1. NON SI ERA MAI VISTA UNA VERGOGNA TRASFORMATA IN FIEREZZA NAZIONALE. LA CARCASSA DEL COMANDO MARINARO ITALIANO È STATA ESIBITA COME UNA BANDIERA. E IL COLORE DELLA RUGGINE E I RESIDUI D’OLIO ESAUSTO ERANO SPACCIATI PER POLVERE DI STELLE 2. ECCO PERCHÉ NON SEMBRAVA, QUELLA DEL PREMIER MATTEO RENZI SUL MOLO DI GENOVA, LA VISITA ALLO SCHELETRO DI UNA NAZIONE, MA AVEVA INVECE IL TONO DELLA PASSEGGIATA ALLEGRA, DELL’AUTOPROMOZIONE: L’INDUSTRIA, LA SCUOLA, L’INGEGNERIA ITALIANA... E SEMPRE DICENDO DI NON VOLER FARE PASSERELLA, RENZI FINIVA COL FARLA 3. “I FRANCESI HANNO VISTO CHE POSSONO FIDARSI DI NOI. CHIAMERÒ HOLLANDE E GLI DIRÒ DI NON ESSERE PREOCCUPATO PER COME LAVORANO GLI ITALIANI”. E NON SI FA SCAPPARE L'OCCASIONE PER CELEBRARE ANCHE LA VITTORIA DI VINCENZO NIBALI AL TOUR DE FRANCE: “OGGI LA MAGLIA GIALLA HA IL PROFUMO GIUSTO”. NON MANCA NEPPURE UNA BATTUTACCIA POLEMICA CHE RIEVOCA LA VIA CRUCIS DELLE RIFORME IN QUEL DI ROMA, RIVOLTA AI CRONISTI CHE LO ASSEDIANO E LO STRATTONANO: “SIETE PEGGIO DEL PARLAMENTO”

Francesco Merlo per “La Repubblica”

 

MATTEO RENZI AGNESE CONCORDIAMATTEO RENZI AGNESE CONCORDIA

Non si era mai vista una vergogna trasformata in fierezza nazionale. La carcassa del Comando Marinaro Italiano è stata esibita come una bandiera. E il colore della ruggine e i residui d’olio esausto erano spacciati per polvere di stelle. Nel bel mezzogiorno genovese di ieri l’Italia si è inchinata — il contrappasso dell’inchino! — dinanzi alla rovina della sua secolare Storia Navale.

 

Lo smantellamento della carcassa, che da sempre è la forma di sopravvivenza degli accattoni di tutto il mondo, frutterà infatti al consorzio Saipem e San Giorgio del Porto 100 milioni di euro, 2 mila lavoratori per 22 mesi di divoramento: soldi, soldi, soldi, i maledetti soldi della disgrazia; le estreme, illusorie fortune della sventura.
 

Ecco perché non sembrava, quella del presidente del consiglio Matteo Renzi sul molo di Genova, la visita allo scheletro di una nazione, ma aveva invece il tono della passeggiata allegra, dell’autopromozione: l’industria, la scuola, l’ingegneria italiana... E sempre dicendo di non voler fare passerella, Renzi finiva col farla.

 

la concordia a genova matteo renzi roberta pinotti 33la concordia a genova matteo renzi roberta pinotti 33

E va bene che queste sono le comprensibili leggi della politica-spettacolo, ma qui la rottamazione non è più metafora. Sempre premettendo che «non è un giorno lieto e nessuno mette le bandiere per festeggiare», l’evidente gioia di Renzi era fuori luogo, e le pacche sulle spalle, gli abbracci, i sorrisoni e gli scherzi, «ragazzi, siete peggio che in Parlamento», erano quelli delle Grandi Opere, ma da costruire e non da demolire; delle Industrie che nascono e non di quelle che muoiono, dell’inizio e non della fine (anche) di una retorica.
 

la concordia a genova matteo renzi roberta pinotti 28la concordia a genova matteo renzi roberta pinotti 28

E mentre il ministro Galletti patriotticamente diceva che «i francesi dovrebbero imparare a fidarsi un po’ di più di noi italiani» e Franco Gabrielli finalmente esultava, «basta scaramanzia, la missione è compiuta», lento si riproduceva nell’aria di questa estate, che ha il passo leggero della tramontana, la malinconica “musica ambient” dell’arcitalianissimo dialogo tra i comandati Gregorio De Falco e Francesco Schettino, che furono chitarra e voce nella notte senza fine. E quel «torni a bordo cazzo», ormai più identitario di Fratelli d’Italia, del Va pensiero e di Volare, riemergeva invincibile dal naufragio dei cronisti televisivi: «ci siamo quasi, ci siamo quasi,… la Costa Concordia abbraccia le colline della Lanterna ».

 

Era davvero imbarazzante l’interminabile vaniloquio di circostanza che di solito la Rai e le nostre Tv riservano alle incoronazioni e alle elezioni dei capo di Stato: «I delfini stanno accompagnando la nave sino al porto. Tutti stanno seguendo l’epopea della Costa. È un’immagine magnifica e terrificante insieme ».
 

la concordia a genova matteo renzi 31la concordia a genova matteo renzi 31

Diciamo la verità: non c’è italiano per bene che ieri non abbia sofferto nel vedere che nel porto della superba Genova lo stupido fallimento di un popolo di navigatori veniva esibito come un moderno Rinascimento. Mai eravamo arrivati a celebrare come vita nuova la mummia della gloriosa Industria Italiana delle grandi navi, autoaffondata in una pozza a pochi metri dalla riva dell’Isola del Giglio ed ora imbavagliata e tenuta in equilibrio da cassoni-stampelle e incatenata, come una bestia in cattività, a dei cavi guinzaglio. Magari si potessero cancellare i 32 morti, e davvero smaltire la vergogna, cannibalizzarla e risputarla sotto forma di orgoglio nazionale.
 

Dunque dispiace dirlo, ma il capo della protezione civile, le autorità portuali, sindaci, governatori e ministri, sino appunto al presidente del consiglio, al di là delle buone intenzioni, annunziando lo smantellamento della vergogna come nuova risorsa nazionale ed elevando l’antica voracità dei ferrivecchi a via di sviluppo di una paese in decadenza, somigliavano alla famiglia Ciraulo, affamati divoratori di navi dismesse che nel porto di Palermo agli ordini di Toni Servillo nel ruolo di papà Nicola, (Lsu, ovviamente: Lavoratore socialmente utile) arraffavano un manometro, si contendevano un timone, smontavano un boccaporto e si portavano a casa la “biscaggina”, la scaletta che Schettino non risalì mai.
Ed è facile immaginare fisicamente queste mosche del rottame anche senza avere visto il bel film di Daniele Ciprì (“È stato il figlio”).

la concordia a genova matteo renzi 30la concordia a genova matteo renzi 30

 

Sono infatti i nipotini degli smantellatori raccontati da Lewis in “Napoli 44”, gli stessi accattoni che a Genova ieri hanno affittato terrazzini e balconi, “solo a telecamere” stava scritto a pennarello blu su carta a quadretti come nei menù estivi improvvisati dei bagnini abusivi. Davvero un topos dell’economia dello smaltimento di cui vivono, in tutto il mondo, i parassiti del residuo, i divoratori di carcami dell’India più povera che incredibilmente sembrano ispirare le foto del balletto dei nostri tecnici attorno al cimitero della Costa:

 

“operai di salvataggio” li chiamano, e alcuni sono olandesi, ma è italiano quel macho che si è fatto fotografare mentre piega sul proprio super bicipite un modellino della Concordia. Internet è piena di foto di questi salvatori che stappano birra Moretti e si spruzzano l’un l’altro, festeggiano, saltano, si abbracciano e si fanno i selfie.
 

E augurandosi che Genova diventi il porto della demolizione d’Europa il presidente della Regione Burlando sembrava non sapere che il capitalismo internazionale ha espulso dalle sue attività civili la distruzione di questi cadaveri ferrosi perché troppo costosa e pericolosa.

 

la concordia a genova matteo renzi 29la concordia a genova matteo renzi 29

E oggi la trasformazione e lo smaltimento di più di 700 navi all’anno avvengono nel Terzo Mondo e “a mani nude” in Pakistan, Bangladesh e soprattutto in India, nello stato di Gujarat, su una spiaggia che una volta era incontaminata e che si chiama Alang dove 40mila operai ridotti alla fame per due dollari l’ora si arrampicano e smembrano quelle “città fantasma” con i ventri squarciati, e sono tagliatori, maneggiatori di fiamma ossidrica, arrampicatori, un folla visiva che, ha raccontato William Langewiesche (“Terrore dal mare”, Adelphi 2005) solo a poco a poco prende senso, tra cavi infiammabili, pareti sottili… e le preziosissime campane di bordo riciclate nei templi indù. Ed è tutto un cigolare, uno scricchiolare, uno sbattere di acciaio sul legno che, anche ieri sul molo di Genova, era già rumore di fondo, la musica del nostro declino, della nave che, divorata, via via sparisce.

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO