davigo mattarella ermini di matteo palamara

SALLUSTI ATTACK! - L'INTRECCIO TRA MAGISTRATURA, POLITICA E INFORMAZIONE, UNA VOLTA SCARDINATO DALLA VALANGA PALAMARA, NON REGGE PIÙ IL GIOCO (SPORCO), DOPO VENT'ANNI DI SUCCESSI, SE TALI SI POSSONO DEFINIRE LE DECAPITAZIONI PER VIA GIUDIZIARIA DELLA CLASSE POLITICA AVVERSA ALLA SINISTRA - ORMAI È UN TUTTI CONTRO TUTTI, E ANCHE IL PURO DAVIGO (IL SUO TENTATIVO DI COINVOLGERE MATTARELLA PER SALVARSI È RIDICOLO) NON PUÒ SFUGGIRE ALLA REGOLA CHE “SE FAI IL PURO, ARRIVERÀ QUALCUNO PIÙ PURO DI TE E TI EPURERÀ”

sallusti

Alessandro Sallusti per il Giornale

 

L'intreccio tra magistratura, politica e informazione che ha condizionato la vita democratica al riparo da occhi indiscreti, una volta smascherato non regge più il gioco (sporco), dopo vent'anni di successi, se tali si possono definire le decapitazioni per via giudiziaria della classe politica avversa alla sinistra. 

 

Quello che è successo negli ultimi mesi ha dell' incredibile: verbali segreti con pesanti accuse all' ex presidente del Consiglio Conte, ad importanti magistrati e uomini di Stato prima insabbiati, poi consegnati, non si capisce a che titolo, nelle mani di Piercamillo Davigo che invece di fare pubblica denuncia ne parla con il presidente Mattarella e tutto viene messo a tacere; 

piercamillo davigo al tg2 2

 

giornalisti del Fatto Quotidiano e di Repubblica che ricevono informazioni a tal riguardo e che invece di indagare, verificare ed eventualmente scrivere (che sarebbe il loro mestiere) questa volta decidono di rivolgersi alla Procura della Repubblica e per mesi fanno finta di niente; una procura, quella di Perugia, che ipotizza l' esistenza di una loggia segreta di magistrati, politici e professionisti sul tipo della P2, la «loggia Ungheria». 

 

david ermini sergio mattarella al csm

Mi fermo qui, il resto lo trovate all' interno. È il capitolo mancante del libro Il Sistema, non per omissione degli autori, ma perché parliamo di questioni successive alla sua pubblicazione. Ma è un capitolo assolutamente in linea con i precedenti in quanto a dinamiche, logiche, intrighi e illegalità compiute al riparo dell' ombrello della giustizia. 

 

Se questa volta il giochino è stato scoperto è solo perché il «sistema», scardinato dalla valanga Palamara, non ha più la stessa tenuta di prima. Ormai è un tutti contro tutti, e anche il puro Davigo (il suo tentativo di coinvolgere Mattarella per salvarsi è ridicolo) non può sfuggire alla regola che «se fai il puro, arriverà qualcuno più puro di te e ti epurerà». 

luca palamara al csm 1

 

Qui non basta una commissione parlamentare d' inchiesta, servirebbe una retata (niente carcere, per carità, ma tutti a casa sì). O almeno un commissario che prenda in mano il Csm degli inganni e dei furbetti.

 

ALESSANDRO SALLUSTI INTERVISTA LUCA PALAMARA - IL SISTEMA

Sì, perché il Csm è come una azienda decotta e fallita, come lo sono state la Parmalat, l' Ilva, l' Alitalia. Nella migliore delle ipotesi, volendo usare la celebre frase di Davigo, parliamo di «colpevoli che la faranno franca».

 

È GUERRA NUCLEARE NEL CSM DI MATTEO DENUNCIA UN CORVO

Anna Maria Greco per "il Giornale"

 

E come in tutti i momenti più bui del mondo giudiziario, compare «il corvo». Un dossier anonimo, con la copia dell' interrogatorio nel 2019 di un indagato, arriva per posta al consigliere del Csm Nino Di Matteo e lui fa scoppiare il caso in plenum.

SEBASTIANO ARDITA NINO DI MATTEO

 

«Nella lettera anonima - dice pubblicamente - quel verbale veniva indicato come segreto e l' indagato menzionava in forma diffamatoria, se non calunniosa, circostanze relative ad un consigliere di questo organo».

 

L' ultimo atto dello scandalo Palamara, che ha terremotato l' organo di autogoverno e tutta la magistratura, riporta indietro nel tempo, ad un meccanismo di sospetti e ricatti, incastri e convenienze, che abbiamo già visto.

 

PIERO AMARA

Pare proprio che l' indagato di cui parla Di Matteo sia quell' avvocato-faccendiere Piero Amara, grande accusatore dell' ex presidente dell' Anm e leader Unicost, che ha da poco messo nei guai il presidente del Consiglio di Stato Giuseppe Patroni Griffi e ora, come scrive Domani, l' ex premier Giuseppe Conte, coinvolgendo anche Michele Vietti, ex Udc e già vicepresidente del Csm. La questione è anche degli intrecci tra magistratura e politica e il 5 maggio le commissioni riunite prima e seconda della Camera iniziano l' esame della proposta di legge per una commissione d' inchiesta.

giuseppe conte alle agora di bettini 2

 

Dicono che il plico con la copia informatica dell' interrogatorio circolasse da settimane, fosse arrivato ad altri membri del Csm e anche a giornalisti, ma è solo Di Matteo a rompere il silenzio. Il togato indipendente, eletto con l' appoggio della corrente di Piercamillo Davigo, Autonomia &Indipendenza, spiega di aver contattato i pm di Perugia e riferito il fatto «nel timore che tali dichiarazioni e il dossieraggio anonimo potessero collegarsi a un tentativo di condizionamento dell' attività del Csm».

Poi chiede che «si faccia luce sugli autori e sulla diffusione, in forma anonima, all' interno di questo Consiglio, di questi atti».

 

giuseppe pignatone

Di Matteo non fa il nome del collega del Csm che sarebbe citato dall' interrogato, ma sarebbe Sebastiano Ardita di A&I, che con Davigo ha rotto proprio per una vicenda legata alle indagini su Palamara. È l' esposto al Csm del l' ex pm Stefano Fava nei confronti dell' allora suo capo alla procura di Roma, Giuseppe Pignatone, che non si sarebbe astenuto in casi connessi ad alcuni indagati eccellenti, compreso lo stesso Amara, per i quali suo fratello avrebbe lavorato come consulente. 

 

Ardita disse ai pm di Perugia che l' iter dell' esposto sulle difficoltà nell' ufficio di piazzale Clodio era stato rallentato dal vertice del Csm, fino al pensionamento di Pignatone, e che Davigo sapeva delle accuse, smentendo la sua diversa versione.

PAOLO STORARI

 

Amara, ex avvocato esterno di Eni, coinvolto in vari procedimenti penali per il «sistema Siracusa» e le tangenti Eni-Nigeria, sta collaborando con i pm di almeno tre procure e spara a zero su molti personaggi noti. Con il contagocce e forse secondo il disegno utile a qualcuno, filtrano le notizie dei suoi interrogatori, come quelli a Milano davanti ai sostituti Paolo Storari e Laura Pedio. 

 

laura pedio 3

Non sempre è credibile, come sostenne proprio Fava, poi estromesso dalle indagini. Non è stato il solo a dubitare della serietà del faccendiere siciliano, ritenuto il regista di molte corruzioni.

 

Nel documento anonimo inviato al consigliere del Csm non ci sarebbe solo il nome di Ardita, ma anche di altri magistrati e si parlerebbe pure di logge massoniche. Sembra partita una caccia alle streghe in cui è difficile distinguere tra verità e menzogna. Anche perché la menzogna, comunque, sporca.

francesco greco

 

Di Matteo, con il suo atto in plenum, sembra deciso a puntare il riflettore su un teste che potrebbe essere manovrato, questo è il pericolo, utilizzato nella lotta intestina tra correnti e procure. Pone delle domande precise e avverte che non si possono ammettere intimidazioni.

 

Questo Amara è credibile? O viene utilizzato da qualcuno? Perché non rendere pubbliche le sue dichiarazioni ai pm ed evitare strumentalizzazioni? Insomma, fa saltare il banco e obbliga gli altri ad affrontare il problema alla luce del sole e non nelle stanze chiuse del Csm. Sulle quali aleggia un «corvo» o forse più d' uno.

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...