PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - ARABIA SAUDITA, OBAMA ESAURITO: IL CONGRESSO STRACCIA IL SUO VETO SULLA LEGGE DELL'11 SETTEMBRE E METTE HILLARY, STRA-FINANZIATA DAI SAUDITI, IN UN ALTRO CASINO - I MILLENNIAL VOTERANNO IN MASSA IL TERZO PARTITO: GLI FANNO SCHIFO ENTRAMBI I CANDIDATI PRINCIPALI, MA LA LORO RIVOLTA FA PIÙ MALE ALLA CLINTON

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

obama e john kerry con sauditi obama e john kerry con sauditi

 

Archiviato il primo dibattito, i due candidati si preparano per il secondo, il 9 ottobre, che avrà la formula diversa della assemblea cittadina. I sondaggi non danno cambiamenti sostanziali in una corsa testa a testa, lei lievemente in vantaggio, a dimostrazione della teoria poco diffusa ma da me sostenuta che quando un moderatore ed intervistatore fa domande superflue e perde tempo per danneggiare uno dei due contendenti, alla fine l'intero dibattito è moscio e non serve a nessuno dei due.

 

OBAMA IN ARABIA SAUDITA OBAMA IN ARABIA SAUDITA

Hillary Clinton combatte per attirare i cosiddetti elettori del terzo partito. Che poi sono giovani che non ne vogliono sapere né di lei né di Donald Trump in una quantità che non si vedeva da tanti anni, certamente dai tempi di Ross Perot, ma con una differenza. Quest'anno i millennials potrebbero costituire la maggioranza degli elettori, più dei mitici baby boomers; esprimono un voto di protesta, e nonostante tradizionalmente abbiano simpatia per i democratici, questa volta non sembrano avere alcuna intenzione di votare per Hillary Clinton.

 

OBAMA IN ARABIA SAUDITA OBAMA IN ARABIA SAUDITA

La quale ha pensato bene di chiamare a raccolta gli scapigliati della compagnia ed è andata in New Hampshire con Bernie Sanders, il suo ex rivale alle primarie, ma ha anche mobilitato la first lady, Michelle Obama, che fa il giro di campus universitari in Pennsylvania. A dimostrazione ulteriore della mosceria del dibattito di lunedì scorso, Hillary Clinton si era giocata la carta forte del cambiamento del clima, tema caro ai ragazzi, ma pare che questi non guardino la televisione e non siano sensibili a una sola issue sollevata dal candidato.

OBAMA IN ARABIA SAUDITA OBAMA IN ARABIA SAUDITA

 

Non solo, sempre di più dicono che il sistema politico  e il bipartitismo non li convincono. Insomma, più di un terzo  tra i 18 e 29 anni rispondono ai sondaggi, l'ultimo del New York Times  e della CBS news, che potrebbero  e vorrebbero votare o per Gary Johnson, il candidato libertario, o per Jill Stein, la candidata del Partito Verde. Se invece la scelta dovesse essere tra Clinton e Trump, il 10% dice che non andrebbe a votare.

 

OBAMA IN ARABIA SAUDITA OBAMA IN ARABIA SAUDITA

Quelli del terzo partito sono voti che toccano molto di più le aspettative di Hillary che quelle di Trump; i consiglieri della candidata fino a qualche tempo fa davano per certo il travaso nel momento in cui fosse stato chiaro che non c'è spazio per un terzo candidato. La tendenza dei giovani a non votare si era già vista nelle scorse elezioni, 49% nel 2008, 41 nel 2012. A questa tendenza va aggiunta la percezione netta di Hillary Clinton come candidato  immerso e corrotto dal sistema.

 

hillary clinton sotto la pioggia hillary clinton sotto la pioggia

 Donald Trump rimugina e discute sull' atteggiamento tenuto nel corso del primo dibattito, da una parte del suo staff ritenuto troppo passivo. Lui non la pensa così e mercoledì sera ha riunito tutti quelli che si erano lasciati scappare frasi di ammissione sulla necessità di migliorare la performance o di cambiare alcuni atteggiamenti, e li ha rampognati per bene.

 

Sì, perché il candidato repubblicano è certo di aver fatto esattamente quello che i suoi elettori e i suoi simpatizzanti si aspettano da lui, e di essere apparso con successo come l'outsider, in contrasto con la candidata dello status quo. Trump è convinto che il giudizio generale dei media e dei vip su chi ha vinto un dibattito sia vecchio, nel senso che segue gli schemi di chi è stato in politica per trent’ anni senza tirar fuori niente di nuovo. Aspetta il 9 ottobre a Saint Louis perché crede che lo stile del town hall sia il migliore per il rapporto diretto con i cittadini e per il suo temperamento.

 

OBAMA CLINTON OBAMA CLINTON

Sarà difficile che in quello schema non vengano fuori domande sulla Fondazione Clinton, sull'attacco del 2012 a Bengasi, sulla salute della candidata democratica, e sui tradimenti di Bill Clinton. Trump è sicuro che non aver tirato fuori lui questi argomenti lunedì scorso, una volta appurato che Lester Holt, il moderatore, li evitava accuratamente, lo abbia presentato come una persona corretta, che sta alle regole del gioco.

 

L'occasione non mancherà e intanto ha cominciato il Washington Post che al Hillary Clinton è legatissimo, con una inchiestona di prima pagina che elenca le numerose storie più o meno conosciute di molestie, stupro, tradimento dell'ex presidente per chiedersi che cosa potrebbe danneggiare lei; si risponde che potrebbe danneggiarla sembrare alla pubblica opinione non la vittima del marito ma una complice, una facilitatrice, una che non solo ha sempre perdonato, ma che lo ha aiutato a cancellare le tracce. Vedremo perché intanto un fastidio a Hillary Clinton lo procura a Washington proprio il suo attuale migliore alleato, il presidente Barack Obama.

 

donald trump donald trump

 Overruled, un bel veto pesante presidenziale su un argomento che sta a cuore a molti cittadini, rovesciato al Senato, e presto anche alla Camera, con il contributo determinante dei democratici in rivolta contro il presidente. È la prima volta che succede, Barack Obama avrebbe dovuto aspettarselo ma il punto è che succede a 40 giorni dalle elezioni con un candidato democratico non certo di farcela e che si appoggia pesantemente al carisma al ruolo e alla popolarità del presidente.

 

Inoltre, quel che è peggio, la legge cosiddetta dell’11 settembre, che Barack Obama ha prima tentato in tutti i modi di non far approvare, poi ha bloccato col privilegio del veto presidenziale, è una legge che coinvolge i sentimenti nazionali sul terrorismo e i rapporti con quel mondo arabo pesantemente in discussione nella campagna elettorale. Obama ritiene una follia che le famiglie delle vittime degli attentati del 11 settembre possano fare causa all’Arabia Saudita, indicata dai servizi e delle indagini come finanziatore dei terroristi, il Congresso la pensa diversamente ma ma anche Hillary Clinton la pensa diversamente e in modo scontato Donald Trump.

 

11 settembre 11 settembre

Lame Duck, l'anatra zoppa, ovvero il presidente a fine secondo mandato, i poteri del quale sono ridotti come la capacità di contrattazione e l'autorità stessa, è una sensazione che tocca a tutti i presidenti degli Stati Uniti sperimentare ma che in questo caso colpisce Obama pesantemente perché gli si è rivoltato contro il partito e perché la lobby dell'Arabia Saudita sostenuta dalla Casa Bianca si è rivelata molto meno potente di quella delle famiglie dell’ 11 settembre.

 

attacco alle torri gemelli 11 settembre 2001 4 attacco alle torri gemelli 11 settembre 2001 4

 Potrebbe essere un assaggio delle tante cose che stanno per cambiare nel Paese. I tribunali americani potranno infatti congelare e sequestrare proprietà e beni dei sauditi a pagamento di qualsiasi condanna ottenuta dalle famiglia e di conseguenza I sauditi hanno minacciato di poter essere costretti a svendere centinaia di miliardi di dollari in holding negli Stati Uniti per sventare una simile eventualità.

 

Obama e’ furioso e accusa i legislatori di aver instaurato un precedente pericoloso le cui implicazioni potrebbero essere al momento inimmaginabili. Partecipava ieri a una pubblica assemblea con militari a Fort Lee in Virginia, e li ha accusati di voto a scopo elettorale ovvero di aver accarezzato le volontà popolare e scelto il populismo solo per non perdere voti.

 

attacco alle torri gemelli 11 settembre 2001 6 attacco alle torri gemelli 11 settembre 2001 6

La legge consente alle famiglie delle vittime dell'Undici Settembre di modificare le cause già in corso o di farne di nuove per querelare direttamente l'Arabia Saudita, e cancella una legge del 1976 che garantiva alle nazioni straniere immunità completa dalla legge americana. Ritorsioni internazionali sono prevedibili; su terrorismo e dintorni, ma anche su legami con Paesi sospetti, la Casa Bianca incassa una sconfitta sonora.

 

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