salvini di maio conte

DALLE SCELTE PER IL CDA RAI, SI CAPIRA’ SE LEGA E M5S VORRANNO UNA VERA “SVOLTA” O LA SOLITA LOTTIZZAZIONE - SALVINI E DI MAIO SI SPARTIRANNO A METÀ I POSTI DI TESORO, ESTERI E DIFESA - VINCENZO SPADAFORA POTREBBE FINIRE AGLI AFFARI SOCIALI O ALL’EDITORIA - I SERVIZI A CONTE

1 - DALLE SCELTE PER IL CDA RAI UN PRIMO TEST DI «SVOLTA»

Paolo Conti per il “Corriere della Sera”

 

GIUSEPPE CONTE

La coincidenza è tecnicamente perfetta. Il governo Conte si è appena insediato e il 30 giugno prossimo scadrà il Consiglio di amministrazione Rai presieduto da Monica Maggioni con la direzione generale di Mario Orfeo. Il 7 maggio è stato approvato, correttamente nei tempi, il bilancio 2017 con un utile di 14,3 milioni di euro.

 

Intanto, il 31 maggio sono scaduti i termini, aperti il 30 aprile, per depositare in Parlamento le candidature per il futuro Consiglio a sette membri, con le nuove regole: due eletti dalla Camera, due dal Senato, due designati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell' Economia (azionista di maggioranza assoluta della Rai) e uno eletto dall' assemblea dei dipendenti Rai. Un governo nuovo di zecca che deve indicare subito i futuri vertici della tv pubblica: si dice da decenni che la Rai è lo specchio della politica italiana, e stavolta ci sono persino i tempi ideali.

RAI VIALE MAZZINI

 

La posta in gioco per il Movimento 5 Stelle e la Lega è alta: dovranno dimostrare nei fatti, dopo anni di polemiche con viale Mazzini, che il servizio pubblico non va politicamente occupato, che la lottizzazione deve essere archiviata per sempre, che l' essenziale è badare alla qualità, alla serietà, agli ascolti, ai bilanci, alla libertà di espressione.

 

Lo sappiamo, un conto è contestare dall' opposizione, altra faccenda è governare e decidere. Ma la Rai rappresenta un eloquente termometro per misurare le intenzioni del nuovo esecutivo: verranno scelti uomini e donne di «sicuro affidamento», magari pronti a qualche resa dei conti con dirigenti e conduttori, o si opterà per professionisti indipendenti che dovranno rispondere solo agli interessi di un bene collettivo quale è, piaccia o meno, la Rai? Domanda legittima, visto che gli italiani pagano il canone.

luigi di maio vincenzo spadafora

 

2 - IL MATCH SOTTOSEGRETARI: BRACCIO DI FERRO SULLE TLC

Marco Conti per “il Messaggero”

 

Una valanga di sottosegretari, quattro capigruppo, tutte le presidenze delle Commissioni e una corposa quanto attesa infornata di nomine in aziende partecipate dallo Stato con in testa la Cassa Depositi e Prestiti.

 

In attesa del voto di fiducia di dopodomani alla Camera, continua febbrile il lavoro dei due leader, Di Maio e Salvini, per sistemare le caselle del governo. I sottosegretari dovrebbero essere una quarantina. Dopo lo scontro dei giorni scorsi, è destinata a rimanere nelle mani del premier la delega ai servizi segreti, ma non è detto che il governo resti con un solo sottosegretario alla presidenza.

 

giancarlo giorgetti

Per ora c' è Giancarlo Giorgetti, ma Vincenzo Spadafora (M5S), a lungo indicato come ministro, potrebbe rientrare avendo competenza su affari sociali o editoria. Risolta la disputa sui servizi, resta quella sulle telecomunicazioni.

 

I VUOTI

La delega sulle frequenze televisive - solitamente assegnata ad un viceministro, con l' avvento del digitale, ha perso un po' di peso, ma resta sempre importante per calibrare i rapporti della maggioranza con Silvio Berlusconi. La Lega la vorrebbe per sè, ma poichè la competenza rientra nei dicasteri affidati a Di Maio, Sviluppo Economico e Lavoro, non è detto che venga esternalizzata.

 

LAURA CASTELLI 1

Nell' esecutivo sembra passata del metà e metà per quanto riguarda i ministeri affidati a tecnici (Esteri, Economia e Difesa), mentre negli altri il colore di vice e sottosegretari dovrebbe seguire quello del ministro. La carenza di donne nell' esecutivo i grillini potrebbero compensarla con Laura Castelli (Economia), Tiziana Ciprini, Fabiana Dadone, Marta Grande, Paola Taverna, Sabrina Ricciardi, Giulia Sarti e Laura Bottici.

 

Rimasto fuori dalla partita dei ministri, Lorenzo Fioramonti potrebbe venire recuperato come vice al Mise mentre posti di governo potrebbero avere parlamentari già alla seconda legislatura come Vito Crimi, Nicola Morra e Vittorio Ferraresi. Sempre in area pentastellata, si fanno i nomi di Emilio Carelli, Elio Lannutti e Stefano Buffagni.

luigi di maio elio lannutti

 

In casa Lega la partita dei viceministri e sottosegretari si intreccia con quella dei gruppi. Al posto di Giorgetti, potrebbe guidare il gruppo alla Camera Guido Guidesi e al Senato Stefano Candiani prenderà il posto di Centinaio. Nell' elenco tutti i fedelissimi di Salvini.

 

A cominciare da Edoardo Rixi, Nicola Molteni (Mise), Angela Colmellere, Gianni Tonelli, Massimo Bitonci, Massimo Garavaglia, Paolo Grimoldi, Gianluca Cantalamessa, Filippo Maturi. Posto potrebbero anche trovarlo i due teorici del Carroccio come Alberto Bagnai (Mise) e Armando Siri (Trasporti) che hanno sfiorato il posto da ministro. L' emiliana Lucia Bergonzoni e la romana Barbara Saltamartini sono anch' esse in pista per un ruolo di governo che, come per le presidenze della Commissioni, dà diritto ad un' indennità aggiuntiva rispetto a quella parlamentare.

 

LA PAZIENZA

ARMANDO SIRI

Lega e M5S puntano a chiudere la vicenda di vice ministri e sottosegretari in settimana ma il risiko si intreccia con quello delle commissioni parlamentari che cominceranno a delinearsi dopo il voto di fiducia di mercoledì anche se domani i presidenti delle due Camere chiederanno ai partiti di indicare i nomi. Presidenze importanti sono quelle delle commissioni bicamerali che solitamente sono delle opposizioni. Ovvero a FI e Pd.

FdI non è al governo, ma ha promesso l' astensione e potrebbe spuntare la presidenza della Vigilanza Rai mentre potrebbe andare al Pd la presidenza del Copasir.

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...