Alessandro Da Rold per “La Verità”
È scattata l'ora delle nomine nelle nostre Forze armate. Il governo di Mario Draghi avrebbe dovuto metterci mano tra ottobre e novembre, ma c'è stata un'accelerazione nelle ultime ore.
Così ieri il Consiglio dei ministri ha nominato il generale di corpo d'armata Luciano Portolano come nuovo segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti.
Portolano andrà a sostituire Nicolò Falsaperna in uno degli incarichi più strategici per la nostra Difesa, anche perché la direzione nazionale degli armanenti ha una stretta collaborazione con la Nato e in particolare con gli Stati Uniti.
MARIO DRAGHI IN CONFERENZA STAMPA
Oggi la politica di deterrenza militare la si fa con le risorse che si hanno a disposizione.
Ma soprattutto riguarda le relazioni internazionali, un capitolo spinoso in Italia dopo lo scandalo di Walter Biot, il militare arrestato la scorsa primavera per spionaggio perché avrebbe passato dati sensibili alla Russia. «La nomina di Portolano mette le basi per costruire una nuova Difesa in Italia» dicono con un pizzico di soddisfazione dalle parti di Palazzo Baracchini, sede del ministero. Il messaggio che il governo ha voluto lanciare è molto chiaro. La nomina di Portolano non è casuale.
Il generale è molto stimato a Washington, ma è soprattutto un militare che si è guadagnato competenza sul campo.
È la linea Draghi: atlantismo, competenze sul campo e poca politica. Del resto Portolano arriva dal Covi, Comando operativo di vertice interforze, il cuore del nostro apparato militare, fiore all'occhiello della Difesa.
Portolano è stato in Iraq all'inizio degli anni Novanta e in Kosovo, ma in particolare nell'ultimo mese ha svolto il delicato lavoro di evacuazione dei nostri militari e connazionali da Kabul, in Afghanistan.
Lascia il Covi, quindi, dove potrebbe arrivare il generale Francesco Paolo Figliuolo, attuale commissario per l'emergenza sanitaria. In teoria Figliuolo potrebbe mantenere entrambi gli incarichi, anche perché tra le competenze del Covi c'è anche quella logistica di emergenza sul territorio nazionale. Le nomine non sono finite qui.
Perché a breve dovrà essere nominato il nuovo capo di stato maggiore della Difesa. L'incarico di Enzo Vecciarelli, da sempre considerato vicino al Partito democratico e in particolare all'ex ministro Roberta Pinotti, è in scadenza a novembre. C'è una regola non scritta che riguarda lo stato maggiore della Difesa, ovvero che ci sia una rotazione nelle varie forze armate. Vecciarelli arrivava dall'aeronautica, ora tocca alla Marina militare.
A quanto pare potrebbe arrivare Giuseppe Cavo Dragone, attuale capo di stato maggiore della Marina militare, anche lui molto stimato a Washington. L'unico ostacolo potrebbe essere l'età, perché ha 64 anni. Ma a Palazzo Chigi starebbero pensando a un decreto ad hoc per superare la questione, come del resto è stato fatto anche per la proroga di Mario Parente alla direzione dell'Aisi, il nostro controspionaggio.
Nel caso in cui però non dovesse essere approvato un decreto, allora a prendere il posto di Vecciarelli potrebbe essere il suo vice Dario Giacomin oppure il capo della Squadra navale, Enrico Credendino. Lo stesso Credendino potrebbe prendere il posto di Cavo Dragone come capo di stato maggiore della Marina militare.
Ma nel mondo delle stellette fanno notare che in questa tornata di nomine un incarico potrebbe andare anche al generale di squadra aerea Gianni Candotti, con una lunga esperienza negli Stati Uniti. Del resto è in scadenza anche il capo di stato maggiore dell'Aeronautica Alberto Rosso. Potrebbe succedergli il sottocapo Luca Goretti. Ma dovrà comunque rispondere alle nuove regole di Palazzo Chigi: linea atlantica, competenze sul campo e poca politica.
Enzo Vecciarelli GIUSEPPE CAVO DRAGONE enzo vecciarelli