zingaretti conte

"SE PENSA SOLO AL POTERE CI PORTERÀ A SBATTERE" - NEL PD CRESCE L'INSOFFERENZA AL DIVISMO DI "GIUSEPPI" CHE UTILIZZA CON SPREGIUDICATEZZA L'EMERGENZA PER MUOVERSI IN SOLITUDINE: A SECONDA DEGLI INTERESSI, ACCELERA (IL RINNOVO DI VECCHIONE) O RALLENTA (IL FONDO PER LA RIPRESA DA PRESENTARE ALL'EUROPA) - ITALIA VIVA FREME PER UN RIMPASTO E ZINGARETTI, CHE NON SENTE CONTE DA UNA SETTIMANA, RIMANDA LA RESA DEI CONTI…

Massimo Franco per il "Corriere della Sera"

 

di maio zingaretti conte

«Quando sulla politica si fa prevalere una logica di puro potere, anche per una torsione inconsapevole, di solito significa che comincia la fine...». Dai vertici del Pd queste parole filtrano da giorni, sempre più nette. Non si capisce se siano frutto di frustrazione o di un' analisi preoccupata della situazione del governo. Il destinatario, tuttavia, sta assumendo contorni ben definiti: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Da quanto riferiscono, non si sente né si vede con il segretario del pd, Nicola Zingaretti, da quasi una settimana. Singolare, ma neppure troppo, anche perché Zingaretti non fa parte né del governo né del Parlamento.

 

NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE

Semmai, la singolarità sta nell' accusa di disinvoltura e spregiudicatezza con le quali Palazzo Chigi userebbe l' emergenza di queste settimane. L' immagine della «torsione in una logica di puro potere» si è accentuata quasi in contemporanea con l' inizio delle nuove misure contro il coronavirus. Ma non è legata ai decreti presidenziali sulle chiusure e le aperture. Semmai, a suscitare un allarme misto a irritazione è l' impressione che il premier cerchi di mettere in quarantena la propria maggioranza; di muoversi in solitudine; e di sfruttare il contagio e il sostegno che il Quirinale continua a garantirgli, soprattutto per esorcizzare il fantasma di un governo alternativo.

 

conte renzi

Per il suo alleato, si tratta di un tatticismo logorante; ma a questo punto, può diventare dannoso per lo stesso presidente del Consiglio. Le ambiguità sul prestito del Mes per le strutture sanitarie sono attribuite soltanto all' esigenza di non scontentare il «suo» Movimento Cinque Stelle; e di evitare che lo scontento grillino si scarichi su Palazzo Chigi.

C' è un vistoso iato tra i ritardi e i tempi dilatati coi quali l' esecutivo sta mettendo in fila i provvedimenti del Fondo per la Ripresa da presentare all' Europa, e la rapidità esibita su altri fronti. Anzi, più che di rapidità al vertice del Pd si parla di «fretta sospetta», abbinata a una certa opacità nei processi decisionali.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

Vale per la manovra vistosa con la quale si tenta di concentrare la gestione dei soldi del Fondo europeo a Palazzo Chigi. Vale per le ultime nomine alla guida dei servizi segreti, trascurando il rinnovo di cariche già scadute nell' intelligence. E ancora per la riforma elettorale gestita, si sostiene, come un' arma nei confronti dei partiti alleati. Il modo in cui l' altra sera il Consiglio dei ministri ha cominciato a ridisegnare i collegi elettorali sulla scia del referendum grillino per il taglio dei parlamentari sembra fatto apposta per irritare il Pd, oltre che le forze minori.

RENZI CONTE

 

L' impressione che questa situazione trasmette è di un caos in parte funzionale all' esigenza di mettere la maggioranza davanti al fatto compiuto; in parte subìto da Palazzo Chigi per l' incapacità di offrire una direzione di marcia in grado di andare al di là della sopravvivenza. Ma l' idea che accumulare pezzi di potere e verticalizzare le decisioni risolva i problemi si sta rivelando non solo illusoria ma rischiosa. E non tanto per le tentazioni di crisi che continuano ad affiorare nei paraggi di Italia viva, formazione piccola e impaziente di incassare qualche dividendo di potere in più.

 

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

La «maggioranza di fatto» che sta emergendo con il sì allo scostamento di bilancio per ora è solo il frutto del calcolo di Lega e Fratelli d' Italia di non spaccare il centrodestra, permettendo a Silvio Berlusconi di giocare in proprio. Si tratta però della prima conferma di quanto l' immobilismo di Palazzo Chigi e l' ossificazione della maggioranza non bastino più in una fase così drammatica.Conte sottolinea quanto sia positivo il sostegno anche dell' opposizione, e ringrazia. Vuole intestarsi un dialogo del quale in realtà è stato un attore guardingo e diffidente.

 

D' altronde, deve fare i conti con un grillismo percorso da tensioni quasi esistenziali, e con un Pd in sofferenza per il comportamento sia del M5S, sia di Iv di Matteo Renzi: senza che Conte mostri di sapere o volere trovare un punto di equilibrio tra spinte divergenti. Per questo, quando si chiede al partito di Zingaretti quali siano le prospettive, la risposta è che una volta approvata la Legge di bilancio e perfezionato il progetto per il Fondo europeo, «si farà punto». I rumori di fondo che accreditano un segretario proiettato per mancanza di veri candidati verso il Campidoglio nel 2021 vengono liquidati con un filo di ironia.

CARLO CALENDA OSPITE DI DIMARTEDI

 

«Per avere un candidato a sindaco si destabilizzano la segreteria del Pd e la Regione Lazio, dove vincere è più difficile che in Campidoglio?», si fa notare. «È lo schema di chi manca di visione». Sullo sfondo rimane la candidatura di Carlo Calenda, col quale il dialogo è in sospeso perché occorre trovare una persona capace di calamitare una parte del voto grillino, e che sia accettata dall' elettorato del Pd. Ma Roma e giugno del 2021 appaiono lontani. Il timore è che presto la situazione possa rivelarsi così drammatica da oscurare le elezioni comunali. È vero che il governo non ha alternative, per ora. Ma «in politica», spiegano nel Pd, «dire che non c' è alternativa a un governo non esiste».

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?