cicciolina in parlamento

ONOREVOLI CICCIOLINI - NON SOLO ILONA STALLER: LA STORIA REPUBBLICANA È PIENA DI SVIPPATI DIVENTATI PARLAMENTARI - GERRY SCOTTI E FRANCA RAME LASCIARONO AMAREGGIATI - IL POETA ROMANO TRILUSSA E IL PITTORE RENATO GUTTUSO SONO STATI SENATORI - IL FASCISMO VOLEVA FAR DIVENTARE UN MITO IL COMANDANTE UMBERTO NOBILE, MA QUELLO FU ELETTO CON IL PCI - MASSIMO BOLDI E FRANCO CALIFANO SI CANDIDARONO, PER FORTUNA INVANO...

Marco Sarti per www.linkiesta.it

 

UMBERTO NOBILE

Tanti conoscono la storia di Ilona Staller, la pornostar diventata deputata della Repubblica alla fine degli anni Ottanta. Ma non tutti sanno che il poeta romano Trilussa e il pittore Renato Guttuso sono stati entrambi senatori. Dal presentatore tv Gerry Scotti al premio Nobel Eugenio Montale, la lista delle celebrità che hanno avuto un seggio in Parlamento è lunga e in buona parte dimenticata.

 

Il comandante Umberto Nobile è passato alla storia per le due trasvolate sul Polo Nord. Il fascismo voleva farne un eroe nazionale, ma alla caduta del regime divenne senatore nelle liste del Partito Comunista. Paradossi parlamentari. Dalla tenda rossa ai divanetti di Montecitorio, il generale del dirigibile Italia fu eletto all’assemblea costituente con 33.373 preferenze. Il secondo più votato nella sua circoscrizione alle spalle di Palmiro Togliatti. A lui, raccontano, gli italiani devono l’articolo 9 della Costituzione, dove si stabilisce che «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica».

 

Giorgio Strehler

Giorgio Strehler è entrato a Palazzo Madama nel 1987. Esponente della Sinistra Indipendente, sul sito del Senato ancora si può trovare la sua scheda personale. Foto, data di nascita, gruppo parlamentare e professione: «Direttore del Piccolo teatro di Milano, direttore del Theatre de l’Europe».

 

leonaro sciascia

Lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia ha preferito la Camera dei deputati. Eletto nel 1979 con i Radicali, della sua esperienza a Montecitorio si ricorda l’attività nella bicamerale Antimafia e nella commissione di inchiesta sul sequestro Moro e il terrorismo.

 

DARIO FO FRANCA RAME

L’apparizione di Franca Rame a Palazzo Madama è più recente. L’attrice teatrale, moglie di Dario Fo, si è candidata con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro alla vigilia della XV legislatura. Due anni da senatrice, poi le dimissioni senza nascondere una certa amarezza. È il destino di molti artisti, incuriositi e delusi dai palazzi delle istituzioni.

 

DARIO FO E FRANCA RAME

A rileggerla oggi, la lunga lettera indirizzata al presidente Franco Marini per annunciare il passo indietro sembra quasi un manifesto. «Al Senato – scrive Franca Rame – non si usa ascoltare chi interviene, anche se l’argomento trattato è più che importante. No, la maggior parte dei presenti chiacchiera, telefona su due, tre cellulari, legge il giornale, sbriga la corrispondenza».

 

Nasce anche qui la scelta delle dimissioni, una questione di coerenza nei confronti dei suoi elettori: «Proprio per non deludere le loro aspettative e tradire il mandato ricevuto, vorrei tornare a dire ciò che penso, essere irriverente con il potere come lo sono sempre stata, senza dovermi mordere in continuazione la lingua, come mi è capitato troppo spesso in Senato».

 

gerry scotti

Le cronache ricordano un altrettanto deluso Virginio Scotti, in arte Gerry. Giovane deejay radiofonico poi diventato volto noto della televisione italiana. Quando si candida per la Camera con il Partito socialista è il 1987, ha appena compiuto trent’anni. A Milano raccoglie quasi 10 mila preferenze. Viene eletto, ma lo scranno da onorevole diventa presto un incubo. Il periodo trascorso a Montecitorio è scandito da continue frustrazioni che Scotti ha raccontato in una recente intervista a Libero. «È stata una brutta pagina perché non sono riuscito a dare nulla. Non avevo ruoli, sono stato relegato a schiacciare un bottone. In quattro anni mi hanno fatto venire la nausea».

 

cicciolina in parlamento

Di Cicciolina si è già detto. La pornostar si presenta trent’anni fa con i Radicali. Candidatura scandalistica e provocatoria, secondo molti, eppure apprezzata dagli elettori. Nel collegio di Roma la Staller conquista 19.886 voti, seconda solo a Marco Pannella. In quella lista, tanto per dire, il giovane Francesco Rutelli arriva a 12 mila preferenze (c’è anche Cochi Ponzoni, fermo a 531).

 

Dalla commissione Difesa ai Trasporti, durante tutta la legislatura l’attrice ungherese non rinuncerà mai alla sua carriera hard, alternando i suoi spettacoli alle lunghe sedute a Montecitorio. Alla Camera la giovane onorevole si concentra su alcune questioni, in particolare le carceri e la libertà sessuale.

 

vota cicciolina

In una recente intervista, Ilona Staller ha svelato un inedito retroscena sull’argomento. «Io gli dissi: “Cicciolino Pannella, per me questa è una battaglia importante”. E lui mi rispose che dovevo portare avanti la mia opinione, le mie idee. Pannella del resto ha sempre sostenuto che l’amore è la cosa più bella del mondo, contrapponendolo alla guerra e alla violenza, e sostenendo la libertà nel fare sesso».

 

gianni rivera

Sono tanti anche gli sportivi prestati alla causa. Dalla campionessa di sci Manuela Di Centa al pallone d’oro Gianni Rivera. L’ex centrocampista del Milan ha giocato una parte importante della sua carriera proprio a Montecitorio, dove ha attraversato quattro legislature militando nella Democrazia Cristiana e nell’Ulivo.

 

E se alla Camera siede ancora oggi la schermitrice plurimedagliata Valentina Vezzali, la canoista olimpica Josefa Idem ha un posto a Palazzo Madama (senza dimenticare il breve trascorso nel governo Letta).

 

DOMENICO MODUGNO

E poi ci sono i cantanti, da Sanremo al Transatlantico. Domenico Modugno, indimenticabile interprete di Nel blu dipinto di blu, è entrato al Senato nella X legislatura. Anche lui con i Radicali.

 

Negli stessi anni era in Parlamento un altro grande interprete della musica italiana, Gino Paoli. Lui però è stato eletto alla Camera, iscritto al gruppo della Sinistra Indipendente.

 

FRANCO CALIFANO

Franco Califano invece ha soltanto sfiorato l’elezione. Il grande cantautore si era candidato alla Camera nel 1992, in lista con il Partito Socialdemocratico. Ma il sogno di diventare deputato è svanito dopo aver conquistato solo 198 preferenze. Il Califfo non è l’unico artista ad aver tentato senza successo la scalata al palazzo.

 

massimo boldi in vacanza su marte

Nello stesso anno l’attore Massimo Boldi si è candidato alle Politiche con il Partito socialista. Ottenendo duemila preferenze nella circoscrizione Como-Sondrio-Varese, anche quelle insufficienti per entrare a Montecitorio.

 

La lista delle celebrità è lunga. A elencarle tutte si rischiano accostamenti indebiti. Dai cinepanettoni alla grande pittura, è impossibile non ricordare Renato Guttuso. Senatore comunista dal 1976 al 1983, eletto a Palazzo Madama per due legislature. Solo pochi anni prima del suo ingresso in Parlamento, il grande artista siciliano aveva dipinto i funerali di Togliatti, una delle opere più evocative.

 

RENATO GUTTUSO

Artisti e sportivi, cantanti e attori. È la stessa Costituzione ad aprire le porte del Parlamento a chi si distingue nella propria professione. L’articolo 59 della Carta attribuisce al presidente della Repubblica la nomina dei cittadini «che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario».

 

EDUARDO DE FILIPPO

E qui l’elenco dei parlamentari coincide con la storia del nostro Paese. Arturo Toscanini, nominato senatore a vita nel 1949, rinunciò al seggio nel giro di poche ore.

 

L’anno dopo toccò a Carlo Alberto Salustri, più noto come Trilussa. Nel 1967 entrò a Palazzo Madama il poeta Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura (ci rimase per cinque legislature, fino al 1981). Ma tra i senatori a vita si ricordano anche l’attore Eduardo De Filippo e la scienziata Rita Levi Montalcini. Onorevoli non per caso, ma per indiscutibili meriti.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO