licenziamento

UN PAESE DA LICENZIARE - I SINDACATI MINACCIANO LO SCIOPERO GENERALE SE IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI NON SARÀ ESTESO PER TUTTO IL 2020 - L'ALLUNGAMENTO POTREBBE ARRIVARE SOLO PER LE AZIENDE CHE UTILIZZERANNO LA CASSA INTEGRAZIONE. PER TUTTE LE ALTRE IL PROVVEDIMENTO, FINORA PREVISTO FINO AL 17 AGOSTO, POVREBBE SCADERE INVECE A METÀ OTTOBRE - NANNICINI: C'È UNA PENTOLA A PRESSIONE CHE POI SCOPPIERÀ. RISCHIAMO DI CREARE UNA BOMBA SOCIALE NEL 2021, QUANDO NON CI SARANNO PIÙ SOLDI DA SPENDERE…”

1 - SCONTRO SUI LICENZIAMENTI PRESSING PER IL RINVIO LUNGO

Jacopo Orsini per “il Messaggero”

 

LICENZIAMENTO

Scontro sul blocco dei licenziamenti con i sindacati che minacciano lo sciopero generale se lo stop non verrà prorogato per tutto il 2020. Il governo resta diviso e il braccio di ferro sull'estensione della misura varata insieme agli altri provvedimenti di sostegno alle imprese e ai lavoratori per l'emergenza Covid è ancora in corso. L'allungamento potrebbe arrivare solo per le aziende che utilizzeranno la cassa integrazione. Per tutte le altre il provvedimento, finora previsto fino al 17 agosto, povrebbe scadere invece a metà ottobre, quando terminerà anche lo stato di emergenza sanitaria.

 

roberto gualtieri si congratula con giuseppe conte per l'informativa sul mes

Ma la norma è ancora in discussione e si potrebbe tornare alla proroga per tutti, come chiedono con forza i sindacati. In una bozza del decreto Agosto, si prevede che per le aziende il divieto di mandare a casa i dipendenti venga prorogato fino al 31 dicembre di quest' anno ma «le preclusioni e le sospensioni non si applicano, a partire dal 15 ottobre 2020, ai datori di lavoro che non hanno in corso sospensioni o riduzioni dell'orario di lavoro connesso all'utilizzo di ammortizzatori sociali per far fronte all'emergenza da Covid 19».

 

MAURIZIO LANDINI OSPITE DI ALLA LAVAGNA

Tra le eccezioni la norma prevede, oltre a cessazioni e fallimenti, anche gli accordi per esodi volontari. Ma anche questa mediazione non ha convinto. E di sicuro la minaccia dei sindacati si è fatta sentire. «Se il Governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020, si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale», hanno sottolineato i segretari di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri. I tre leader sottolineano di avere già indetto un'iniziativa per il 18 settembre, che potrebbe diventare uno sciopero generale.

licenziamento

 

«Dipenderà solo dalle scelte del Governo e della Confindustria», è l'avvertimento. «È inaccettabile» la mancata proroga del blocco, ha rincarato Landini. «Credo che sia utile che il Governo si renda conto che questo è il momento della coesione sociale: non può stare assieme il fatto di dare sgravi contributivi, non fare pagare le tasse e dare poi la libertà di licenziare», ha aggiunto il capo della Cgil.

 

«Chi pensa di anticipare quella data alla fine dello stato di emergenza dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori», sono ancora le parole dei sindacati.

Bonomi

 

Contro la proroga del blocco si schiera invece Confindustria, che invita i sindacati a «progettare insieme la ripresa» invece di invocare lo sciopero: «Se l'esecutivo intende ancora protrarre il divieto dei licenziamenti, il costo per lo Stato sarà pesante - hanno sottolineato gli industriali -. Il divieto per legge assunto in Italia, unico tra i grandi paesi avanzati, non ha più ragione di essere ora che bisogna progettare la ripresa. Esso infatti impedisce ristrutturazioni d'impresa, investimenti e di conseguenza nuova occupazione. Pietrifica l'intera economia allo stato del lockdown».

 

PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO

LE DIVISIONI

Nel governo comunque la partita non è chiusa e le divisioni restano. Al Tesoro c'è chi teme che un ulteriore proroga del blocco per tutto il 2020 possa poi provocare all'inizio dell'anno prossimo una ondata di centinaia di migliaia di licenziamenti. Oltre a scoraggiare nuove assunzioni, visto che poi sarebbe impossibile mandare via i nuovi arrivati. A favore dello stop lungo invece il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha garantito la misura ai sindacati, e i 5 stelle.

 

Ma anche il Pd e Leu, mentre Italia Viva punta alla scadenza breve. «Proprio perché siamo di fronte ai primi segnali di ripresa e alla previsione di crescita del Pil nel primo trimestre del 2021, dobbiamo aiutare le imprese a salvare l'occupazione», ha spiegato Marco Miccoli, responsabile Lavoro dem. «Nei giorni scorsi molti esponenti del governo sono stati chiari - ha proseguito -: blocco dei licenziamenti e cassa integrazione fino al 31 dicembre. Incertezze e misure parziali creerebbero solo preoccupazione e produrrebbero tensioni inutili».

matteo renzi tommaso nannicini 2

 

2 - TOMMASO NANNICINI: «RISCHIAMO LA BOMBA SOCIALE A GENNAIO ORA È IL MOMENTO DI RIFORMARE IL WELFARE»

Luca Cifoni per “il Messaggero”

 

«Rischiamo una bomba sociale a gennaio prolungando un blocco dei licenziamenti generalizzato. E rischiamo anche di sprecare tutte le risorse disponibili in aiuti a pioggia, per poi non averne più da impiegare in un riforma del welfare, che in questo momento è fondamentale». Tommaso Nannincini, economista e senatore del Pd, è tra coloro che sono preoccupati per la possibile estensione fino a fine anno del divieto di licenziare, che scade tra una decina di giorni.

 

L'emergenza non è ancora finita e molto imprese sono in stato di profonda difficoltà, perché è sbagliato dare una tutela ai lavoratori?

bonomi conte

«Una misura di questo tipo era comprensibile durante la fase del lockdown, quando molte aziende erano effettivamente ferme. Però nonostante il divieto in vigore e nonostante il sostanzioso ricorso alla cassa integrazione, abbiamo pagato un costo molto alto, con 500 mila occupati in meno, persone in carne e ossa che non hanno un lavoro e che invece l'avrebbero avuto senza la crisi».

 

Chi sono queste persone?

«Lavoratori autonomi, dipendenti con un contratto temporaneo, precari. Ma anche giovani che avrebbero potuto trovare lavoro ma non ce l'hanno fatta per via dell'emergenza. Non li chiamiamo licenziamenti perché in senso stretto non lo sono, ma il concetto è sempre quello: qualcuno avrebbe potuto essere occupato e ora non lo è».

 

tommaso nannicini

Però si potrebbe obiettare: il fatto che loro siano senza lavoro non è un buon motivo per farlo perdere anche ad altri.

«Non si tratta di far perdere il lavoro a nessuno ma di riuscire a crearlo. Se si congela tutto, l'effetto sarà che nessuno assume. Dobbiamo fare come in altri Paesi europei, che non hanno imposto un blocco assoluto. Serve gradualità, non dico di passare dal divieto al liberi tutti. Il licenziamento deve essere precluso a chi usa la cassa integrazione o aiuti alla liquidità. In quel caso è giusto, perché le aziende ricevono soldi dallo Stato».

 

Invece cosa accadrebbe a suo avviso con un blocco ancora prolungato fino a fine anno?

«C'è una pentola a pressione che poi scoppierà. Perché dopo Natale arriva la Befana. Rischiamo di creare una bomba sociale nel 2021, quando non ci saranno più soldi da spendere perché li avremo consumati tutti. Perché, tra l'altro, per far accettare alle aziende il blocco dei licenziamenti bisogna offrire aiuti a pioggia, prima sotto forma di cassa integrazione anche per chi non ne aveva bisogno, ora con una decontribuzione sganciata dall'assunzione di nuovi occupati. La decontribuzione andrebbe fatta soprattutto per chi assume giovani e donne».

 

Invece come dovrebbero essere usati quei soldi?

«Riformando il welfare per offrire una protezione forte a chi non ha lavoro. Il momento per farlo è adesso. Sto parlando di rafforzare la Naspi, dando un salario di formazione, un reddito vero: cosa che naturalmente sarebbe costosa. E di realizzare politiche personalizzate per la formazione, che al momento non esistono».

cassa integrazione

 

Il tema non è nuovo ed era stato affrontato anche nella scorsa legislatura, quando lei ha avuto anche incarichi di governo. Cosa è mancato?

«Potrei addentrarmi in spiegazioni molto lunghe, ma essenzialmente sono mancate due cose. Innanzitutto non abbiamo messo abbastanza soldi. Il disegno c'era ma non siamo riusciti a finanziarlo a sufficienza. E le riforme a costo zero non esistono. Poi resta da risolvere il problema del rapporto tra Stato e Regioni. Non è possibile che quando si parla di diritti, questi siano declinati in modo diverso da una Regione all'altra. Come per la salute, cosa che ormai è sotto gli occhi di tutti. Questa dovrebbe essere la battaglia di un partito di sinistra: lavoro, formazione, salute, con diritti uguali e forti in tutto il territorio nazionale».

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...