roberto fico alessandro di battista luigi di maio

PERCHÉ IL ''DECRETO APRILE'', L'ATTO PIU' URGENTE DEL GOVERNO, SI TRASCINA DA OLTRE UN MESE SENZA ANCORA ESSERE STATO APPROVATO? PERCHÉ DIETRO C'È LA LOTTA TRA PD E 5 STELLE SULL'APPARATO BUROCRATICO ITALIANO, OLTRE ALLA QUESTIONE DEI BRACCIANTI CHE HA SPACCATO DI NUOVO IL CENTRODESTRA (DI MAIO) E LA SINISTRA (FICO) GRILLINA - A FINE GIUGNO IL MES ARRIVERÀ IN PARLAMENTO E DI BATTISTA POTREBBE SCATENARE LA SCISSIONE. MATTARELLA NON PUÒ PERMETTERE DI FAR CADERE QUESTO GOVERNO FINO A SETTEMBRE, PERCHÉ…

 

DAGONEWS

 

grillo fico di maio di battista

Come mai 'sto benedetto decreto aprile-poi maggio-poi... si palleggia da quasi un mese? Dovrebbe essere l'atto più urgente del governo eppure continua a slittare. Una settimana fa il viceministro all'Economia Misiani aveva promesso che sarebbe arrivato entro venerdì scorso. Invece ancora litigano.

 

 

Uno dei motivi chiave è che il Pd aveva cercato di infilarci una riforma della burocrazia per ridurre i passaggi amministrativi richiesti per distribuire fondi, magari passando per l'Agenzia delle Entrate che ha in mano i conti e i dati di tutti gli italiani. Una semplificazione che avrebbe riguardato la cassa integrazione in deroga, il bonus per gli autonomi, ecc. Ma cambiare la burocrazia del paese più che difficile, è impossibile, tanto da ritardare pure la nascita di un atto che doveva fornire un aiuto immediato a milioni di italiani.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO

L'ultimo scoglio, dopo lo stop alla riforma della burocrazia, è stata la regolarizzazione dei migranti, infilata nel decreto per risolvere il problema dei raccolti e stoppato dal M5S dopo un iniziale assenso. Il motivo è tutto nella polverizzazione dei 5 Stelle, divisi fra bande inferocite peggio delle milizie somale.

 

Di Maio, che rappresenta il centro-destra del movimento, è tornato in campo nel vuoto di leadership (da lui lasciato), conscio che sul tema migranti si stava facendo soffiare voti dalla propaganda della Lega. Cambiando la tattica quotidiana pensa di riportare il suo movimento al 20%.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Nel tentativo di riprendere le redini dei grillini, Giggino deve contrastare Di Battista e per questo la settimana scorsa aveva fatto un accordo con Fico sul tema caldissimo del MES. Peccato che questo accordo si sia schiantato sui braccianti, che la mini-corrente fichiana vuole tutelare.

Giovanni Grasso Mattarella

 

In mezzo c'è finito pure il ministro per i rapporti con il Parlamento, D'Incà, che è vicino a Fico. Aveva parlato con Conte, avevano trovato l'accordo, ma poi è arrivato Di Maio a smentirlo. Bonafede si è attaccato alla giacca di Conte per salvarsi, e Giggino gli va contro. Il premier pensa di stare al "Grande Fratello" e prova a prendersi la scena con Silvia "Aisha" Romano con tweet e convocando tv e giornalisti, e di nuovo dalla Farnesina di Luigino partono siluri.

 

federico d inca foto di bacco

La guerra interna ai grillini non può sfociare in una crisi di governo, saremmo l'unico paese al mondo a fare una cosa del genere in mezzo a un'emergenza sanitaria. Fatto che provocherebbe la speculazione dei mercati. Per questo Mattarella cerca in tutti i modi di traghettare questo governo fino a settembre, visto che adesso l'unica maggioranza possibile è questa.

 

Il timore vero, aldilà delle schermaglie quotidiane, è l'arrivo in Parlamento del MES a fine giugno. Su quel voto potrebbe consumarsi la scissione tra i ribelli di Dibba e i "pragmatisti" di Di Maio e Fico - meglio chiamarli i "poltronisti".

 

Resta da capire come sarà questo MES: a dispetto delle dichiarazioni di giubilo dopo l'Eurogruppo, la nuova struttura e soprattutto le nuove regole del fondo sono state solo abbozzate. La ciccia delle normative deve essere ancora messa nera su bianco e approvata dal Consiglio europeo, dove Conte dovrà ingoiare il rospo che aveva promesso di rigettare.

 

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

Mentre per il Recovery Fund non c'è niente, manco le linee guida, lì la guerra tra Nord e Sud è totale. Perché per l'Italia non sarebbero solo 37 miliardi ( vincolati sulla destinazione sanitaria e ''creati'' sulla base di un capitale già versato da Roma) ma in linea teorica centinaia di miliardi da finanziare attraverso il budget europeo su cui non c'è uno straccio di accordo.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...