berlusconi draghi

SILVIO L’HA MES IN QUEL POSTO - NELLA SUA ENNESIMA GIRAVOLTA DA “RESPONSABILE”, BERLUSCONI POTREBBE DIVENTARE IL KING MAKER DI UN NUOVO GOVERNO - IL CAV HA LETTO I SONDAGGI: IL 78% DEGLI ITALIANI VUOLE UN ESECUTIVO DI UNITÀ NAZIONALE (MAGARI CON DRAGHI PREMIER), APPENA TERMINATA L’EMERGENZA SANITARIA - NON C’È SOLO IL MOVIMENTISMO DI GIANNI LETTA: DA QUALCHE TEMPO, BERLUSCONI HA CONTATTI RISERVATI CON UNA PARTE IMPORTANTE DEL MONDO CINQUESTELLE…

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

BERLUSCONI DRAGHI

Sembrava irrimediabilmente condannato alla panchina, invece l' emergenza da Covid 19 ha restituito a Berlusconi la centralità perduta. Prima della pandemia il Cavaliere si era di fatto ritirato, e viveva la sua quarantena politica osservando con distacco il duello tra Salvini e Meloni, impegnati a contendersi il primato della coalizione di cui era stato il fondatore.

 

Ora che il dramma del Coronavirus ha indebolito il governo mettendone a repentaglio la sopravvivenza, il capo di Forza Italia è stato lesto a tornare in campo, spiazzando gli alleati sovranisti e ritagliandosi un ruolo che lo aggrada: «Sono un europeista e un patriota». Così, dichiarandosi favorevole al Mes «perché l' Italia non può farne a meno», si è trovato al fianco del suo storico avversario Prodi e al centro di un' operazione che mira a «salvare il Paese non la poltrona a Conte».

BERLUSCONI MELONI SALVINI

 

L' idea infatti che Berlusconi possa tramutarsi in una sorta di «responsabile», disposto a sostenere il premier a Palazzo Chigi, contrasta con i suoi reali obiettivi. Raccontano che accarezzi persino il sogno del Quirinale, ma per quanto abbia finto di mostrare interesse a chi gliene ha parlato, persegue pragmaticamente un altro risultato: diventare in questa legislatura il king-maker di un nuovo governo, per prendersi la rivincita rispetto alla parte che gli toccò due anni fa. E lo conforta la lettura di un sondaggio, pubblicato da Demos Marketing International, secondo il quale il 78% degli italiani vorrebbe un governo di unità nazionale appena terminata l' emergenza sanitaria. Con Draghi come premier, gradito dal 53% degli intervistati.

SALVINI BERLUSCONI

 

L'altra sera a «Porta a Porta» è riuscito a far passare il messaggio, e dietro una sequenza di negazioni ha spiegato anche il timing di un progetto molto complicato e ancora in gestazione. Prima ha detto che «non è il momento di parlare di manovre politiche», siccome nel Palazzo la dead-line è fissata per giugno. Poi ha schivato la domanda sull' ex presidente della Bce, avvisando che «quando ci saranno le condizioni ne discuterò con i miei alleati». Perché, nonostante si avvertisse il gusto con cui ha dato un paio di scappellotti a Salvini, «non è tempo di piantare bandierine per raccogliere il consenso», ha tenuto a precisare che «nessuno deve illudersi di spaccare il centrodestra».

 

letta berlusconi

Per spingere Berlusconi a uscire dall' isolamento, c'è voluta la costanza di Tajani e l'abilità di Gianni Letta, che tiene un piede nel campo di Agramante, cioè nel campo del Pd. Sul suo block notes il leader forzista ha disegnato uno scenario, annotando nomi sottolineati in base alla loro importanza. «Gianni vede Zingaretti». «Franceschini». C'è pure scritto «Di Maio».

 

Sebbene il Cavaliere tenga da qualche tempo contatti riservati con una parte importante del mondo a cinque stelle, è impensabile che abbia parlato con il ministro degli Esteri, mentre è certo che Conte osservi con sospetto le mosse di Di Maio e tema possa entrare nell' ipotetica partita del governo istituzionale.

 

salvini giorgetti

A guardare i fogli scarabocchiati di Berlusconi, così pieni di frecce, si intuisce quanto sia intricato il gioco. E in quel gioco c' è anche la Lega. È vero, ieri Salvini si è detto «dispiaciuto» per le parole dell' alleato sul Mes, pronunciate peraltro in un momento per lui politicamente difficile. Ma Salvini si è già espresso su Draghi e nel partito è iniziata una riflessione sulla «necessità di riposizionarci, perché - spiega un esponente del Carroccio - siamo solo all' inizio di una stagione drammatica».

 

Come al solito è toccato a Giorgetti dare un indirizzo, avvisando che «davanti alla crisi economica del Paese, la tesi del "facciamo da soli" è un espediente da illusionisti: l' Italia non può pensare di uscirne senza un sistema di alleanze internazionali ed europee». È una sentenza senza appello contro le velleità sovraniste, un richiamo alla realtà delle cose. E mentre attende che il processo maturi, prosegue nei contatti con i maggiorenti del Pd e dei grillini. Berlusconi deve sapere come procede il suo lavoro, perché c' è anche il nome di Giorgetti sul suo block notes. Manca quello della Meloni, ma è convinto che lo scriverà.

berlusconi salvini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”