csm

L’INELUTTABILE CORRENTISMO NELLA MAGISTRATURA HA VINTO ANCORA – NELL’ELEZIONE PER IL RINNOVO DEI CONSIGLIERI TOGATI DEL CSM 7 POLTRONE SONO STATE AGGIUDICATE DALLA CORRENTE DI DESTRA (MAGISTRATURA INDIPENDENTE), 6 AL GRUPPO PROGRESSISTA (AREA), 4 ALLA CORRENTE CENTRISTRA UNICOST, UNO CIASCUNO PER MAGISTRATURA DEMOCRATICA E ALTRA PROPOSTA -  ROBERTO FONTANA È STATO L’UNICO INDIPENDENTE ELETTO – FUORI DAGLI ELETTI WOODCOCK E IL PROCURATORE DI TEMPIO PAUSANIA GREGORIO CAPASSO...

Valeria Di Corrado per “il Messaggero”

 

woodcock

Il correntismo nella magistratura è più forte di tutto, anche della riforma Cartabia e del Palamara-gate smascherato dal trojan dell'hotel Champagne. Le votazioni per il rinnovo dei consiglieri togati del Csm hanno decretato la vittoria delle correnti tradizionali e la sconfitta delle candidature indipendenti, la principale novità introdotta dal ministro della Giustizia. Solo uno, infatti, è il candidato indipendente eletto: Roberto Fontana.

 

palamara

Il voto si è polarizzato: delle 20 poltrone del plenum di Palazzo Marescialli destinate ai togati, 7 vanno al gruppo conservatore di Magistratura indipendente (la corrente di destra), 6 al gruppo progressista di Area, 4 alla corrente centrista di Unicost, uno ciascuno per Magistratura democratica (che ha presentato una lista autonoma rispetto ad Area) e Altra Proposta, il gruppo anticorrenti.

 

gregorio capasso

Non ce l'hanno fatta i due magistrati più noti tra quelli che si sono presentati da indipendenti: il sostituto procuratore di Napoli Henry John Woodcock e il procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso, titolare del processo a carico del figlio dell'ex comico Beppe Grillo. Obiettivo non raggiunto nemmeno dal sostituto procuratore della Dda di Roma, Mario Palazzi, candidato di Area. Rispetto a lui, Fontana ha ottenuto una cinquantina di preferenze in più, dimostrando che quella milanese è tornata a essere la locomotiva delle Procura italiane. Pm da 8 anni, attualmente coordinatore del pool reati economici a Milano, ha una carriera trasversale, dunque.

 

MAGISTRATI

«Ho una lunga storia di impegno nella magistratura progressista - spiega Fontana - Ho raccolto consensi molto più ampi in ragione del mio impegno ultraventennale, prima come giudice civile e poi come pubblico ministero nel promuovere il tema dell'effettività della giurisdizione». Non era d'accordo con Area sulle modalità delle candidature, si è quindi presentato autonomamente.

 

csm

Centrato invece l'altro obiettivo della nuova legge elettorale per il Csm voluta dalla Cartabia, quello di aumentare il numero delle candidature per allargare la partecipazione al voto. I candidati erano 87, molti di più che nelle precedenti tornate, così come sono stati tanti i magistrati che hanno votato: 7.911 su oltre 9.100 aventi diritto, con una percentuale di affluenza intorno all'86%. Sono 6 le donne e 14 gli uomini.

 

sergio mattarella al plenum del csm

Per i giudici di legittimità vanno a Palazzo dei Marescialli Paola d'Ovidio, ex segretario di Magistratura indipendente, e Antonello Cosentino, di Area. Per i giudici di merito sono 4 gli eletti di Magistratura indipendente: Maria Luisa Mazzola, Bernadette Nicotra, Edoardo Cilenti, Maria Vittoria Marchianò. Quattro anche quelli di Area: Marcello Basilico, Genantonio Chiarelli, Francesca Abenavoli, Tullio Morello. Tre di Unicost: Roberto D'Auria, Antonio Laganà, Michele Forziati. Per Magistratura democratica passa Domenica Miele, mentre Altra proposta porta in consiglio Andrea Mirenda. 

 

luca palamara al csm

Per la categoria dei pubblici ministeri sono stati eletti Eligio Paolini e Dario Scaletta di Magistratura indipendente, Marco Bisogni di Unicost, Maurizio Carbone di Area e Roberto Fontana, indipendente. Per completare la composizione del Csm dovranno essere eletti dal Parlamento i 10 componenti laici. Le votazioni di oggi, dunque, saranno anche l'ago della bilancia di Palazzo Marescialli, considerato il bipolarismo dei nuovi membri togati, che resteranno congelati fino all'insediamento delle nuove Camere. Nel frattempo sarà prorogato il vecchio Consiglio.

marta cartabia al senato MARTA CARTABIA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”