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«Ma nemmeno i 5 Stelle hanno davvero capito quanto servano figure come noi. Fra tre mesi ci scade il contratto e non abbiamo certezze», dice. E racconta tutte le difficoltà: gli enti che si ostacolano, le lentezze burocratiche, gli impedimenti della pandemia per un servizio che vive di contatto umano, di vicinanza a persone che nemmeno sanno accendere un pc, figurarsi scrivere un curriculum o cercare annunci online.

 

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I navigator hanno un'età media di 35 anni, sono tutti laureati, hanno vinto un concorso con Anpal e seguito corsi di formazione e poi sono stati mandati più o meno allo sbaraglio ad occuparsi di centinaia di migliaia di italiani finiti ai margini della società. A 1.400 euro al mese, alla scoperta di «un mondo sommerso fatto di persone dimenticate dalle istituzioni», dice ancora Pisciavino. Al netto dei tanti furbetti smascherati.

 

il concorso per navigator alla fiera di roma 22

Il bilancio contestato

La povertà, con tutta evidenza, non è stata abolita, come pure aveva garantito Luigi Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi. E pochissimi beneficiari del reddito di cittadinanza, meno del 15%, sono riusciti a trovare un lavoro. Insomma, il bilancio a un anno e mezzo dal decollo è quanto meno rivedibile.

 

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«Ma valutare la nostra attività sulla base di quanti beneficiari del reddito hanno trovato un lavoro è miope - ragiona Antonio Lenzi, fondatore dell'Associazione dei navigator -. Prima di tutto perché dopo cinque mesi dall'inizio è arrivata la pandemia. E poi perché bisogna conoscere il contesto in cui operiamo. Il nostro utente medio è un ultra quarantenne con bassa scolarizzazione, professionalità vicina allo zero e ridottissima occupabilità: è chiaro che serve tempo. Ci sono centinaia di casi di persone che abbiamo convinto a prendere almeno la licenza media: non è forse un successo? E spesso ci troviamo ad avere a che fare con casi che possono solo essere destinati ai servizi sociali».

 

I progetti che mancano

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Per i navigator lo Stato ha speso 270 milioni in un anno e mezzo. Trecento di loro hanno già salutato e si sono dimessi. Che fare dal 30 aprile, quando scadranno i contratti? La ministra Nunzia Catalfo ha garantito che non saranno dimenticati, ma loro aspettano conferme: proroga per tutti? O l'esperienza acquisita servirà solo a maturare punteggio per altri concorsi?

 

«È un trattamento assurdo - protesta ancora Lenzi -. Lo Stato ha tra le mani 2.680 giovani specializzati nelle politiche attive del lavoro e li vuole lasciare a casa proprio ora che ce n'è così bisogno e che la pubblica amministrazione è chiamata a rinnovarsi con il Recovery Plan?».

 

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I soldi per il rinnovo ci sono, secondo Nidil-Cgil, ma il tema è più ampio: «Le risorse per il reddito di cittadinanza sono nella manovra e si può pescare da lì per dare continuità al lavoro dei navigator - dice la segretaria Silvia Simoncini -. Ma non basta mettere delle toppe, serve una visione sulle politiche attive del lavoro per mettere a frutto l'investimento fatto sui navigator e per rilanciare il tema dell'occupabilità che questo Paese deve porsi come una priorità».

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