mimmo lucano

RIACE PANEM ET CIRCENSES - COI SOLDI DEI MIGRANTI SI PAGAVANO FESTE E CANTANTI. NELL'INCHIESTA SUL COMUNE DI MIMMO LUCANO EMERGE COME I FONDI PER L'ACCOGLIENZA FINANZIASSERO ARTISTI E FESTIVAL. TIPO ROBERTO VECCHIONI: PER AVERLO OSPITE “LE ASSOCIAZIONI HANNO DISTRATTO FONDI PUBBLICI PER 45.000 EURO”, SCRIVE LA GUARDIA DI FINANZA, TANTO DA SCATENARE LE PROTESTE DEI MIGRANTI RIMASTI SENZA POCKET MONEY

 

Michel Dessì per www.ilgiornale.it

 

I soldi dei migranti usati per pagare feste e cantanti. Accadeva anche questo a Riace, nella città calabra dell’accoglienza, ai tempi sotto l’egemonia di Mimmo Lucano, il sindaco “eroe”.

 

mimmo lucano

A raccontarlo sono le carte dell’inchiesta “Xenia”. Le intercettazioni, di cui noi de ilGiornale.it siamo entrati in possesso, sono inequivocabili. Gli inquirenti parlano di “distrazione di fondi dell’accoglienza per il pagamento delle spese del Riace Film Festival”, un evento che, a Riace, si ripeteva annualmente. Un appuntamento per sensibilizzare sull’accoglienza dei migranti e promuovere il “modello” divenuto famoso nel mondo. Peccato che i soldi per pagare quelle feste frequentate dai big della sinistra (come sottolineano gli investigatori) venivano dai fondi per l’accoglienza. Dai famosi 35 euro al giorno per migrante.

 

Le casse del comune erano vuote e servivano i soldi per pagare gli artisti. Tanti soldi. In alcune intercettazioni si sente Lucano fare addirittura la conta dei migranti presenti nel piccolo comune per riuscire a quantificare una cifra da poter utilizzare per pagare i tecnici, il palco e gli spettacoli. La strategia era una: far contribuire ogni associazione presente a Riace con un contributo. Contributi dati a Lucano e mai messi in rendicontazione. Tutto fatto sottotraccia, con un giro di false fatture. Gli investigatori si concentrano in particolare sui costi dell’edizione del 2017 (oltre 50.000 euro), ma anche sui costi “esorbitanti (oltre 100.000 euro) dell’edizione 2015”.

 

mimmo lucano arriva all'universita' la sapienza di roma 8

Ad essere pagato con i soldi dei profughi anche il cantante Roberto Vecchioni. Soldi sottratti ai fabbisogni dei migranti che, in alcuni casi, hanno addirittura protestato per il mancato riconoscimento del pocket money. Per pagare Vecchioni “le associazioni hanno distratto fondi pubblici per 45.000 euro”.

 

Scrivono i finanzieri. Per il concerto del cantautore italiano, a settembre del 2015, “il comune di Riace non ha stanziato alcuna somma. Di conseguenza tutte le somme sono state reperite (distratte) dalle associazioni utilizzando i fondi ricevuti dal Ministero e dalla Prefettura per la gestione dei rifugiati.” È lo stesso Lucano ad ammetterlo sempre al telefono: “Ho fatto la festa di San Cosimo e Damiano e mi sono mangiato 100 mila euro, solo Roberto Vecchioni e costato 45 mila euro, i soldi dove li ho presi? ... Secondo te dove li ho presi? ...”

 

mimmo lucano

Mimmo Lucano, insieme ai suoi collaboratori “escogitano la presentazione di false fatture inserendole nel Progetto Cas 2016 e, una volta ottenuti i fondi dalla Prefettura, pagare l’evento. Quindi e possibile affermare che le spese del Riace Film festival e stata sostenuta, a sua insaputa, dalla Prefettura di Reggio Calabria.” Sostengono gli investigatori. Un fatto che, se confermato, sarebbe gravissimo. Tutto pagato con i soldi pubblici. Anche Vecchioni, paladino della sinistra. Un vero abuso sulla pelle dei migranti.

 

In una intercettazione telefonica del 25 luglio del 2017 si sente Mimmo Lucano parlare con un manager che si preoccupa dei pagamenti (ascolta l'audio). “Il Comune ha messo una quota in programmazione cosi nel bilancio, ma non e una quota alta, pero ogni associazione mi garantisce un contributo... - sostiene Lucano - Io non voglio che la Regione mi dia niente, voglio che mi dia zero... per il Riace Film Festival vengono 60-70 persone a Riace, per 4-5 giorni, le case ... l'ospitalità, vitto e alloggio glieli troviamo noi. Quello che mi manca la conclusione con un cantante molto leggero, che non ci impegna molto sul piano economico... perché abbiamo sviluppato una bella cifra", afferma Lucano (ascolta l'audio). Ospiti fatti dormire in alcune case destinate solo ed esclusivamente ai migranti, come già vi abbiamo raccontato.

 

roberto vecchioni

Il 7 agosto del 2017, in un’altra intercettazione, Lucano “fa presente che una parte verrà pagata con somme messe in programmazione dal Comune e parte con il contributo di 2.000 euro erogato da ogni associazione.” Contributi “illeciti”, che non potevano essere erogati. I soldi venivano dalle casse del Viminale. È lo stesso Lucano ad ammetterlo il 28 agosto del 2017 intercettato nell’ufficio di Citta Futura. Qualche giorno dopo, Il 31 agosto, nel campo base, sempre nell’ufficio di Citta Futura, Lucano intercettato dice che bisogna fare una “ricognizione” per recuperare la somma dalle associazioni, anche perché hanno ottenuto i fondi per i rifugiati. “...urgenti, dobbiamo fare una ricognizione per recuperare questi 14.000 euro... chiama a coso... a (…) e gli dici di dare un contributo...” I soldi a Lucano servivano anche perché la somma da pagare era consistente.

 

roberto vecchioni

Ma c’è altro, come sottolineano gli investigatori che riportano le intercettazioni ambientali. È il 12 settembre del 2017 quando Lucano dice: “...poi T.P., A.G. e compagnia bella se raccoglievano 10.000 euro era una cosa buona, 3.000, 3.000, 3.000, pero questi li possiamo raccogliere solo se ci sbloccano lo SPRAR e se sbloccano la Prefettura ...”. lo stesso giorno Lucano viene intercettato nella sua alfetta mentre cerca di “trovare una soluzione fattibile per rendicontare spese da inserire a rimborso nel progetto CAS della Prefettura, per una cifra limite di 87.000 euro, attraverso l’effettuazione di prestazioni occasionali. Una parte dei soldi cosi recuperati dalle stesse, evidentemente fittizie, verrà utilizzata per pagare le spese sostenute per il “Riace Film Festival”. Un sistema ben collaudato. Ecco come Lucano gestiva i soldi dei suoi amati “fratelli africani”.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…