xi jinping coronavirus

PECHINO, VIRUS E IL POTERE CHE VERRA' - IL POLITOLOGO USA CHARLES KUPCHAN: “SE L’EPIDEMIA DOVESSE DURARE NEL TEMPO ED ESPANDERSI, NON È DA ESCLUDERE UN IMPATTO A VALANGA SULLA STESSA LEADERSHIP DI XI JINPING - IL VIRUS CONGELERÀ LA MAGGIOR PARTE DELLE TENSIONI COMMERCIALI ESISTENTI FRA WASHINGTON E PECHINO - IL BRACCIO DI FERRO SUL 5G? NESSUNO DEI DUE STA VINCENDO. LO SCONTRO CON HUAWEI È POLITICA ALLO STATO PURO…”

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

CHARLES KUPCHAN

In un primo momento erano voci di corridoio, poi sono uscite dal palazzo, e si sono moltiplicate sui social network sfuggiti alla censura. L’emergenza coronavirus ora fa paura anche alla Città Proibita, e al suo più autorevole inquilino, il presidente cinese Xi Jinping, che alla gestione della pandemia ha indissolubilmente legato la sua leadership politica.

 

Parola di Charles Kupchan, senior fellow del Council on Foreign Relations, tra i massimi politologi americani esperti di Cina, con un lungo trascorso al National Security Council. In un’intervista a Formiche.net, il professore spiega perché le ambizioni globali del Dragone, compresa la corsa al tech 5G di Huawei, sono appese a un filo sottile. Che oggi passa anche dall’Italia.

trump xi jinping

 

Kupchan, l’Italia è diventata l’epicentro europeo del virus. Bloccare la tratta aerea con la Cina rischiando una rottura diplomatica è stato un errore?

Non penso sia stato un errore, tutt’altro. Parliamo di un virus estremamente pericoloso, temo che in molti non lo abbiano compreso fino in fondo. L’Italia in questo momento sta sperimentando il picco peggiore dell’epidemia, e il governo ha tutte le ragioni per assumere decisioni decise e se necessario anche drastiche. Non sarebbe il primo.

 

Cioè?

xi jinping

Gli Stati Uniti hanno sospeso buona parte del commercio via mare e hanno tenuto in quarantena per quaranta giorni i loro connazionali tornati dalle zone cinesi colpite. Misure del genere sono ormai all’ordine del giorno in dozzine di Paesi occidentali e non solo. Il più grande rischio è che il virus sfugga dal controllo.

 

Cosa attende la Cina? L’ex Celeste Impero può dire addio alle ambizioni da superpotenza?

È troppo presto per dirlo. Non credo ci sia una risposta migliore. E questo perché non abbiamo idea di quanto durerà il virus, né fino a che punto continuerà a disintegrare la crescita cinese e del commercio globale. Se il virus viene contenuto con successo, allora questa rimarrà una parentesi episodica nell’ascesa globale cinese. Se, diciamo, il coronavirus seguirà una parabola simile a quella della Sars, allora non ci saranno gravi effetti di lungo periodo e la Cina tornerà dov’era due mesi fa.

DONALD TRUMP XI JINPING

 

In caso contrario?

Se invece l’epidemia dovesse durare nel tempo ed espandersi, non è da escludere un impatto a valanga sulla stessa leadership della Città Proibita.

 

Anche sul presidente-a-vita?

Il presidente Xi Jinping ha in mano il suo destino. Già prima che l’emergenza sanitaria scoppiasse a Pechino un orecchio attento poteva origliare domande, voci, bisbigli insistenti sulla qualità della sua leadership. Il contenimento del virus e il ritorno dell’economia cinese ai livelli pre-Wuhan aiuterebbero a metterle a tacere.

 

Voci dal palazzo o dalla piazza?

donald trump xi jinping mar a lago

Inizialmente si è trattato di voci di corridoio, sussurri interni all’élite politica cinese. Poi sono cresciuti e si sono fatti più rumorosi, fino a giungere alle orecchie del grande pubblico, innescando il chiacchiericcio sui social network, o almeno quelli che sono sfuggiti alla censura.

 

Che effetti avrà la pandemia sulla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina?

Credo che per un po’ il virus congelerà la maggior parte delle tensioni commerciali esistenti fra Washington e Pechino. La de-escalation è già iniziata da un po’. Il virus ha avuto un ruolo, ma non è l’unico fattore. C’è anche il fattore Trump.

 

huawei

A cosa si riferisce?

Alla campagna per la rielezione che è ormai entrata nel vivo. Trump deve avere dalla sua qualche carta vincente, la Cina è una di queste. Deve poter dire: “Sono un formidabile negoziatore, e infatti i cinesi hanno iniziato a regolamentare i loro mercati e a comprare la nostra soia”. Una volta rieletto, assisteremo a una nuova escalation commerciale.

 

Sullo sfondo rimane la corsa all’egemonia tecnologica. Chi sta vincendo il braccio di ferro sul 5G?

Nessuno dei due. Gli Stati Uniti hanno aumentato senza sosta le pressioni sui loro alleati, avvisandoli in tutti i modi di stare lontani da Huawei e dalla sua infrastruttura 5G. Finora non hanno riscosso un grande successo, soprattutto in Europa. La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco ha dissipato ogni dubbio: le due parti non hanno intenzione di fare un passo una verso l’altra.

Huawei

 

A Washington sono allo studio soluzioni alternative a Huawei. Vedranno la luce?

I tempi sono lunghi, forse troppo lunghi. Credo che molte di queste proposte nascano da una semplice constatazione: le pressioni finora esercitate sugli alleati non hanno sortito effetti. Ora gli Stati Uniti cercheranno un’alternativa che metta intorno a un tavolo le principali economie di mercato al mondo. Non sarà facile, perché in molti temono ripercussioni. I tedeschi ad esempio sono preoccupati, perché una volta esclusa Huawei dal 5G, la Cina potrebbe vendicarsi contro il settore tech o l’automotive. Lo scontro con Huawei è politica allo stato puro.

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...