joe biden volodymyr zelensky evgeny prigozhin vladimir putin

NO, NON È STATA UNA SCENEGGIATA NAPOLETANA, PROTAGONISTI: ISSO (PUTIN), ESSE (L'AUTOCRAZIA ATTORNO ALLA CORTE DELLO ZAR VLADIMIR) E ‘O MALAMENTE (PRIGOZHIN). FOSSE STATA UNA MESSINSCENA, A PUTIN NON PARTIVA L’EMBOLO. FOSSE STATA UNA FICTION, I POTENTI DEL MONDO AVREBBERO APPARECCHIATO UN BARBECUE IN GIARDINO ANZICHÉ INNESTARE L’ALLARME ROSSO - UN PUNTO DI SVOLTA CHE POTREBBE SEGNARE IL NUOVO CORSO DELLA RUSSIA, DOPO L'ACCORDO CON PRIGOZHIN? SE PARTIRÀ UNA TRATTATIVA DI PACE CON ZELENSKY (CRIMEA ALLA RUSSIA, DONBASS E DINTORNI RESTANO ALL’UCRAINA), ALLORA SI CAPIRÀ CHE I MILIARDI SPESI DAGLI OLIGARCHI PER IL BLITZ DELLA WAGNER NON SONO STATI BUTTATI INVANO: IL POPOLO RUSSO NON PUÒ PERMETTERSI DI VIVERE “SANZIONATO” NÉ HA NESSUNISSIMA VOGLIA DI MANDARE I PROPRI FIGLI A MORIRE PER IL DONBASS. MEGLIO GODERSI “DON MATTEO”, RICORDANDO LE PIROETTE DI DON LURIO...

DAGOREPORT

PUTIN E PRIGOZHIN

La verità sullo stupefacente blitz di sabato scorso, forse, non la sapremo mai. Quello che è sicuro è che l'assalto di migliaia di mercenari wagneriani alla città di Rostov e alla loro avanzata per ore, senza incontrare molta resistenza, verso Mosca, non è stata una sceneggiata napoletana in salsa russa, protagonisti: Isso (Putin), esse (l'autocrazia attorno alla corte dello zar Vladimir) e ‘o malamente (Prigozhin).

 

La fiction di un ammutinamento di Wagner già a conoscenza dell’intelligence di Mosca, Washington, Pechino, Londra, Parigi, isole comprese, è appunto una fiction buona per riempire le colonne dei giornali.  La realtà che ha portato, per ora, a un “Mad Vlad” indebolito e malconcio seduto in carrozzella, è un’altra. E tutt’altro che sceneggiata.

 

GIRARROSTOV - MEME BY EMILIANO CARLI

Fosse stata una messinscena, come raccontano tanti analisti che mai hanno capito di un orso russo con i piedi di cartapesta, Putin non avrebbe allertato l’anti-terrorismo, sibilato un messaggio solenne alla nazione minacciando conseguenze terribili per i ‘’traditori’’, messo sottosopra le strade di accesso verso Mosca per fermare l’avanzata delle milizie Wagner.

 

Fosse stata una fiction, l’intelligence americana avrebbe apparecchiato un barbecue in giardino anziché innestare l’allarme rosso: riunione del gabinetto di crisi con l’ordine di non muoversi da Washington durante il weekend (assente solo Biden, che era partito venerdì verso il suo buen retiro di ottuagenario). Idem per il premier Sunak e il presidente Macron e il cancelliere Scholz. Tutti agitatissimi alle prese con i loro Consigli di sicurezza, intrecciati di continue telefonate e consultazioni col ministro della Difesa americano Austin.

prigozhin minaccia putin

 

Fosse stata la simulazione di una pittoresca insalata russa, i potenti del mondo occidentale lo avrebbero saputo al volo grazie al mitico Echelon, il ‘’Grande Orecchio’’ gestito dai servizi segreti di Stati Uniti e Gran Bretagna che nell’alto dei cieli è in grado di intercettare e analizzare le comunicazioni via satellite, via radio, telefoniche, elettroniche ecc. in qualunque parte del mondo.

 

E tutti insieme, video-collegati, i padroni del mondo si sono cagati sotto pensando che la Russia di Putin, secondo le più recenti stime della Federation of American Scientists, ha negli arsenali 5.977 testate, qualche centinaio in più rispetto a quelle su cui può contare Washington (5.428). E all’unisono tutti hanno pregato per la sopravvivenza di Putin: anche debole, azzoppato, in carrozzella, è sempre meglio di un criminale in servizio permanente effettivo come Prigozhin.

 

vladimir putin parla alla nazione dopo il colpo di stato di prigozhin

Nessuna potenza internazionale accetterà mai la defenestrazione di Vladimir dal Cremlino senza saper chi verrà dopo nella “stanza dei bottoni”.

 

E un gran sospiro di sollievo globale è arrivato quando, davanti all’avanzata della Wagner, come del resto era già accaduto in Ucraina, Putin non ha fatto ricorso alle armi nucleari tattiche. Sarà pure un “dittatore” col volto botulinato, ma riesce ancora a ragionare. Vedi anche l’immediata dichiarazione di Pechino in appoggio al premier russo: meglio lui di un patibolare Prigozhin con l’elmetto.

 

la rivolta di prigozhin la cronistoria 3 di 6

Questa volta Putin è riuscito a sopravvivere, soprattutto perché nessun successore avrebbe lo stesso potere personale. Ma la prossima volta, chi lo sa? La sua credibilità è ai minimi termini. Prigozhin ha detto ai russi che la guerra sta andando a puttane, che le perdite sono più alte di quanto annunciato e che il problema è la burocrazia e la corruzione. Queste dichiarazioni hanno avuto un'ampia eco sui social media. La gente ha la sensazione che l’ex macellaio sia disposto a prendersi cura dei russi con i suoi mercenari armati fino ai denti senza mandare in guerra i loro amati figli, in barba alle richieste di una nuova mobilitazione dei generali di Putin .

il cerchio magico di vladimir putin

 

Sabato scorso il mondo ha visto in diretta uno Stato che sembrava molto potente all'esterno che si è rivelato vuoto, che si sta divorando dall'interno, tutti contro tutti, una babele totale. Il regime di Putin si regge su tre pilastri: la sua leadership di uomo forte che sa come difendere la Russia, enormi quantità di denaro per coprire eventuali problemi e il controllo dell'apparato di sicurezza.

 

nikolai patrushev vladimir putin 4

I primi due pilastri erano già stati indeboliti dalla guerra in Ucraina. Per quanto riguarda il terzo, il sostegno dell'apparato di sicurezza, questa è la prima volta che abbiamo un'idea reale di quanto sostegno abbia Putin. Le Forze Armate e la Guardia Nazionale non si sono unite agli uomini di Wagner, ma non li hanno nemmeno fermati.

 

Tra i generali russi, il più competente è Sergey Surovikin, che all'inizio di quest'anno è stato rimosso come unico capo delle Forze armate russe in Ucraina. In un certo senso, è stato rimosso proprio per la sua vicinanza a Prigozhin. Ma è stato tra i primi a chiedere alla Wagner di fermare il colpo di Stato.

 

lavrov putin

Dopo 23 anni di potere assoluto, Putin si vede perculato davanti all’opinione pubblica dal suo compagno di merende e di segreti Prigozhin che in modalità Bacio Perugina cinguetta: “Mica volevo rovesciare il regime ma solo sottolineare che l’apparato militare e della sicurezza non funziona”. Ecco: una delle cose più sorprendenti, spia della grande debolezza di Putin, è stata la scarsa resistenza incontrata dalla Wagner. Era chiaro che l’esercito e le forze di sicurezza non erano disposte a unirsi a lui, ma nemmeno a fermarlo.

 

MERCENARI WAGNER RECLUTANO SOLDATI NELLA REPUBBLICA CENTRAFICANA

Con Putin più azzoppato che mai, riciccia l’influente ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che ultimamente era scomparso dai media per sottolineare la diversità di veduta con il suo premier sull’invasione ucraina. E anche qui, da grande esperto di diplomazia, Lavrov rilascia una dichiarazione a favore di Putin.

 

Il futuro di Putin? Di sicuro non potrà mai a fare a meno dei 50 mila mercenari della Wagner tra Africa e Medio Oriente, troppo redditizie e utili allo Stato russo. E’ consapevole anche che in Ucraina, fuori gioco le truppe di Prigozhin, in caso di un prossimo attacco di Zelensky ci saranno meno forze per mantenere la posizione.

SERGEI SUROVIKIN

 

Il destino dello zar Vlad sarà forse più decifrabile nei prossimi giorni, quando si riunirà a Mosca il Consiglio di Sicurezza guidato dal principale consigliere di Vladimir Putin, l’ex capo dei servizi Nikolai Patrushev, “che durante il golpe di Prigozhin si trovava nel Kazakhstan”, scrive oggi Anna Zafesova su La Stampa.

 

E aggiunge: “Sono anni che a Mosca si dice che Patrushev stia addestrando suo figlio Dmitry, ministro dell'Agricoltura, a diventare il “delfino” di Putin, in una successione pilotata come lo stesso Putin fece con Boris Eltsin. Pare che il presidente sia furioso con Patrushev che non ha previsto (o non ha voluto prevedere) l'ammutinamento di Prigozhin”. Al Consiglio di Sicurezza, anche se ha il terrore di apparire debole, Putin non potrà far finta di niente, dire che nulla è successo sabato scorso.

 

Volodymyr Zelensky visita le truppe a Berdyansk

Un punto di svolta che potrebbe segnare il nuovo corso della Russia, dopo l'accordo con Prigozhin via Lukashenko? Se partirà fra un mese una trattativa di pace con Zelensky (Crimea alla Russia, Donbass e dintorni restano all’Ucraina, magari con la formula delle Repubbliche autonome), allora si capirà che i miliardi spesi dagli oligarchi per il blitz della Wagner non sono stati buttati nelle tasche di Prigozhin invano: il popolo russo, oligarchi in primis, non può permettersi di vivere “sanzionato” né ha nessunissima voglia di mandare i propri figli a morire per il Donbass. Meglio sdraiati sul divano a godersi una puntata di “Don Matteo”, ricordando le piroette di Don Lurio.

VLADIMIR PUTIN SERGEI SHOIGU sergey surovikin vladimir putin con il governatore di crimea sergei aksyonov

soldi trovati nel rifugio di prigozhin 3

valery gerasimov vladimir putin 4 sergey surovikin Vladimir Putin e Nikolai Patrushev 2Nikolai Patrushev William BurnsNIKOLAI PATRUSHEVNikolai Patrushev e vladimir putin

soldati gruppo wagner LA BRIGATA WAGNER IN AFRICA soldati gruppo wagner si ritirano da rostovnikolai patrushev vladimir putin 2soldi trovati nel rifugio di prigozhin 1evgeny prigozhin sorride dopo il tentato golpe un selfie con prigozhin dopo il tentato colpo di stato a rostov le persone accolgono i soldati wagner evgeny prigozhin sorride dopo il tentato golpe soldati gruppo wagner un selfie con prigozhin dopo il tentato colpo di stato la rivolta di prigozhin la cronistoria 2 di 6

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…

roberto vannacci - giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

GIORGIA MELONI OSSERVERÀ CON MOLTA ATTENZIONE I RISULTATI DELLE ELEZIONI IN TOSCANA, LA PROSSIMA SETTIMANA. NON PERCHÉ SPERA DI STRAPPARE LA REGIONE ROSSA AL CENTROSINISTRA (LA VITTORIA DI GIANI È QUASI CERTA), QUANTO PIUTTOSTO PER “PESARE” LA LEGA DI SALVINI – LA TOSCANA È DIVENTATA TERRA DI CONQUISTA DELLE TRUPPE DEL FASCIO-LEGHISTA VANNACCI. DAL NUMERO DI VOTI CHE PRENDERÀ L’EX PARA' DELLA FOLGORE DIPENDONO LE SORTI DI SALVINI ALLA GUIDA DEL CARROCCIO, E DI CONSEGUENZA IL FUTURO DEL GOVERNO CHE SENZA L'8% DELLA LEGA NON REGGE NON SUPERANDO IL 40%  – FIN QUANDO LA STATISTA DELLA SGARBATELLA NON HA DAVANTI I NUMERI DELLA REALE CONSISTENZA DEL FU TRUCE DEL PAPEETE, CONTINUERA' A SCHIERARSI CON TRUMP E NETANYAHU PER COPRIRSI A DESTRA DALLE MATTANE DEL "CAPITONE" (SI SA CHE GLI ANIMALI FERITI SONO I PIU' PERICOLOSI...)... 

a lume di candela andrea giambruno pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PER L’EX SIGNOR MELONI, L'ARZILLO ANDREA GIAMBRUNO, SI AVVICINA IL RITORNO IN VIDEO ALLA CONDUZIONE DI "STUDIO APERTO" – UN BEL PASSO INDIETRO PER IL FANATICO DELL'AMMUCCHIATA CHE ORA SARÀ BEN "INGABBIATO", LIMITANDOSI A LEGGERE LE NOTIZIE SUL "GOBBO, EVITANDO COSI' QUEI COMMENTI E OPINIONI PERSONALI A CUI CI AVEVA SOLLAZZATO DURANTE LA CONDUZIONE DI "DIARIO DEL GIORNO" - IL CASO "TG2POST" CHE AFFONDA IL PRIME TIME DI RAI2  – ENZO MICCIO E IL VECCHIO POST DI GIORGIA MELONI DEDICATO AL NUOVO CO-CONDUTTORE DI "DOMENICA IN" - BOLLE IN RAI IL RITORNO DI FLAVIO INSINNA - INDOVINELLO: IL GIORNALISTA LUDOPATICO HA ACCUMULATO DEBITI PER IL POKER. DI CHI SI TRATTA? - VIDEO

benjamin netanyahu donald trump hamas

DAGOREPORT: BYE BYE “BIBI” – I CEFFONI RIFILATI DA TRUMP A NETANYAHU SONO IL SEGNALE CHE IL PREMIER ISRAELIANO È AL CAPOLINEA POLITICO: COME I MILIZIANI DI HAMAS, OTTERRÀ UN SALVACONDOTTO (LA GRAZIA DAI SUOI PROCESSI) E POI SARÀ SPEDITO AI GIARDINETTI. NON SARÀ LUI A GESTIRE IL LUNGO PROCESSO DI PACE CHE SEGUIRÀ AL CESSATE IL FUOCO – L’ERRORE DI “BIBI” È STATO BOMBARDARE IL QATAR, CHE HA PRETESO DAGLI USA UN SIMIL-ARTICOLO 5 (CHI COLPISCE DOHA, COLPISCE L’AMERICA) – I PRESUNTI DOSSIERINI SU TRUMP BY EPSTEIN, IN MANO A ISRAELE? DISINNESCATI DAL TYCOON: DI FRONTE ALLA PACE, COS’È MAI UN’AMMUCHIATINA DI TRENT’ANNI FA? – IL SÌ DEI PAESI MUSULMANI, CHE SOGNANO UN PEZZO DELLA RICCA TORTA DEGLI INVESTIMENTI SU GAZA, IL RITORNO DEGLI USA SULLA SCENA MEDIORIENTALE, LE RICHIESTE DI HAMAS E I CONSIGLI DI TRUMP A NETANYAHU: “VOGLIONO BARGHOUTI? DAGLI BARGHOUTI. AL MASSIMO, L’AMMAZZI DOPO…”

donald trump zohran mamdani

FLASH – TRUMP HA VISTO I SONDAGGI SULLE ELEZIONI PER IL SINDACO DI NEW YORK ED È TRASECOLATO. IL MILLENNIAL ZOHRAN MAMDANI, CHE HA TRIONFATO ALLE PRIMARIE DEMOCRATICHE E VELEGGIA SERENO VERSO LA VITTORIA (SECONDO I SONDAGGI, SFIORA IL 50% E DOPPIEREBBE L’EX GOVERNATORE ANDREW CUOMO). IL TYCOON NON SI È PERSO D’ANIMO: HA SGUINZAGLIATO L’FBI PER SCAVARE A FONDO SUL PASSATO DEL SOCIALISTA MUSULMANO. COME PER IL FINTO CERTIFICATO DI NASCITA DI OBAMA, QUALCOSA SI TROVA SEMPRE. ALTRIMENTI SI CREA…