giuseppe conte massimo d alema dalema

IL NUOVO PARTITO DI CONTE SARA' UNA RIEDIZIONE DEI DS? L'AVVOCATO DI PADRE PIO STA "ORGANIZZANDO" IL SUO MOVIMENTO CON LUNGHE TELEFONATE A BETTINI, D'ALEMA E PROVENZANO E SNOBBA TUTTI I BIG CINQUESTELLE - OGGI SCADE L'ULTIMATUM FISSATO DA CASALEGGIO: O I PARLAMENTARI PAGANO IL DOVUTO PER LA PIATTAFORMA ROUSSEAU OPPURE IL DIVORZIO SARÀ DOLOROSO. CASALEGGIO È PRONTO A PORTARSI VIA SOFTWARE E DATABASE CON LE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI ISCRITTI DEL M5S (MAGARI PER FARE UN PARTITO DURO E PURO CON DI BATTISTA) - CHE FARA' CONTE CON LA REGOLA CHE VIETA IL TERZO MANDATO?

MASSIMO DALEMA GIUSEPPE CONTE

Ilario Lombardo per "la Stampa"

 

Se dovesse rispondere alla domanda su cosa abbia fatto in questi due mesi, da quando non è più presidente del Consiglio, Giuseppe Conte direbbe: «Li ho passati in gran parte al telefono». Sin dal primo giorno in cui ha lasciato Palazzo Chigi l'avvocato ha dovuto fare i conti con un suo limite e una categoria che in politica è essenziale: il tempo. Ora dice di essere «pronto» e che tra una settimana presenterà il suo progetto di rifondazione del M5S.

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

 

Intanto però ha dilatato il più possibile il tempo, inseguito prima dalle preghiere di chi desiderava che rimanesse punto di riferimento della coalizione tra M5S e Pd e infine di chi (tutto lo stato maggiore dei 5 Stelle più Beppe Grillo) lo ha convinto che fosse meglio avere un partito alle spalle, anche se quel partito è la bolgia indiavolata dei grillini, in eterno equilibrio sopra il Big Bang.

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

A casa della compagna Olivia Palladino, nel pieno centro di Roma, a parte qualche corsetta per recuperare forma, Conte ha intessuto lunghe e profonde conversazioni telefoniche con Goffredo Bettini, amico e stratega del Pd, con il segretario dem Enrico Letta, con il vice Peppe Provenzano, con l'ex presidente del Consiglio Massimo D' Alema, con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, Pd anche lui. Una corrispondenza d'amorosi sensi che non è sfuggita ai musi lunghi del M5S. «Risponde al Pd e non a noi» lamentano. E, a eccezione del capo reggente Vito Crimi e del ministro Luigi Di Maio, sembra proprio che sia così.

rocco casalino con giuseppe conte

 

In questi due mesi Conte ha parlato poco in pubblico. Ha partecipato a due assemblee del M5S, costretto dalla necessità di placare l'ansia dei grillini che si sentono tagliati fuori, senza una guida e senza una voce. Accanto a lui, in religiosa attesa, sono rimasti i collaboratori più fedeli: il portavoce Rocco Casalino, Maria Chiara Ricciuti, il social media manager Dario Adamo. A loro ha confidato la sua convinzione: «Il M5S deve diventare un partito a tutti gli effetti».

 

GIUSEPPE CONTE DARIO ADAMO

Un partito che non può essere esposto agli umori di Beppe Grillo o «ai ricatti» dell'imprenditore privato Davide Casaleggio. Ogni mattina che si sveglia Conte deve autoconvincersi di aver fatto la scelta giusta e non è facile farlo quando ti trovi il M5S nella guerra dei Balcani.

 

Alessandro Di Battista e Casaleggio, in piena sindrome scissionista, e ora anche Grillo che se ne esce a difesa del figlio accusato di stupro con un video che fa a pezzi i principi fondativi del suo stesso Movimento, e costringe l'ex premier a dare una risposta, sollecitato anche dal Pd, nella speranza di preservare la suspense sulla presentazione del nuovo M5S.

DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Oggi invece scadrà l'ultimatum fissato da Casaleggio jr. O gran parte dei parlamentari pagano le somme dovute all' Associazione Rousseau per il funzionamento dell'omonima piattaforma del M5S, oppure il divorzio sarà doloroso. Casaleggio ha detto che è pronto a portarsi via software e database con le centinaia di migliaia di iscritti del M5S. Crimi gli ha detto che non può farlo e gli ha inviato una diffida. Fino all'ultimo Conte ha cercato di evitare di finire coinvolto in una causa, spingendo per una mediazione ragionevole, ma a questo punto potrebbe non esserci alternativa.

 

conte di maio

Grillo aveva proposto all'ex premier di farsi eleggere nel direttivo dei cinque ancora in sospeso, così da preparare il cambio dello statuto e la sua incoronazione. Non ha voluto. Ora Casaleggio rifiuta qualsiasi offerta di compromesso e impedisce la votazione degli attivisti, necessaria, da regolamento, per legittimare il nuovo statuto e aprire all'éra Conte.

 

raggi conte

Gli avvocati sono pronti e per riavere in fretta iscritti, votanti e piattaforma sono pronti a muoversi con la richiesta di una procedura d'urgenza, anche perché è sempre più forte il sospetto che Casaleggio stia studiando, assieme al suo braccio destro Enrica Sabatini e a Di Battista, un progetto politico alternativo, in nome del padre Gianroberto e della purezza delle origini.

 

Da giorni i 5 Stelle sono come allucinati da una sensazione di impotenza. Chiedono risposte, un segnale. Ebbene, Conte si è deciso. Aspetterà la mossa di Casaleggio ma poi agirà. «Ci siamo, prossima settimana presenterò statuto e carta dei valori», fa sapere. Glielo ripetono da sempre che in politica il tempismo è tutto e non si può lasciare a lungo il palcoscenico vuoto.

DAVIDE CASALEGGIO E ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Ma la maturazione da presidente del Consiglio a leader politico del M5S è un processo che ha voluto gestire con il passo più lento dello studioso. I prossimi giorni segneranno il ritorno in scena. Anche perché, il 29 aprile, l'ex premier parteciperà al primo appuntamento di Agorà, il think tank di Bettini. Con lui ci sarà Letta e la vicepresidente dell'                                     Emilia-Romagna Elly Schlein.

 

Una prima foto di gruppo della coalizione che sarà. In queste settimane Conte ha lavorato molto sull'apparato intellettuale che immagina per il M5S. Soprattutto sulla scuola di formazione e sul dipartimento per i rapporti internazionali che vede come motore di crescita della classe dirigente, ma che potrebbe anche servire a trovare una sistemazione per chi non dovesse essere rieletto.

virginia raggi e giuseppe conte affacciati al balcone del campidoglio 2

 

Uno dei motivi per cui si sta tenendo alla larga dai grillini è perché non ha ancora una risposta chiara alla loro principale angoscia: che fare con la regola che vieta il terzo mandato? Nel frattempo sta cercando anche di capire come evitare di esordire con una sicura sconfitta.

 

Entro giugno si decideranno alleanze e candidati nelle grandi città, e il M5S a Milano, Torino, Napoli è senza certezze. Solo a Roma Virginia Raggi ha deciso per sé e imposto a tutti, Conte compreso, la sua candidatura. L' ex premier preferisce concentrarsi sull' identità che avrà il suo Movimento, incardinato nel paradigma del green new deal. Il confronto con i sondaggisti lo ha convinto a superare le riluttanze verso la formula «né di destra né di sinistra», perché rimane comunque una fetta di elettorato del M5S che non è stata stregata da Giorgia Meloni e da Matteo Salvini, ma che resta in un' area ideologica più vicina al sovranismo. Una prospettiva incoraggiata dal leader del Pd Letta e sui cui sembrano d' accordo: essere diversi e complementari è il miglior modo per ampliare il consenso.

giuseppe provenzano foto di bacco (1)

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO