salvini moscovici

UE, DEFICIENTE – LA LETTERINA DELLA COMMISSIONE EUROPEA È UN INVITO ALLA SEDIZIONE E ALIMENTA LA SPECULAZIONE. IL COMMENTO DELL’EX SOTTOSEGRETARIO GIANFRANCO POLILLO:  ''L’ITALIA HA LE SUE RESPONSABILITÀ, MA LA COMMISSIONE È SCADUTA CON LE ELEZIONI E NON RISPETTARE IL CANONE CONSOLIDATO DI NON FARE MOSSE AZZARDATE DURANTE LA PROROGATIO POTREBBE AVERE EFFETTI ESTREMAMENTE NEGATIVI'

Gianfranco Polillo per www.startmag.it

 

pierre moscovici

Speriamo che la Commissione europea, prima di mandare una lettera urticante, ci pensi cento volte. Sarebbe un invito alla sedizione, in grado di alimentare una speculazione devastante ed il rischio di un contagio che si estenderebbe all’intera Eurozona. In un momento in cui le cose sono già complicate da un equilibrio internazionale che più precario non si può.

 

Caratterizzato da un forte ristagno del commercio internazionale, in caduta libera. E da un tasso di crescita complessivo che rasenta la deflazione. In una situazione così tesa, scelte poco riflettute avrebbero l’effetto di gettare benzina sul fuoco ed alimentare un incendio, di cui non si sente alcun bisogno. Quindi attenzione. Soprattutto prudenza.

luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

 

Naturalmente l’Italia ha le sue responsabilità. Gli impegni solennemente sottoscritti rischiano di non essere rispettati. Colpa di una linea di politica economica inconcludente, di cui i 5 Stelle, con le loro sguaiate manifestazioni (il balcone di Palazzo Chigi), portano per intero le responsabilità. Ma gli elettori hanno punito quelle velleità, determinando la loro effettiva emarginazione. Dimostrando una maturità a prova di bomba.

 

GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY

Un fenomeno che non ha precedenti non solo nella storia italiana, ma in quella europea. Solo gli inglesi hanno saputo far peggio, con le loro incertezze sulla Brexit. Ed anche in questo caso, i principali colpevoli – i Conservatori di Theresa May – hanno fatto la fine che meritavano.

 

Nessuno comunque è in grado di lanciare la prima pietra. Le responsabilità della Commissione europea sono altrettanto pesanti. L’articolo 16 del Trattato, che aveva istituito il Fiscal compact, prevedeva un momento di riflessione, prima di procedere oltre. Doveva essere compiuta un’analisi sui risultati conseguiti e sugli eventuali limiti che si erano manifestati. Ma la Commissione se n’è semplicemente fregata.

GIOVANNI TRIA VALDIS DOMBROVSKIS

 

E’ andata avanti come se nulla fosse, incontrando la censura del Parlamento europeo, che ha bocciato il proposito di inserire definitivamente, “senza se e senza ma”, quella normativa nell’ordinamento giuridico. Ma nemmeno questa forzatura è bastata a sollevare un dubbio, un interrogativo, una semplice titubanza. Approfittando dei limiti istituzionali di un Europa che considera le istituzioni rappresentative, più o meno, come un costoso soprammobile, ha scrollato le spalle. Cosa vogliono del resto questi rappresentanti del popolo? la loro opinione è meno di un parere. Un suggerimento non richiesto, che non produce effetto alcuno.

 

20 anni di euro draghi moscovici dombrovskis

Basterebbero queste semplici considerazioni per rincarare la dose. Ma c’è di più. La Commissione europea aveva una data di scadenza: le nuove elezioni. Forse sopravvivrà ancora un poco in attesa che il puzzle politico dei nuovi rapporti di forza si ricomponga, ma non ha più la stessa autorevolezza dei mesi passati. E’ antica tradizione giuridica che, durante il periodo della prorogatio, non si compiono atti capaci di pregiudicare il futuro. Non rispettare questo canone consolidato, potrebbe avere effetti estremamente negativi, di cui gli attuali Commissari porterebbero, per intero, la loro responsabilità. Non è detto che questa consapevolezza sia prevalente. Tuttavia le prudenti dichiarazioni di Pierre Moscovici, i cui effetti immediati si sono visti sul contenimento degli spread sui titoli di stato italiani, lasciano sperare.

MOSCOVICI E DOMBROVSKIS BOCCIANO LA MANOVRA ITALIANA

 

Ma se si entra nel merito delle decisioni assunte, in quest’ultima legislatura, il giudizio è tutt’altro che esaltante. Basti fare un semplice confronto. Da un lato la più stucchevole ortodossia, figlia di interessi costituiti, dall’altra le grandi innovazioni della politica monetaria: imposta da Mario Draghi, nonostante le continue pressioni della Bundesbank. Ebbene l’interrogativo che resta è il seguente: l’euro è stato salvato dal quantitative easing, oppure dal continuo invocare un rigore fine a se stesso? E non si tiri fuori, ancora una volta, il problema del debito. Certo che preoccupa! Ma il tema vero è come contribuire a una sua riduzione. Il volano deve essere quello del maggiore sviluppo, oppure di un accanimento finanziario che determina l’esatto contrario? Non si dimentichino i dati: prima della grande crisi, il rapporto debito-Pil in Italia era sceso sotto il 100 per cento. Dopo l’accanimento terapeutico – da Monti in poi – è cresciuto fino al 132 per cento.

 

moscovici

Qualcuno quindi dovrebbe spiegare perché la Spagna, che ha una disoccupazione pari al 17,2 per cento e un attivo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti dell’1,9 per cento del Pil, non dovrebbe puntare al pieno utilizzo delle risorse esistenti, con politiche espansive? E la stessa cosa non dovrebbe fare l’Italia: una tasso di disoccupazione pari all’11,2 per cento, secondo i dati forniti dalla stessa Commissione, e un attivo dei conti con l’estero al 2,5 per cento del Pil. Un eccesso di risparmio, (50 miliardi all’anno) che non trova contropartita negli investimenti, a causa delle rigidità del sistema economico e dell’eccesso di tassazione, e che prende ogni anno la via dell’estero, favorendo le economie concorrenti. Forse Donald Trump non piacerà alle élite intellettuali europee, per colpa dei suoi modi, ritenuti poco urbani. Difficile, tuttavia, negare i risultati. Quelle politiche stanno facendo bene al più forte Paese occidentale: in continua e perenne espansione economica, contro il languore mortifico che caratterizza il Vecchio continente.

20 anni di euro draghi moscovici dombrovskis

 

L’evidenza empirica dimostra, quindi, quanto sia necessaria una riflessione sull’esperienza trascorsa. Il terremoto politico che si è verificato e che non ha solo le stimme dei “sovranisti” – basti pensare al successo dei verdi – dimostra che, forse, l’elettorato è più avanti dei propri dirigenti politici. E che il problema principale di tutta l’Europa è quello di ricomporre un gap di credibilità, individuando le necessarie politiche. Che non possono rimanere impantanate in un’ortodossia che ha, decisamente, fatto il suo tempo. Che un pizzico di resipiscenza illumini, quindi, le menti dei commissari europei: prima dell’inevitabile disastro.

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”