agnelli allegri

LA JUVENTUS E’ IN UN VICOLO CIECO: ALLEGRI NON È LICENZIABILE PER COLPA DEL SUO CONTRATTO DA 13 MILIONI LORDI FINO AL 2025 - LA MANCATA QUALIFICAZIONE ALLA PROSSIMA CHAMPIONS COSTEREBBE 15,6 MILIONI - ANDREA AGNELLI, ARCHITETTO DEL DISASTRO DEI CONTI COMINCIATO CON L’INGAGGIO DI CRISTIANO RONALDO, È DI FATTO SOTTO TUTELA DI ARRIVABENE, ESPRESSIONE DI JOHN ELKANN. IL VICEPRESIDENTE PAVEL NEDVED, DOPO I VIDEO PICCANTI, E’ CON IL FOGLIO DI VIA IN MANO…

Pippo Russo per tag43.it

 

 

agnelli allegri

«Lo paghi tu quello che viene dopo?». Le improvvide parole di Maurizio Arrivabene sono la sintesi più efficace del vicolo cieco in cui si è cacciata la Juventus. E in fondo a quel vicolo ci sta lui: Massimiliano Allegri. Max per gli amici, #AllegriOUT per una schiera di detrattori ormai talmente vasta da sfiorare l’unanimità, se non fosse per quel controhashtag #AllegriIN che sta decollando dietro impulso della parte anti-juventina del Paese. Inscalfibile, imperturbabile, soprattutto illicenziabile. Forte di un contratto che oltrepassa la soglia della decenza e perciò non offre regole d’ingaggio al giudizio.

 

Perché come si fa a giudicare un allenatore che percepisce 7 milioni netti all’anno fino al 2025 (13 milioni stagionali al lordo, con impegno complessivo quadriennale da 52 milioni di euro per le casse bianconere) e poi rimedia le figure che sta collezionando in questo avvio di stagione? O record indelebili come aver guidato la prima squadra nella storia che ha perso una partita di Serie A contro il Monza?

 

 

 

Quel sorriso sinistro di Max, del tipo: «Provate a schiodarmi un’altra volta da qui»

meme su allegri

È tutto quanto incommentabile perché manca il senso della proporzione. E lo è anche perché Allegri porterà pure un fardello di colpe sue, ma è a sua volta un fardello di colpe che altri dovrebbero prendersi in carico. Invece fanno finta di nulla. A cominciare dallo stesso Arrivabene, che ama esibire la faccia dura ma sarebbe meglio parlasse di meno perché come comunicatore lascia parecchio a desiderare.

 

E continuando in su per la gerarchia dirigenziale si arriva fino a Andrea Agnelli, che invece con la comunicazione ha proprio smesso o forse ha soltanto ricevuto l’ordine di indurre l’evanescenza di se stesso. E mentre la Juventus cumula numeri negativi sia sul campo sia nei conti, l’unico che continua a ridersela è proprio l’allenatore. Per il quale il vicolo cieco è una comfort zone. Non è che sta lì perché ha perso la via d’uscita, ma proprio perché devono compiere un atto di forza per cavarlo da dove si trova.

 

max allegri

Quel vicolo cieco è il suo bunker e la società bianconera non ha la risolutezza per estrarlo. Forse non si capisce nemmeno a chi tocchi farlo, dato che in questo momento il vuoto di potere sembra essere la sola cifra reale del vertice bianconero. Sicché l’allenatore rimane al suo posto, almeno fino a quando non ci si renderà conto che dovrà comunque essere fatta una scelta rovinosa.

 

Continuerà a essere #AllegriIN, come del resto è stato fin dall’inizio di questa seconda avventura bianconera, e come testimoniato dall’annuncio che il sito ufficiale juventino diede due estati fa per comunicare che l’allenatore livornese tornava sulla panchina bianconera. È stato usato proprio quell’hashtag, a corredare una foto in bianco e nero in cui il signor Max sfodera una posa e un sorriso che adesso appaiono parecchio sinistri. Se ne sta di tre quarti e si guarda indietro, sembra proprio dire: «E adesso provate a schiodarmi un’altra volta da qui».

 

E allora si può ben comprendere il motivo di quelle parole pronunciate da Arrivabene in risposta a un tifoso che chiedeva la cacciata di Allegri. E tuttavia il fatto che lo si comprenda non comporta che lo giustifichi anche. Non giustifica nemmeno che un amministratore delegato, sia pure con tono scherzoso (e neanche tanto), dica che di fatto uno dei suoi dipendenti principali rimane dove è perché licenziarlo sarebbe un disastro economico.

allegri arrivabene nedved

 

Tanto più che quella frase è stata pronunciata prima della disfatta rimediata allo U-Power Stadium di Monza. Adesso l’amministratore delegato la ripeterebbe? L’interrogativo rimarrà senza risposta, ma è comunque opportuno fare un po’ di conti per capire quale sia il male minore proprio in termini economico-finanziari. Perché dato per assodato che da qualche parte bisognerà sanguinare, tocca capire da quale parte l’emorragia sarà meno copiosa e produrrà esiti meno letali. E in tal senso il riferimento-chiave è sempre quello: la qualificazione alla fase a gironi della Champions League, la vera Linea del Piave per i vertici bianconeri.

 

MAURIZIO ARRIVABENE SCHERZA SULL ESONERO DI MASSIMILIANO ALLEGRI

Averla conquistata nella scorsa stagione è stato l’unico titolo di merito per Allegri nel 2021-22. Ma già a metà settembre quell’esito favorevole ha esaurito gli effetti positivi. Perché la Juventus è quasi fuori dalla fase successiva della Champions, quella a eliminazione diretta. E perché riguadagnare la qualificazione al termine del campionato in corso appare in questo momento ipotesi remota.

 

E allora, dato che la si mette sul piano dei conti da non mandare in aria, ecco delle cifre sulle quali ragionare. Il premio assegnato dall’Uefa a ciascun club per la sola partecipazione alla fase a gironi di Champions è di 15,6 milioni di euro. Cioè 2,6 milioni in più di quanto la Juventus versa a Allegri per un anno di stipendio lordo. Ovvio che il licenziamento di Allegri non dia la certezza che un nuovo allenatore rimetta la squadra nelle condizioni di acciuffare la qualificazione. E tuttavia è forte la sensazione che serva una sterzata per non compromettere la stagione in corso e quelle a venire.

 

Inoltre, vanno aggiunte le cifre spese per rendere questa squadra competitiva nell’immediato, cioè per soddisfare le richieste di Allegri: 80 milioni di euro per Dusan Vlahovic, 41 milioni per Gleison Bremer (più bonus e oneri accessori), oltre 20 milioni per Leandro Paredes, 31 milioni per il molto probabile riscatto di Moise Kean (che avverrà alla fine di questa stagione), 12 milioni per Filip Kostic, quasi 9 per Zakaria e una decina per l’eventuale riscatto di Arkadiusz Milik.

 

massimiliano allegri

E al conto vanno aggiunti gli stipendi per i due calciatori giunti a parametro zero e voluti da Allegri per vincere subito: 8 milioni netti per Paul Pogba (10,48 milioni al lordo, grazie allo sconto determinato dal Decreto Crescita) e 7,86 milioni per Angel Di Maria (che si fermerà soltanto un anno e dunque potrebbe non garantire appieno al club i vantaggi dello stesso decreto). Per la cronaca, proprio i due ultimi menzionati sono i più clamorosi flop di questo inizio di stagione, sia pure per ragioni diverse.

 

Il vuoto intorno alla panchina: Arrivabene e Nedved inadeguati

Dunque, al di là delle valutazioni che possano essere fatte sull’opportunità dei singoli investimenti, resta il fatto che in nemmeno un anno e mezzo dal ritorno di Allegri in panchina la Juventus si è esposta in modo massiccio sul mercato. I ritorni di tutto ciò sono stati modesti, con tendenza al peggioramento..

 

MAX ALLEGRI

Si presenta allora l’esigenza di tutelare gli investimenti compiuti e metterli nelle condizioni di essere fruttuosi. Sicché, ecco l’interrogativo cruciale: Allegri è in grado di tutelare gli investimenti fatti per lui? Cioè, non si tratta di “chi paga quello che arriva”, ma di “quanto ancora può essere deprezzato il patrimonio che si ha in casa”. Quale delle due opzioni è meno rovinosa? Intorno al dilemma si staranno arrovellando i dirigenti juventini, senza che però si capisca chi debba prendere le decisioni.

 

Perché in questo momento non è proprio chiaro chi comandi in casa Juventus. Il presidente Andrea Agnelli, architetto del disastro dei conti cominciato con l’ingaggio di Cristiano Ronaldo e protagonista di una figuraccia mondiale nella vicenda della fallita Superlega, è di fatto sotto tutela di Arrivabene e ormai non appare quasi più. Lo stesso Arrivabene, espressione di John Elkann, è un aggiustatore privo di visione e dà ancora l’impressione di non aver ben capito come funzioni il mondo del calcio.

MAX ALLEGRI

 

Il vicepresidente Pavel Nedved non avrebbe mai dovuto essere lì. E tutto intorno c’è un panorama di figure che in altri tempi non avrebbero mai occupato un posto in Juventus. L’asticella si è nettamente abbassata, tanto quanto i risultati sul campo. E in queste condizioni Allegri se la può ridere in conferenza stampa anche davanti all’ipotesi dell’esonero. In mezzo a tanta decadenza lui ci sta da re.

nedved allegriarrivabene nedved cherubini foto mezzelani gmt113

 

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO