rino formica giorgia meloni

"LA MELONI È PIÙ FURBA CHE INTELLIGENTE. MA LA FURBIZIA IN POLITICA DURA MOLTO POCO" – L'EX MINISTRO SOCIALISTA RINO FORMICA TUMULA LA DUCETTA (“CHE NON HA LA FORZA DI DIRSI LA CONTINUATRICE DI ALMIRANTE”) IN UNA INTERVISTA CON ALDO CAZZULLO: “LA MELONI È FORTUNATA MA DEBOLISSIMA“LE CLASSI DIRIGENTI HANNO PERSO LA RAGIONE, SONO OBNUBILATE DALLE SIRENE POPULISTE E ANTIEUROPEE: SE ALLE PROSSIME ELEZIONI LE FORZE EUROPEISTE ITALIANE NON BATTERANNO UN COLPO IL PAESE ANDRÀ INCONTRO AL DISASTRO" - LE RANDELLATE SU SALVINI, CONTE E SCHLEIN - LE INTERCETTAZIONI DEI SERVIZI SEGRETI AL POOL DI MANI PULITE E BORRELLI CHE VOLEVA FARE IL CAPO DELLO STATO

 

Estratto dell’articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”

 

rino formica

Rino Formica, lei sta per compiere 97 anni. Come sta?

«Bene, anche se sono diventato cieco. Sa, sono sempre stato molto miope…».

 

Però è lucidissimo. L’ultimo grande vecchio della politica italiana. Un superstite. Qual è il segreto?

«Vita regolare, niente stravizi, evitare le abbuffate…».

 

[…] Lei è l’uomo delle massime. La politica è davvero sangue e merda?

«Se vuole traduco. La politica è passione e contaminazione. La buona politica è far prevalere la passione sulla contaminazione, o se preferisce il sangue sulla merda».

RINO FORMICA

 

Quando comincia per lei la politica?

«I cinque anni tra il 1943 e il 1948 furono formidabili. Tutto accadde allora: la caduta del Duce, la guerra civile, la liberazione, la Repubblica, la scelta atlantica».

 

[…] Che ricordo ha di Moro?

«Aveva forti convinzioni; infatti poteva permettersi di essere flessibile. Ci ritrovammo a Palo del Colle per un comizio. Moro parlò da un palco con la bandiera monarchica. Gli chiesi: “Scusi, ma don Mincuzzi mi aveva detto che lei era repubblicano”. E lui: “Io sì; ma a Palo del Colle i cattolici sono tutti monarchici”».

 

RINO FORMICA CRAXI

Moro da adulto fece il centrosinistra con voi socialisti.

«Mi disse: prima lo faremo al Nord, poi al Sud. L’ultima città d’Italia ad avere una giunta di centrosinistra sarà Bari».

 

[…] Nenni com’era?

«Da giovane era stato un ribelle. Un rivoluzionario che voleva rovesciare lo Stato».

 

Era amico di Mussolini.

«Sì, del Mussolini socialista; ma guai a parlargliene. Quando nel 1971 fu eletto Leone, noi cercavamo di portare al Quirinale Nenni. I capigruppo del Msi alla Camera e al Senato erano miei concittadini e amici: con De Marzio e Di Crollalanza eravamo insieme al consiglio comunale di Bari. Il primo mi disse che si era già impegnato con la Dc.

 

ALDO MORO

Ma Di Crollalanza rispose: io sto con Nenni, perché il Duce prima di morire ci disse di far riferimento ai socialisti. Anche Niccolai, fascista di sinistra, me lo confermò. Lo riferii a Craxi, che era vicesegretario».

 

E lui?

«Mi disse: ti prego, non dirlo a Nenni. Soprattutto, non nominargli il Duce, che lo manda in bestia».

 

Craxi com’era?

«Io ho passato una vita con Craxi. Non è che posso così, in due parole…».

Rino Formica

 

Craxi era onesto?

«Personalmente, sì. Con tutti i dirigenti politici di tutti i partiti aveva in comune una convinzione: la lotta politica ha bisogno dell’arma del denaro; e il denaro si prende dove c’è. Ma la sua storia di esule è una storia di povertà. Mentre si è poi scoperto che molti moralisti erano sul mercato. E pure a buon mercato».

 

Era stato lei però a dire del Psi: il convento è povero, ma i frati sono ricchi.

«L’errore fu decentrare la ricerca delle risorse. Tanti si sentirono liberi di procacciarsene per sé e per i propri cari».

 

Anche «nani e ballerine» è sua.

«Non volevo essere offensivo, ma dire che quel modo di allargare l’assemblea socialista alla società civile non rispondeva a ragioni politiche, bensì a ragioni pubblicitarie. Nani e ballerine accettarono in modo svagato. Infatti quando scoppiò Mani Pulite tutti i cooptati latitarono. Alcuni negarono proprio. Compreso Dematté, che divenne presidente della Rai».

bettino craxi 6

 

Lei disse che Craxi aveva in mano «un poker d’assi». A cosa si riferiva?

«Alle informazioni che i servizi e la polizia avevano fornito ad Amato, che era presidente del Consiglio».

 

Quali informazioni? E come le avevano raccolte?

«Erano segnalazioni sul traffico telefonico dei componenti del pool».

 

I servizi spiavano i magistrati di Mani Pulite?

«I servizi hanno come compito controllare tutto quello che avviene attorno al potere. Anche Mussolini era intercettato, i servizi ascoltavano le sue conversazioni con la Petacci. Certo, il confine tra la tutela delle istituzioni e l’intrigo è sottile. Dipende dall’uso che se ne fa».

 

E cosa avevano scoperto i servizi?

«Che un po’ tutti i magistrati del pool non erano stinchi di santo. Non solo Di Pietro. Ognuno aveva il suo corrispondente esterno: politico, religioso, internazionale. E ognuno aveva la sua ambizione: chi voleva fare il presidente del Consiglio, chi il presidente della Repubblica…».

bettino craxi 3

 

Chi voleva fare il presidente della Repubblica?

«Ovviamente, il capo del pool».

 

Borrelli? Non credo proprio.

«Quando un magistrato appare in tv e dà ordini al Parlamento, già agisce come un aspirante capo di Stato». […]

 

Di Berlinguer che ricordo ha?

«Aveva una visione religiosa della lotta politica, come atto di fede assoluta. E coltivava un’ostilità inestinguibile per il Psi, che per lui rappresentava suo padre».

 

Suo padre?

«Il padre di Berlinguer era socialista. E lui considerava la scelta paterna lenta, non decisiva, incapace di risolvere i problemi. Non era il solo. Pensi a quanti leader democristiani hanno avuto i figli comunisti — Moro, Taviani, Cossiga —se non terroristi, come Donat-Cattin».

 

E Almirante chi era?

francesco saverio borrelli

«Un fascista che aveva capito di poter gestire la sconfitta, facendosi assorbire a poco a poco dal potere ufficiale».

 

Ora i suoi eredi sono al potere?

«Almirante ha trovato un erede viziato da viltà nei suoi confronti. La Meloni è arrivata al governo attraverso una mascheratura, e non ha la forza di dirsi la continuatrice di Almirante».

 

Come trova la Meloni?

«Fortunata, vista la collezione di errori dei suoi contendenti, in particolare quelli della sua area. E furba. Più furba che intelligente. Ma la furbizia in politica dura poco. Molto poco».

 

LA CONFERENZA STAMPA DI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Dicono che la Meloni sia fortissima.

«Invece è debolissima. Perché incontrare un politico più intelligente o più colto di te è difficile; ma incontrarne uno più furbo è molto facile».

 

E Salvini?

«Una volta si parlava, con espressione un po’ razzista, di profondo Sud. Non vorrei apparire razzista; ma Salvini mi sembra un uomo del profondo Nord-Est».

 

Schlein o Conte?

«Conte è il populismo che si fa governo e appare più accettabile; ma sempre populismo è. Schlein è il radicalismo che si fa moderazione; ma non è piegandosi alla moderazione che la sinistra andrà al potere».

 

Perché?

«Perché gradualismo non significa rinuncia. Un leader deve capire quello che oggi la società non gli consente di fare; ma non deve diventare quello che vuole la società».

giorgia meloni conferenza stampa di fine anno 1

 

Di Berlusconi cosa pensa?

«L’ho visto solo due o tre volte, prima che scendesse in politica. È stato bravo ad allestire la zattera dei profughi della Prima Repubblica; ma ha portato al governo un macchiettismo che non poteva non degenerare. Berlusconi era un populista da salotto. Che ha allevato i populisti di strada».

 

Come vede il futuro dell’Italia?

«Legato alla politica estera. Sono convinto che stia per nascere un nuovo ordine mondiale. La grande crisi della globalizzazione ha provocato le guerre. Se vogliono evitare la terza guerra mondiale, le grandi potenze ora devono imporre una tregua generale di sei mesi, e sedersi a un tavolo per trasformarla in una pace duratura. Una nuova Yalta».

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

La Cina vuole la pace?

«La Cina deve sollevare un miliardo di persone dall’indigenza. Minaccia la guerra a Taiwan; ma la guerra non è nel suo interesse. Il problema è che al tavolo delle grandi potenze rischia di non sedere l’Europa. E la colpa è anche nostra, di noi italiani».

 

Perché?

«Perché le nostre classi dirigenti hanno perso la ragione, sono obnubilate dalle sirene populiste e antieuropee. Se alle prossime elezioni le forze europeiste italiane non batteranno un colpo, il Paese andrà incontro al disastro. L’unica speranza restano le classi dirigenti tedesche, francesi, spagnole, che hanno ben chiaro quanto l’unità europea sia necessaria per evitare ai singoli Paesi di soccombere e sparire. Per questo dico che la Meloni è debolissima».

 

CONTE SCHLEIN

Perché?

«Perché non ha il sostegno della prospettiva. Non propria; altrui. Non interpreta la vita futura delle generazioni che non si sono ancora espresse. I giovani mostrano un misto di disprezzo e distacco. Spero ancora che escano dai social e vadano a votare, che partecipino alla vita politica. Come facevano quei ferrovieri di Bari amici di mio padre». […]

aldo cazzullo 4 foto di baccoaldo cazzullo una giornata particolare

FRANCESCO SAVERIO BORRELLI E ANTONIO DI PIETROgiorgia meloni matteo salvini atreju GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI giorgia meloni matteo salvini. FRANCESCO SAVERIO BORRELLI

aldo cazzullo

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…