bettini zingaretti conte

PIZZINI DEL PD A CONTE: CACCIA I SOLDI O SI CREPA - IL GOVERNO HA CARICATO DI TROPPE ASPETTATIVE IL PAESE, HA TRASMESSO IL MESSAGGIO CHE L'EUROPA ERA PRONTA A COPRIRE L'ITALIA DI RISORSE, CHE I SOVRANISTI ERANO IN ROTTA. MA LA NARRAZIONE NON COINCIDE CON LA REALTÀ, PERCHÉ LE RISORSE SARANNO INFERIORI E ARRIVERANNO TARDI. SERVE UN NUOVO SCOSTAMENTO DI BILANCIO E SUBITO NUOVE EMISSIONI DI DEBITO

 

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera

 

nicola zingaretti giuseppe conte

Avviso al navigante: il governo ha caricato di troppe aspettative il Paese, ha trasmesso il messaggio che l' Europa era pronta a coprire l' Italia di risorse, che i sovranisti erano in rotta. Ma la narrazione non coincide con la realtà, perché le risorse saranno inferiori a quelle ipotizzate e la parte più significativa non arriverà in tempo utile. Così adesso bisogna fronteggiare la crisi economica dopo la crisi sanitaria con una coperta corta, che espone ai rischi di una crisi sociale. Il navigante è Conte, l' avviso viene dal Pd, che teme un autunno drammatico e chiede al premier, per dirla con Bettini, «una strategia capace di affrontare mesi ancor più terribili di quelli che abbiamo alle spalle».

 

E si capisce come il problema sia di tali dimensioni che non si supera con un cambio alla presidenza del Consiglio, né si risolve con un rimpasto (come pure ha riproposto Sala in un' intervista al Corriere) o con un ipotetico allargamento della maggioranza. Il punto è che la coalizione di governo (e chi la guida) ha scommesso in proprio e una sua sconfitta potrebbe provocare sconquassi ben oltre il perimetro delle forze politiche.

 

Per questo il Pd è preoccupato, perciò chiede che venga dismessa la dottrina degli annunci e - spiega un autorevole ministro dem - siano «affrontate subito tre questioni: la prima è far planare sul sistema economico le risorse già varate; la seconda è prepararsi senza remore ideologiche a chiedere ulteriori fondi al Parlamento e all' Europa; la terza è costruire un piano di interventi che chiuda la fase dell' assistenza e si concentri sugli investimenti. Basta con le manfrine».

Bettini e Zingaretti

 

Traduzione: per l' autunno servirà un ulteriore scostamento del bilancio pubblico nell' ordine dei trenta miliardi, a cui andranno aggiunti «senza se e senza ma» i soldi del Mes. Ché poi è quanto ha fatto capire ieri in conferenza stampa un Conte ormai senza più alibi: «Sul Recovery fund abbiamo in effetti un problema di immediata spendibilità e stiamo lavorando per avere delle anticipazioni». Cambia la narrazione come precipitano i sondaggi, e non solo quelli personali del premier: perché il presidente di Confindustria avrà potuto usare «espressioni infelici», ma un report di Euromedia research racconta che il 52,6% degli italiani è insoddisfatto dei provvedimenti di governo per le imprese. Ed è solo l' inizio.

 

Non ci sono soldi e non ci sono appigli per Palazzo Chigi, a meno di scambiare l' apertura al dialogo di Berlusconi per un finanziamento (politico) a fondo perduto.

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Come anticipa il responsabile azzurro all' Economia Brunetta, sostenitore del confronto, «o la maggioranza condivide con l' opposizione un piano di riforme nazionali, oppure il prossimo scostamento di bilancio se lo vota da sola».

 

Ecco la conseguenza dell' atteggiamento del governo denunciato dalla Meloni con il capo dello Stato: «Prima si sono presi in Parlamento i nostri voti, poi hanno usato le risorse senza nemmeno consultarci». E in effetti c' è stata finora a Palazzo Chigi una concezione unilaterale dell' unità nazionale sollecitata da Mattarella. Ma l' idea di privatizzare politicamente i profitti per la maggioranza, immaginando di statalizzare le perdite dividendole con l' opposizione, non convince più nemmeno il Pd. Così va interpretato l' appello di Franceschini, che evocando il secondo dopoguerra ha spiegato come «per ricostruire vanno messi da parte gli egoismi».

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

Mai come oggi gli equilibri politici dipendono dai fattori economici, e le preoccupazioni nella maggioranza - orientata a rafforzare il perimetro della coalizione - sono frutto delle proiezioni per quanto potrà accadere nei prossimi mesi. Nell' attesa anche il fronte opposto resta tatticamente inchiodato alla richiesta del voto anticipato, perché un cambiamento di copione dettato dal precipitare della crisi metterebbe a repentaglio gli equilibri e le leadership del centro-destra.

 

Più che a un disarmo bilaterale, insomma, i due schieramenti mirano a una gestione controllata del conflitto: la maggioranza spera di resistere per arrivare a gestire l' elezione del prossimo capo dello Stato, l' opposizione conta di succedergli a Palazzo Chigi. «A meno che non salti tutto. E allora - si lascia sfuggire un ministro del Pd - a quel punto c' è Draghi».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…