commisso stadio franchi

CAPOLAVORO O RUDERE? IL DILEMMA DELLO STADIO FRANCHI DIVIDE FIRENZE - IL PRESIDENTE VIOLA COMMISSO LO VUOLE ABBATTERE PER COSTRUIRE UN NUOVO IMPIANTO - LA PROTESTA DEL FAI: “VA SOLO ADEGUATO, COME LA SCALA. RADERLO AL SUOLO SAREBBE UNA BESTEMMIA” - A FAR MONTARE UNA PROTESTA È STATO UN EMENDAMENTO AL DECRETO SEMPLIFICAZIONE APPROVATO LO SCORSO SETTEMBRE, PRIMO FIRMATARIO MATTEO RENZI - UN SONDAGGIO INDICA CHE IL 67% DEGLI ABITANTI È FAVOREVOLE ALL' ABBATTIMENTO. E IL SINDACO NARDELLA…

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

STADIO ARTEMIO FRANCHI

A pagina 31 del passaporto c' è anche lui. Lo stadio Artemio Franchi viene prima della basilica di Santa Maria Novella, del Duomo di Milano, e del Pantheon di Roma.

Non se n' era accorto nessuno, chi fa mai caso alle immagini stampate sulla filigrana del nostro documento più importante. Ma in questi giorni ci si aggrappa a tutto, in una città che senza scomodare Guelfi e Ghibellini ha una innata propensione a dividersi su qualunque argomento.

 

L' equiparazione della struttura che il presidente della Fiorentina Rocco Commisso vorrebbe «abbattere» o «spianare» alle grandi cattedrali nostrane, diventa subito un altro argomento a sostegno della tesi di chi quell' opera vorrebbe invece preservare il più possibile. A breve arriverà il parere del ministero dei Beni culturali, che dovrà indicare quali parti della struttura vanno salvate. A prima vista, hanno tutti ragione.

 

COMMISSO

Lo stadio di Firenze è uno dei capolavori del razionalismo mondiale, apice del lavoro di Pier Luigi Nervi, un grande della nostra ingegneria civile che faceva stropicciare gli occhi a Le Corbusier. Al tempo stesso l' impianto nel cuore del Campo di Marte forse non è un rudere come sostengono i suoi detrattori, ma certo non sta bene, come riconoscono anche i suoi difensori.

 

Il proprietario italo-americano della società viola conta molto, anzi parecchio, sulla costruzione di un nuovo impianto al posto del Franchi, di proprietà del Comune. Con pragmatismo Usa, dove le cattedrali dello sport hanno bassa aspettativa di vita, non importa quale sia il loro valore storico, Commisso usa parole nette, fin troppo. Abbattere, e poi ricostruire sulla stessa area, che gli verrebbe assegnata per un secolo. Non è tipo da sfumature di grigio, colore da sempre prevalente a Firenze. Altrimenti, è la minaccia implicita, me ne vado.

 

NARDELLA COMMISSO

Per una piazza che ha già subito il trauma del fallimento calcistico ai tempi di Vittorio Cecchi Gori, non è un argomento da poco.

 

«Siamo i primi a riconoscere che il Franchi è inadeguato». Nell' elenco dei contrari alla demolizione figurano anche il Fai, Fondo Ambiente Italiano, e il suo storico vicepresidente Marco Magnifico.

 

«Lo era anche la Scala di Milano, della quale si prese cura Mario Botta. Noi chiediamo solo che venga adeguato a esigenze ormai mutate. Ma raderlo al suolo sarebbe una bestemmia». A far montare una protesta fino a qui carsica è stato un emendamento al decreto Semplificazione approvato lo scorso settembre, primo firmatario Matteo Renzi: «L' esigenza di preservare il valore testimoniale di un impianto è recessiva rispetto all' esigenza di garantirne la funzionalità», che tradotto significa il salto del parere vincolante della Sovrintendenza.

 

Apriti cielo.

 

stadio Artemio Franchi

Il Fai ha sostenuto la procedura d' urgenza presso il Parlamento Ue della petizione firmata dai nipoti di Nervi, nella quale si sostiene che quell' emendamento, l' articolo 55, è in contrasto con i trattati europei. Obiezione per altro accolta, con eventuale ritorno a una situazione di stallo. «Se creiamo diversi livelli di priorità tra la tutela dei nostri capolavori e le esigenze dello sport» dice Magnifico, «non siamo più l' Italia».

 

L' unica altra ipotesi sul tavolo sarebbe un nuovo stadio nel comune di Campi Bisenzio.

Una beffa per Firenze, che si ritroverebbe una struttura in abbandono senza i vantaggi del nuovo stadio, mentre Commisso dovrebbe costruire in un' area dove al momento non arrivano mezzi di trasporto, con conseguente impennata dei costi.

 

astori franchi

Dario Nardella è un sindaco tra incudine e martello che cerca una soluzione equilibrata facendo ricorso al buon senso. «Il nostro stadio è un bene di grande valore culturale che ha bisogno di un rinnovamento massiccio, dati gli attuali problemi di stabilità. A chi non vuole toccarlo per nulla, ricordo che la sua funzione originaria era di ospitare eventi sportivi, non altro».

 

commisso

Il soprintendente Andrea Pessina, la voce più forte nel ricordare il valore artistico dello stadio, ha rinviato la palla a Roma. Diteci voi quali sono gli elementi architettonici meritevoli di conservazione, che però, in base alla nuova legge, «potrà avvenire in forma diversa o distaccata da quella originaria».

 

Il punto di caduta potrebbe essere il progetto del professor Marco Casamonti, presentato alla Fiorentina e finora mai reso pubblico. Prevede la conservazione di tutte le parti storiche del Franchi, a cominciare dalla celebre tettoia in cemento armato, fino alle le scale elicoidali, e alla torre di Maratona, da integrare in una teca di vetro e acciaio.

 

Non è detto che basti, a chi invoca le ruspe e a chi in questa storia ci vede per forza l' eterna lotta tra le ragioni dell' arte e quelle del dio denaro.

MATTEO RENZI

 

Un sondaggio indica che il 67% degli abitanti è favorevole all' abbattimento. Luigi Salvadori, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, è tra questi. «In una città senza più infrastrutture, bisogna dare un segnale. Lo stadio forse non è l' opera più importante, ma a livello psicologico è la più facile da far passare». Sostiene Magnifico che quei numeri sono dovuti al fatto che nelle scuole lo studio dell' architettura si ferma al Brunelleschi.

 

«Se la gente sapesse, lo giudicherebbe un capolavoro che va solo adeguato ai tempi». Intanto, se ne parla più all' estero che in patria. A difesa del Franchi si sono schierati nomi importanti come Santiago Calatrava, Jean Nouvel, Norman Foster. Prima o poi si arriverà a una decisione. A modo nostro, però. Sempre con il fiato corto, dopo esserci fatti male da soli.

commissocommissocommissocommissocommissoROCCO COMMISSO ROCCO COMMISSOROCCO COMMISSO rocco commisso

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…