luigi di maio matteo salvini

ORE CALDE PER IL DESTINO DEL GOVERNO - SALVINI E DI MAIO ALLA TRATTATIVA FINALE SU AUTONOMIA, RUSSIAGATE E SICUREZZA BIS - I GIALLOVERDI DOVRANNO DECIDERE SE METTERE DA PARTE LE LAGNE E PROSEGUIRE OPPURE FAR SALTARE IL TAVOLO - E MERCOLEDÌ CONTE È ATTESO AL SENATO PER RIFERIRE SUI RAPPORTI TRA LEGA E MOSCA…

Paolo Bracalini per “il Giornale”

 

salvini di maio

Settimana di suspense per la tenuta del governo, anche se Lega e M5s hanno ormai abituato di minacciare rotture che poi puntualmente non avvengono e lanciare ultimatum che si sgonfiano subito dopo. Al netto delle simulazioni e del gioco delle parti, però, il calendario dei prossimi giorni non è dei più semplici per la maggioranza gialloverde. Nel giro di poche ore si accavallano tre nodi che stanno infiammando i rapporti già traballanti tra i due azionisti di governo: l' autonomia delle regioni del nord, il Russia-gate leghista, il voto sul dl Sicurezza bis di impronta salviniana perciò sgradito ai pentastellati.

 

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

Quel che succederà su ognuno dei tre dossier influenzerà l' esito degli altri. La partita sull'autonomia è probabilmente la più complicata. Dopo il botta e risposta tra Conte e i due governatori leghisti Fontana e Zaia, sempre più spazientiti per il tentativo di sabotaggio della riforma, il premier ha chiesto un vertice chiarificatore con i due vicepremier e annunciato un tavolo tecnico con la ministra Erika Stefani e gli stessi presidenti di regione. Ma all'annuncio non è seguita alcuna convocazione, mentre Salvini ha smentito le voci su un faccia a faccia con Di Maio («Non ho incontri in agenda. Per il futuro siamo nelle mani del buon Dio»).

 

matteo salvini vladimir putin luigi di maio

Per oggi era prevista una riunione per discutere due capitoli fondamentali dell' autonomia differenziata, la parte finanziaria e i poteri delle regioni in materia di beni culturali, sezioni già concordate nella bozza ma poi rimesse in discussione dai grillini (spalleggiati da Conte) che vorrebbero un sistema di perequazione che di fatto annulla gli effetti positivi dell' autonomia con l' introduzione di un tetto al Pil sforato il quale Lombardia e Veneto dovrebbero versare l' eccedenza al sud (una follia firmata dalla ministra M5s Lezzi).

 

di maio conte salvini 2

Di Maio ribadisce la litania meridionalista: «Ascoltiamo i governatori, ma non permetteremo a nessuno di spaccare il l' Italia». La data per la resa dei conti sull' autonomia sarebbe giovedì, in Consiglio dei ministri, ma con le divergenze in campo e la dichiarazione dei governatori di non voler firmare accordi al ribasso l' eventualità che l' approdo del testo a Palazzo Chigi slitti nuovamente resta alta. Poi ci sarebbe comunque il passaggio in Parlamento, per cui l' odissea dell' autonomia (i referendum in Lombardia e Veneto sono stati nell' ottobre del 2017) è ancora lunga.

 

DI MAIO CONTE SALVINI

Nel frattempo il governo sarà sotto stress anche sugli altri due fronti. Mercoledì pomeriggio il premier Conte è atteso al Senato per riferire sulle «presunte trattative tra esponenti del partito Lega-Salvini Premier e personalità di nazionalità russa», così si legge nel calendario di Palazzo Madama.

 

I toni usati dal premier, e poi dal M5s nel dibattito in aula che ne seguirà, saranno analizzati minuziosamente dai leghisti per pesare l' affidabilità del partner di governo. Il senatore Salvini potrebbe intervenire a nome della Lega, ma una replica diretta del leader leghista al premier alzerebbe notevolmente la tensione, per questo motivo l' intervento di Salvini non è dato ancora per certo.

 

Poi c'è il dl Sicurezza, approdato ieri alla Camera. Salvini vuole approvarlo prima della pausa estiva, perciò non si esclude il ricorso al voto di fiducia in modo da accelerarne il passaggio al Senato per l' ok definitivo. Nei lavori preparatori nelle commissioni non sono mancate le tensioni tra Lega e M5s, che ha accusato Salvini di voler fare «solo propaganda» ma che poi ha finito col firmare gli emendamenti leghisti.

SALVINI DI MAIO CONTE

Il braccio di ferro si potrebbe risolvere nel solito fuoco di paglia per eccitare i rispettivi elettori, ma potrebbe anche riproporsi in aula.

 

Intanto sul tema bollente dell' autonomia scendono nuovamente in campo gli industriali a sostegno dei governatori di Lombardia e Veneto. Per Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto, il tentativo del governo (leggi Conte e componente M5s) di annacquare e svuotare l' autonomia «sta facendo perdere fiducia alle imprese» perché con la riforma «non si tratta di nord o sud, ma di risparmi importanti che si possono fare anche al sud», mentre invece da parte del governo «si assiste ad una strumentalizzazione molto pericolosa su temi che vanno poi a toccare gli investimenti». Altrettanto deciso l' intervento del numero uno di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti: «O l' autonomia passa o è meglio che questo governo vada a casa».

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”