giuseppe conte beppe grillo

GRILLO HA VINTO - CON IL DIRETTORIO A 7, SUGGERITO DA DI MAIO ALL'ELEVATO, CONTE E' FINITO IN CUL DE SAC: UN COMPROMESSO LASCEREBBE A BEPPEMAO L'ULTIMA PAROLA - LO STATUTO DI CONTE HA FATTO SCAPOCCIARE GRILLO PERCHE’ GLI AVREBBE TOLTO IL POTERE DI TRATTARE LA PARTITA POLITICA PIU' IMPORTANTE: L'ELEZIONE DEL NUOVO CAPO DELLO STATO - ORA CONTE DOVRÀ DECIDERE: TORNARE SOTTO LA CAPPELLA DI GRILLO O DARE ASCOLTO AI CONSIGLI (NON COSÌ PEREGRINI) DEL SUO GURU TRAVAGLIO: NON È MEGLIO FARE IL CAPO DI UN PARTITO DELL'8-10% CHE RESTARE UN "DIPENDENTE" DI GRILLO IN UNO DEL 15%?

DAGOREPORT

 

I SETTE SAGGI M5S - DI MAIO - FICO - PATUANELLI - LICHERI - CRIMI - BEGHIN - CRIPPA

Luigi Di Maio alla Farnesina ha capito una regola aurea della politica: quando si è al centro di una mediazione bisogna tacere. E così ha fatto: ha suggerito a Beppe Grillo a dare il via al gruppo di 7 "saggi" per trovare una soluzione nella faida con Conte.

 

A farne parte ci sono tre pentastellati vicini a BeppeMao (Di Maio, Crippa e l'europarlamentare Tiziana Beghin), tre "contiani" (Patuanelli, Crimi e Licheri); nel mezzo c'è Roberto Fico che, da presidente della Camera, dovrebbe avere un ruolo istituzionale e super-partes. Quindi, partecipa ma è azzoppato.

 

giuseppe conte vs beppe grillo meme

La matassa sarà sciolta a breve: lunedì alle 15 ci sarà la riunione dalla quale verrà fuori l'orientamento definitivo del M5s. Da garante e proprietario del simbolo, Beppe Grillo ha il coltello dalla parte del manico. Conte, che ha già aperto alla soluzione negoziale ("Ben venga il tentativo di mediazione ma restino fermi alcuni principi fondamentali"), potrebbe essere tentato dal deporre l'ascia di guerra, rientrare sotto il cappellone di Grillo e lasciare a lui il boccino per la partita più importante della politica italiana: la scelta del prossimo presidente della Repubblica.

 

il post di beppe grillo contro conte

Ed è qui che è avvenuta la rottura tra l'Elevato e la pochette dal volto umano: Conte nel suo statuto ipotizzava di essere il regista unico dei voti dei 5Stelle. E Grillo l'ha sfanculato: l'ultima parola spetta a me (vedi l'articolo a seguire).

 

Ora l'avvocato di Padre Pio dovrà decidere: se accettare un compromesso o se dare ascolto ai consigli (non così peregrini) del suo guru Travaglio: non è meglio fare il capo di un muovo partito dell'8-10% che restare un subordinato di Grillo in uno del 15%?. 

 

TRA GRILLO E IL QUIRINALE, NON METTERE IL DITO

Francesco Bonazzi per “la Verità”

 

grillo conte

A un certo punto è successo che il Visionario non ci ha visto più. È successo quando Beppe Grillo ha capito che un avvocato senza neppure la tessera del Movimento sarebbe andato al suo posto a trattare per il Quirinale. A quel punto, non solo ha bloccato il nuovo statuto, ma tutta la gioiosa macchina dell' annessione preparata da Giuseppe Conte e Rocco Casalino.

 

Perché Grillo sarà anche un ex comico, ma in pochi anni ha creato da zero il primo partito italiano e ancora a gennaio ha negoziato personalmente con Mario Draghi e Sergio Mattarella la nascita del nuovo governo, designando personalmente, uno a uno, tutti i ministri e tutti i sottosegretari che spettavano ai grillini.

VIGNETTA ELLEKAPPA - CONTE GRILLO E CASALEGGIO

 

 

 

 

 

Per questo motivo, non può accettare che adesso arrivi Conte, un «mio dipendente», per usare un' immagine cara all' Elevato, e lo metta in un angolo solo perché lui non ha la pochette giusta.

 

E mentre prosegue la conta interna, tra chi sta con il Fondatore e chi sogna di salvarsi tradendolo per Conte, Grillo medita anche una mossa a effetto per il weekend: espellere Vito Crimi. Tanto è vero che lo stesso Crimi, in tutto e per tutto sua creatura politica, potrebbe giocare d' anticipo e dimettersi da garante.

 

 

conte grillo

Chi ieri ha parlato con Grillo lo ha trovato molto disincantato e sempre più convinto che Conte abbia provato a «farmi il piattino». E che piattino, visto la posta in gioco.

 

Si tratta dei negoziati con e per il Quirinale, visto che il mandato di Sergio Mattarella scade a febbraio del prossimo anno e il Recovery plan sembra richiedere, almeno per l' Unione europea, che Draghi rimanga a Palazzo Chigi, in qualche modo, per cinque anni.

conte grillo

 

 

E questo nonostante tutti i sondaggi diano il centrodestra in netto vantaggio. Il tema è quindi non solo convincere o meno Mattarella a restare ancora tre anni, ma anche decidere come affidarsi ancora a Draghi mentre più di un partito rischia l' implosione e il quadro politico è destinato a mutare.

 

Quando ha parlato con Conte, a parte la famosa bozza di 32 pagine tenuta segreta, Grillo è rimasto sconcertato per come il suo ruolo di garante sarebbe stato ridimensionato in modo evidente.

 

Ma lo scontro con l' ex premier, che per sé aveva immaginato un ruolo da amministratore delegato e per Grillo da presidente onorario, è molto più concreto di quanto sia filtrato. Orgoglio e fiducia tradite, mancanze di rispetto, rinnovamento o conservazione: non era questo il vero oggetto della contesa tra i due.

 

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1

Nei vari partiti presenti in Parlamento, Movimento 5 stelle compreso, oggi chi comanda davvero è chi negozia con gli altri leader la partita del Quirinale prossimo venturo.

 

E chi, in caso di crisi o di problemi gravi e riservatissimi, sale al Colle per parlare con Mattarella. «Se bisogna parlare non solo con il Quirinale, ma anche con Letta, Salvini o Berlusconi, chi lo fa per il Movimento?», chiede in modo retorico uno dei senatori più vicini a Grillo.

 

conte grillo

Nella testa del fondatore appare fuori discussione che questo ruolo di kingmaker spetti a lui. Ma Conte era convinto che, per diplomazia e capacità giuridiche, oltre per il fatto di essere stato presidente del Consiglio, dovesse essere lui a giocare le partite più importanti nei mesi a venire.

 

 

Quando l' ex comico ha capito l' antifona, ha fatto saltare il banco. Del resto, mentre su molti giornali si lasciava intendere che l' interesse per le beghe interne del Movimento fosse motivato, oltre che con l' indubbio folclore dello scontro, con il timore che vi potessero essere ricadute negative sul governo, in realtà a saltare rischia di essere solo il patto non scritto tra Pd e M5s per eleggere insieme il prossimo presidente della Repubblica.

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

 

Che nei piani dei due partiti dovrà essere in grado di gestire una possibile vittoria di Giorgia Meloni e Matteo Salvini alle elezioni politiche del 2023. E così, in caso di scissione, lo stesso Grillo intende punire il Pd (al quale teme che guardino in molti dei suoi, come Stefano Patuanelli e Luigi Di Maio) tenendosi le mani libere sul Colle, nella convinzione che «Pd e scissionisti di Conte, insieme, non hanno i numeri per vincere la partita».

 

 

grillo e conte

Uno scontro vero, maledettamente concreto e non certo di basso livello. Non solo, ma sempre per Grillo, la prova definitiva che Conte abbia cercato di soffiargli il ruolo non solo di decisore, ma anche di negoziatore capo per il Movimento, sarebbe che per il resto l' avvocato pugliese non avrebbe presentato alcun progetto politico. Insomma, voleva solo comandare, emarginando chi lo aveva chiamato anche per ridargli un qualche ruolo, dopo la caduta del suo secondo governo. Intanto, nel silenzio delle chat interne al M5s, dove è in corso una conta all' ultimo deputato, Grillo medita di dare una lezione esemplare anche a Vito Crimi, per il quale si sta valutando l' espulsione.

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIOQUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….