TRAVAGLIO FA NERA LA SEA WATCH E LA SUA CAPITANA: “HA VIOLATO UNA SERIE INNUMEREVOLE DI NORME ITALIANE E INTERNAZIONALI, IL CHE NON LE VERREBBE CONSENTITO DA ALCUNO STATO DI DIRITTO DEL MONDO LIBERO - SULLA PELLE DEI MIGRANTI, USATI COME OSTAGGI E SCUDI UMANI, SI STA GIOCANDO UNA LUNGA, CINICA E IPOCRITA GARA TUTTA POLITICA. ANCHE IN EUROPA, CHE STA A GUARDARE. NESSUNO CI VENGA A RACCONTARE CHE DA UNA PARTE CI SONO I BUONI E DALL'ALTRA GLI ITALIANI XENOFOBI. O CHE UN GOVERNO NON HA…”

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marco travaglio marco travaglio

Estratto dell’articolo di Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”

 

[…] Dopo 14 giorni di navigazione nel Mediterraneo, approda sulle coste italiane la nave SeaWatch-3, di proprietà di un'ong privata tedesca ma battente bandiera olandese, carica di 42 profughi raccolti in acque libiche. In origine erano 52, ma 10 - quelli in pericolo - sono già sbarcati in Italia il 15 giugno.

 

Carola Rackete Carola Rackete

Il natante, guidato dalla capitana tedesca Carola Rackete, ha violato una serie innumerevole di norme italiane e internazionali, il che non le verrebbe consentito da alcuno Stato di diritto del mondo libero. Nel 2017 non ha firmato il Codice di autoregolamentazione del ministro dell'Interno Pd Marco Minniti, regolarmente siglato da altre ong, per farla finita col Far West nel Mediterraneo (migliaia di sbarchi e di morti). S'è addentrata nella zona di ricerca e soccorso libica, competenza della Guardia costiera di Tripoli.

 

sea watch salvini sea watch salvini

Avrebbe dovuto far rotta sul porto sicuro più vicino: cioè in Tunisia o a Malta. Invece ha scientemente deciso di proseguire fino a Lampedusa, per creare l'ennesimo incidente in polemica con le politiche migratorie del governo italiano, secondo il copione collaudato da altre navi della stessa Ong (una saga a puntate: Sea Watch-1, 2, 3 e così via).

 

Il governo ha negato il permesso di ingresso nelle acque territoriali e poi di sbarco nel porto. La capitana Carola, subito idolatrata da una sinistra a corto di idee e simboli, se n' è infischiata. Prima ha tentato di far annullare l' alt dal Tar: ricorso respinto. Poi di farsi autorizzare in via provvisoria e urgente dalla Corte dei diritti dell' uomo di Strasburgo.

 

CAROLA RACKETE CAROLA RACKETE

Che però le ha dato torto, per la seconda volta (il diritto allo sbarco in Italia era già stato negato il 29 gennaio a un'altra Sea Watch con 49 migranti): il provvedimento provvisorio di sbarco, in deroga agli ordini di un governo, può essere adottato solo "nei casi eccezionali in cui i richiedenti sarebbero esposti - in assenza di tali misure - a un vero e proprio rischio di danni irreparabili".

 

E fortunatamente non è questa la situazione degli ospiti della SeaWatch-3 dopo la discesa delle tre famiglie con bimbi e donne incinte. Certo - precisa la Corte - il governo deve "continuare a fornire tutta l'assistenza necessaria alle persone in situazione di vulnerabilità per età o stato di salute". Ma non esiste un diritto di accesso alle acque territoriali di uno Stato in violazione delle sue norme, salvo appunto per gravi motivi di salute, senza i quali la nave che ha compiuto il salvataggio (in questo caso, un'estensione del territorio olandese) è essa stessa un luogo sicuro per i naufraghi.

migranti sea watch migranti sea watch

 

A quel punto, siccome il tribunale italiano e quello comunitario le han dato torto, la capitana ha calpestato entrambe le sentenze. E l'ordine di fermarsi della Guardia Costiera e di Finanza. E s' è affacciata su Lampedusa sventolando una causa di forza maggiore già esclusa da Strasburgo: la salute dei migranti dopo 14 giorni di navigazione (che sarebbero stati molti meno se fosse andata dove doveva: Tunisia o Malta).

carola rackete salvini carola rackete salvini

 

Quel che pensiamo su questa ennesima guerra delle opposte propagande fra alcune Ong e il governo italiano lo scriviamo da sempre: sulla pelle dei migranti, usati come ostaggi e scudi umani, si sta giocando una lunga, cinica e ipocrita gara tutta politica. Anche e soprattutto nella cosiddetta Europa, che sta a guardare. Sul piano umanitario, è fin troppo evidente che - stando così le cose - quei 42 disperati devono sbarcare in Italia, com' è sempre avvenuto, anche sotto il ministro della Cattiveria di un governo tacciato di fascismo e razzismo da chi in casa propria fa ben di peggio.

 

sea watch sea watch

Ma nessuno ci venga a raccontare che da una parte ci sono i buoni (l' eroica capitana) e dall' altra i cattivi (gli italiani xenofobi). O che un governo non ha il diritto-dovere di proteggere i confini da chi vorrebbe decidere le sue politiche migratorie dalla tolda di una nave tedesca con bandierina olandese. E di indicare l' unica via d' accesso all' Italia per chi ha diritto all' asilo: quella dei corridoi umanitari. Cioè, parlando con pardon, la via legale.

 

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