NON SPEZZIAMO IL PANE PER SPEZZARE IL BIDEN - I VESCOVI PIÙ CONSERVATORI NON VOGLIONO DARE LA COMUNIONE AL POVERO JOE PER LA SUA POSIZIONE SULL'ABORTO. E A DIRIMERE IL CASO SARÀ UNA COMMISSIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEGLI USA, COSTITUITA APPOSTA PER ESAMINARE IL DILEMMA DEL SECONDO PRESIDENTE CATTOLICO NELLA STORIA DEL PAESE DOPO KENNEDY - BERGOGLIO E' OVVIAMENTE PRO-BIDEN

-

Condividi questo articolo


 

Paolo Mastrolilli per “la Stampa

 

JOE BIDEN PAPA FRANCESCO BERGOGLIO JOE BIDEN PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

L' elezione di Joe Biden ha spaccato i cattolici americani, al punto che i vescovi potrebbero decidere di negargli la comunione per la posizione sull' aborto. A deciderlo sarà una commissione della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), costituita apposta per esaminare il dilemma del secondo presidente cattolico nella storia del paese dopo Kennedy, e decidere la linea da adottare. Una scelta che potrebbe mettere i vescovi in contrasto non solo col nuovo capo della Casa Bianca, ma anche col Papa.

 

Biden è un cattolico praticante, che spesso parla della sua fede come una motivazione del proprio servizio pubblico. E' personalmente contrario all' aborto, ma non pensa che lo Stato debba vietarlo. Il 7 novembre l' arcivescovo di Los Angeles José Gomez, presidente della Usccb, aveva pubblicato un comunicato di congratulazioni, con cui riconosceva la sua elezione: «Il popolo americano ha parlato.

 

Ora è tempo per i nostri leader di riavvicinarsi in uno spirito di unità nazionale, e impegnarsi nel dialogo e il compromesso per il bene comune». Il 12 Francesco ha chiamato Joe, uno tra i primi leader mondiali a sentirlo, per benedirlo e discutere i temi su cui lavorare insieme.

 

L' iniziativa del presidente dei vescovi però non è piaciuta ai colleghi più conservatori, e quello della diocesi texana di Tyler, Joseph Strickland, lo ha criticato così: «Apprezzo il riconoscimento da parte di Gomez che le politiche proposte da Biden divergono dagli insegnamenti cattolici in maniera significativa. Resta problematico che la Usccb tratti le elezioni come se fossero certificate, quando non lo sono, e continuano ad essere una fonte di divisione».

LARCIVESCOVO DI LOS ANGELES JOSE GOMEZ LARCIVESCOVO DI LOS ANGELES JOSE GOMEZ

 

Lunedì e martedì la Conferenza episcopale ha tenuto la sua riunione annuale in forma digitale, e il dilemma è emerso. Gomez lo ha affrontato creando una commissione guidata dall' arcivescovo di Detroit Allen Vigneron, che studierà il caso: «Il presidente eletto - ha scritto - ci ha dato ragione di pensare che sosterrà buone politiche», ad esempio su migrazioni, clima, giustizia sociale e razziale. Nello stesso tempo, però, sostiene posizioni che «minano la nostra preminente priorità di eliminare l' aborto».

 

Nell' ottobre dell' anno scorso Robert Morey, parroco della Saint Anthony Catholic Church di Florence, in South Carolina, aveva negato l' eucaristia a Biden per questa ragione. Diversi teologi pensano che la commissione Vigneron potrebbe ufficializzare il rifiuto della comunione, anche se gli stessi cardinali conservatori sono divisi, con Burke favorevole e Dolan contrario.

 

I cattolici americani sono spaccati, come il resto del Paese: secondo l' istituto Norc della University of Chicago, il 50% ha votato Trump e il 49% Biden. Così hanno forse determinato la vittoria di Joe, perché nel 2016 Donald aveva battuto Hillary di 8 punti in questo gruppo, e il pareggio del 3 novembre gli ha fatto perdere consensi decisivi soprattutto fra i bianchi.

JOE HUNTER BIDEN JOSE MARIO BERGOGLIO PAPA FRANCESCO JOE HUNTER BIDEN JOSE MARIO BERGOGLIO PAPA FRANCESCO

 

La divisione nell' episcopato, però, tocca anche il rapporto col Vaticano. Non è un mistero che tra i vescovi americani ci siano alcuni degli oppositori più determinati di Francesco, alcuni sospettati di complottare contro di lui. Il Papa ha negato udienza al segretario di Stato Pompeo durante la recente visita a Roma, segnalando la distanza da Trump, e Biden ora rischia di diventare un altro elemento di divisione.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…