inceneritore

IL REGALO DI NATALE DI RENZI: 9 INCENERITORI IN 8 REGIONI! ARRIVA UNA NUOVA BOZZA DI DECRETO CHE PREVEDE NUOVI IMPIANTI IN TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, CAMPANIA, LAZIO, ABRUZZO E SARDEGNA. IN SICILIA? NE FARANNO DUE

Virginia Della Sala per il “Fatto quotidiano”

 

inceneritoreinceneritore

Sono i primi giorni di dicembre, a Parigi si discute di clima e tutela del Pianeta, le scarse precipitazioni preannunciano il raggiungimento del picco di livelli di inquinamento dell' aria di cui tanto si discute in questi giorni e già circola una nuova bozza di decreto per la realizzazione di altri impianti di incenerimento indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri, all' Ufficio di Gabinetto e alla Direzione generale del ministero dell' Ambiente. Buona notizia: i 12 che erano previsti nella bozza di luglio non ci saranno.

 

inceneritoreinceneritore

Cattiva notizia: ne restano nove. In Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Abruzzo, Sardegna e due in Sicilia si dovranno bruciare 1.951.261 tonnellate di rifiuti l' anno.

Rispetto a luglio, si "salvano" Piemonte, Liguria e Veneto, quest' ultimo eliminato a fronte di un ammirevole obiettivo di differenziata pari al 76%. Con i 40 già attivi e i sei in fase di realizzazione, il totale sarà di 55 inceneritori.

 

Riassunto: è il 29 luglio 2015 quando alle Regioni arriva la bozza di un decreto legislativo che attua la previsione dello Sblocca Italia (legge da novembre 2014) sugli inceneritori. Il testo, svelato dal Fatto Quotidiano, prevedeva l' autorizzazione di dodici nuovi impianti ed esortava la Conferenza delle Regioni a discuterne il prima possibile per evitare una procedura di infrazione Ue per eccesso di rifiuti in discarica e anche perché il decreto di cui sopra ha fatto degli inceneritori "infrastrutture strategiche di interesse nazionale" (autorizzazioni più veloci e meno poteri di controllo locale).

 

inceneritoreinceneritore

Di fronte all' opposizione dei governatori, tra cui molti eletti in casa Pd - da Emiliano (Puglia) a Ceriscioli (Marche), da Crocetta (Sicilia) a Rossi (Toscana) e Marini (Umbria) - il ministro Galletti aveva concesso di rivedere i calcoli esortando le Regioni a inviare le loro controdeduzioni numeriche.

 

A conti fatti, però, solo il Nord sarà risparmiato perché, sulla base dei nuovi conteggi, i rifiuti della macroarea settentrionale saranno dirottati in Lombardia dove, secondo questa nuova bozza di dlgs, c' è una sovracapacità di circa 550mila tonnellate all' anno.

Sono però inseriti anche inceneritori di cui è stata già ufficializzata la data di spegnimento, come quello di Busto Arsizio, la cui estinzione è prevista nel 2017, mentre la regione Lombardia da mesi porta avanti una campagna per il decommisioning (spegnimento) degli inceneritori obsoleti.

inceneritoreinceneritore

 

I dati, poi, non sono rassicuranti. Secondo i recenti rapporti dell' Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nonostante una lieve diminuzione tra il 2013 e il 2014, si è passati dai 3,8 milioni di tonnellate di rifiuti inceneriti nel 2005 ai 5,1 milioni dello scorso anno (+34,8%).

 

A giugno, lo studio epidemiologico Arpa sull' inceneritore di Vercelli ha dimostrato che tra la popolazione esposta, la mortalità aumenta del 20% e la comparsa di tumori maligni del 60 (+400% al colon-retto e +180% al polmone).

 

"Per essere economicamente sostenibile, un inceneritore deve avere una durata di almeno vent' anni - spiega Enzo Favoino, esperto di temi ambientali e ricercatore della Scuola agraria del Parco di Monza - Un presupposto che rischia di ingessare gli scenari incrementali di raccolta differenziata". La maggior parte delle regioni ha fissato l' obiettivo della differenziata al minimo del 65 per cento, ad eccezione di Emilia Romagna (70 %), Toscana (70%), Umbria (68,6%), Marche (72,3 %): il piano di incenerimento si basa su queste percentuali. Cosa accadrebbe se le regioni decidessero di aumentarle?

 

inceneritoreinceneritore

Secondo esperti e ambientalisti semplicemente con nuovi inceneritori le percentuali della differenziata non aumenteranno: se gli impianti bruciano meno, producono meno energia e ammortizzarne il costo sarebbe più complicato. Una volta che li hai costruiti, devi farli lavorare a pieno regime. Poi c' è un' altra stranezza: finora nei piani industriali - anziché considerare anche il costo di dismissione finale - si è tenuto conto del valore residuo delle installazioni.

 

A Cremona, ad esempio, la dismissione dell' impianto è prevista nel giro di tre anni, mentre l' ammortamento dell' opera civile avrà bisogno di diversi decenni: per questo ora si discute dell' eventuale revamping, l' ammodernamento dell' impianto che, con lo Sblocca Italia, è entrato a far parte della rete nazionale. "Il ministero potrebbe prevedere piani industriali specifici - spiega Favoino - ma genererebbe tariffe di conferimento molto più alte. Gli ultimi inceneritori sono costati tra i 150 e i 450 milioni di euro: insostenibile spalmare questo investimento su dieci anni".

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…