giuseppe conte enrico letta nicola zingaretti goffredo bettini

PUNTO DI RIFERIMENTO DEI PROGRESSISTI? STOCAZZO! - "REPUBBLICA" SILURA CONTE E CHI, DA BETTINI A ZINGARETTI, LO HA ALLISCIATO SENZA MOTIVO: "DUE ANNI E MEZZO DI LAVORÌO MEDIATICO CON IL NAZARENO E I COMPAÑEROS GETTATI ALLE ORTICHE CON L'IMPROVVISAZIONE DI UN MALDESTRO PRATICANTE DI STUDIO CHE SI FA BECCARE MENTRE TELEFONA ALLA CONTROPARTE - LA PARABOLA DISCENDENTE DI CONTE INCROCIA QUELLA DI DI MAIO, CHE ORA PUNTA DI NUOVO VERSO L'ALTO..."

 

 

MASSIMO DALEMA GIUSEPPE CONTE

Sebastiano Messina per "la Repubblica"

 

Uno teneva in tasca la laurea di «punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste », l'altro era l'indimenticato autore della filippica in rete contro «il partito di Bibbiano, quello che toglieva i bambini alle famiglie con l'elettroshock per venderseli». Eppure le cose cambiano, e tra le spiazzanti novità della Quirinaleide 2002 c'è il ribaltamento delle parti tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Il nuovo è diventato vecchio, il vecchio è diventato nuovo.

 

Zingaretti Bettini

Ora naturalmente si incrociano dietrologie e sospetti - c'è chi dice che Giuseppi puntasse al voto anticipato e c'è chi sospetta che Giggino aspirasse alla poltrona di Draghi - ma l'onestà impone di attenersi agli atti, dai quali il presidente del Movimento oggi risulta un alleato inaffidabile che tramava in segreto col nemico mentre il giovane ministro degli Esteri emerge come il difensore decisivo contro l'invasione di campo inutilmente tentata dal pasticcione Salvini.

 

Dalema Vespa e Conte a Vinitaly

Conte esce a pezzi dalla sei giorni di Montecitorio. Pochi avrebbero immaginato di assistere a una trasmutazione così repentina dell'ex premier, a lungo corteggiato, lusingato e accarezzato dagli eredi della Ditta che vedevano in lui addirittura il nuovo Prodi, il domatore democratico dei grillini selvatici, il campione da schierare contro il centrodestra.

 

conte zingaretti

Dopo l'ormai celebre definizione di Nicola Zingaretti - che forse se ne sarà pentito cento volte - Massimo D'Alema lo ha incoronato «l'uomo più popolare d'Italia», il Richelieu rosso Goffredo Bettini gli ha privatamente regalato i suoi raffinati consigli, Pier Luigi Bersani ne è diventato il difensore d'ufficio nei talk show, perché «ha una sua popolarità che bisogna esser ciechi o malintenzionati per non vederla», e anche Enrico Letta lo ha sempre trattato come l'indispensabile partner con cui disegnare il suo Campo Largo. Poi è cominciata la partita del Quirinale e l'azzimato Avvocato del Popolo con la pochette a quattro punte è improvvisamente sparito dai radar del Pd.

 

giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (3)

Per tre volte si è sparsa la voce di un patto segreto tra lui e Salvini - il suo ex ministro al quale il 20 agosto 2019 mise la mano sulla spalla, sui banchi di un governo cadente, facendogli l'elenco degli errori commessi - e su Twitter qualcuno ha perfidamente dedotto che «Letta è alleato di Conte, ma Conte non è alleato di Letta». Due anni e mezzo di lavorìo mediatico con il Nazareno e con i compañeros gettati alle ortiche con l'improvvisazione di un maldestro praticante di studio che si fa beccare mentre telefona alla controparte.

 

conte di maio

La parabola discendente di Conte incrocia quella di Di Maio, che ora punta di nuovo verso l'alto. Il rampante "capo politico" che dopo la rottura con Salvini non voleva l'accordo con i vecchi nemici del Pd, l'arrogante candidato premier che invocava l'impeachment di Mattarella, lo spregiudicato capopopolo che andava in macchina a Parigi con il subcomandante Dibba per solidarizzare con i gilet gialli contro il feroce Macron è come se fosse stato inghiottito da un buco nero.

 

conte di maio

Al suo posto c'è un altro Di Maio, che parla il linguaggio felpato dei dorotei, però ha dimostrato la lealtà di un ministro moroteo ma anche l'astuzia di un luogotenente andreottiano. Insomma, sembra un democristiano del Terzo Millennio. Saranno stati i due anni di tirocinio alla Farnesina, sarà stata la sua spettacolare capacità di adattamento, fatto sta che l'ex ragazzo di Pomigliano d'Arco - che con i 189 voti raccolti alle "parlamentarie" pentastellate riuscì nel 2013 a diventare addirittura vicepresidente della Camera oggi ha dimostrato di aver imparato rapidissimamente le regole della politica: ha fatto fallire i piani di Salvini, si è schierato con Draghi, ha dato per primo l'ordine di votare Mattarella e ora sfida Conte nel Movimento. Così toccherà a quelli che chiamavamo grillini decidere quale dei due è Nuovo e quale è il Vecchio.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?