1. A FINE GIUGNO IL MES ARRIVERÀ IN PARLAMENTO E DI BATTISTA SCATENERA' L'INFERNO
2. MA L'EVENTUALE SCISSIONE GRILLINA NON SFOCERA' IN UNA CRISI, GRAZIE AL SOCCORSO DI BERLUSCONI, PERCHE' SAREMMO L'UNICO GOVERNO AL MONDO A SALTARE DURANTE UNA EMERGENZA SANITARIA, CHE PROVOCHEREBBE POI LA SPECULAZIONE DEI MERCATI. PER QUESTO MATTARELLA CERCA DI TRAGHETTARE CONTE FINO A SETTEMBRE PER POI GETTARLO NEL WC 3. PERCHÉ IL ''DECRETO APRILE'', L'ATTO PIU' URGENTE DEL GOVERNO, SI TRASCINA DA OLTRE UN MESE? DIETRO C'È LA LOTTA TRA PD E 5STELLE SULL'APPARATO BUROCRATICO, OLTRE ALLA QUESTIONE DEI BRACCIANTI CHE HA SPACCATO L'ACCORDO ANTI-DIBBA TRA DI MAIO E FICO

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DAGONEWS

 

grillo fico di maio di battista grillo fico di maio di battista

Come mai 'sto benedetto decreto aprile-poi maggio-poi... si palleggia da quasi un mese? Dovrebbe essere l'atto più urgente del governo eppure continua a slittare. Una settimana fa il viceministro all'Economia Misiani aveva promesso che sarebbe arrivato entro venerdì scorso. Invece ancora litigano.

 

 

Uno dei motivi chiave è che il Pd aveva cercato di infilarci una riforma della burocrazia per ridurre i passaggi amministrativi richiesti per distribuire fondi, magari passando per l'Agenzia delle Entrate che ha in mano i conti e i dati di tutti gli italiani. Una semplificazione che avrebbe riguardato la cassa integrazione in deroga, il bonus per gli autonomi, ecc. Ma cambiare la burocrazia del paese più che difficile, è impossibile, tanto da ritardare pure la nascita di un atto che doveva fornire un aiuto immediato a milioni di italiani.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO

L'ultimo scoglio, dopo lo stop alla riforma della burocrazia, è stata la regolarizzazione dei migranti, infilata nel decreto per risolvere il problema dei raccolti e stoppato dal M5S dopo un iniziale assenso. Il motivo è tutto nella polverizzazione dei 5 Stelle, divisi fra bande inferocite peggio delle milizie somale.

 

Di Maio, che rappresenta il centro-destra del movimento, è tornato in campo nel vuoto di leadership (da lui lasciato), conscio che sul tema migranti si stava facendo soffiare voti dalla propaganda della Lega. Cambiando la tattica quotidiana pensa di riportare il suo movimento al 20%.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Nel tentativo di riprendere le redini dei grillini, Giggino deve contrastare Di Battista e per questo la settimana scorsa aveva fatto un accordo con Fico sul tema caldissimo del MES. Peccato che questo accordo si sia schiantato sui braccianti, che la mini-corrente fichiana vuole tutelare.

Giovanni Grasso Mattarella Giovanni Grasso Mattarella

 

In mezzo c'è finito pure il ministro per i rapporti con il Parlamento, D'Incà, che è vicino a Fico. Aveva parlato con Conte, avevano trovato l'accordo, ma poi è arrivato Di Maio a smentirlo. Bonafede si è attaccato alla giacca di Conte per salvarsi, e Giggino gli va contro. Il premier pensa di stare al "Grande Fratello" e prova a prendersi la scena con Silvia "Aisha" Romano con tweet e convocando tv e giornalisti, e di nuovo dalla Farnesina di Luigino partono siluri.

 

federico d inca foto di bacco federico d inca foto di bacco

La guerra interna ai grillini non può sfociare in una crisi di governo, saremmo l'unico paese al mondo a fare una cosa del genere in mezzo a un'emergenza sanitaria. Fatto che provocherebbe la speculazione dei mercati. Per questo Mattarella cerca in tutti i modi di traghettare questo governo fino a settembre, visto che adesso l'unica maggioranza possibile è questa.

 

Il timore vero, aldilà delle schermaglie quotidiane, è l'arrivo in Parlamento del MES a fine giugno. Su quel voto potrebbe consumarsi la scissione tra i ribelli di Dibba e i "pragmatisti" di Di Maio e Fico - meglio chiamarli i "poltronisti".

 

Resta da capire come sarà questo MES: a dispetto delle dichiarazioni di giubilo dopo l'Eurogruppo, la nuova struttura e soprattutto le nuove regole del fondo sono state solo abbozzate. La ciccia delle normative deve essere ancora messa nera su bianco e approvata dal Consiglio europeo, dove Conte dovrà ingoiare il rospo che aveva promesso di rigettare.

 

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

Mentre per il Recovery Fund non c'è niente, manco le linee guida, lì la guerra tra Nord e Sud è totale. Perché per l'Italia non sarebbero solo 37 miliardi ( vincolati sulla destinazione sanitaria e ''creati'' sulla base di un capitale già versato da Roma) ma in linea teorica centinaia di miliardi da finanziare attraverso il budget europeo su cui non c'è uno straccio di accordo.

 

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