cabrini rossi

“MA È VERO CHE ROSSI E CABRINI SONO GAY?” – MARIO SCONCERTI RICORDA LE VOCI DURANTE IL MUNDIAL ’82 DI UNA RELAZIONE TRA "PABLITO" E "IL BELL’ANTONIO": "LUI PRESE COSÌ POCO SUL SERIO QUESTA STORIA CHE 25 ANNI DOPO, AL SUO MATRIMONIO, MI RACCONTÒ RIDENDO CHE…" - LA STORIA DEL CALCIOSCOMMESSE: "LUI SI FECE IN SILENZIO I DUE ANNI DI SQUALIFICA. IO LO ATTACCAI SPESSO IN QUEL PERIODO. QUANDO CI RITROVAMMO A TORINO A PRANZO CERCAI DI SPIEGARE. LUI MI PREGÒ DI STARE ZITTO. “È FINITA. RESTIAMO AMICI” - VIDEO

 

 

Mario Sconcerti per corriere.it

 

Paolo Rossi era mio amico. Forse è per questo che non riesco a scrivere la sua morte. Non so scegliere tra i ricordi.

paolo rossi antonio cabrini

 

Cominciare dai tre gol al Brasile è facile ma non mi sembra corretto. Paolo è stato molto altro, un uomo buono, un eroe dei tempi, leggero come una piuma e disinteressato alla sua bravura. La conosceva, e più passava il tempo e più l’amava. Ma non gli ho mai sentito dire una volta che è stato un grande giocatore.

 

Prendersi poco sul serio era il suo modo allenarsi, quasi un clandestino dell’area di rigore, aveva imparato a nascondersi perché non aveva il fisico, arrivava come un tradimento, rubava un metro ed era gol. A Madrid, la notte del Mondiale, ne fece uno alla Germania indescrivibile senza moviola. Oriali mise da destra un pallone al centro che non sembrava niente di che. Cabrini, che marcava Kaltz, fu il primo a tuffarsi per andare a prenderlo.

 

paolo rossi antonio cabrini

Foerster, un difensore magnifico e scolpito, capì il pericolo e si buttò per anticipare Rossi, ma quando aprì gli occhi, Paolo gli era già sopra le spalle e aveva colpito con la fronte. Era gol. Stavamo diventando campioni del mondo. Dalla tribuna non capimmo niente, si era visto solo un mucchio di uomini accartocciati e la palla in rete due metri più avanti. Ricordo che il grande Schumacher non fece in tempo nemmeno a muoversi. Poi, dalla polvere della terra, si alzarono al cielo le braccia magre di Rossi. Quello era il suo mestiere, rubare il tempo.

 

Aveva grande tecnica, giocava benissimo a calcio e non aveva mai pensato di essere un centravanti. Ma quando G.B. Fabbri a Vicenza gli disse che il suo ruolo era quello, lui cominciò a studiarlo. Era magro, aveva un’altezza normale, poteva solo contare su controllo e scatto, colpo d’occhio, posizione. Finì per farlo meglio di chiunque altro.

 

PAOLO ROSSI MARCO TARDELLI ANTONIO CABRINI GAETANO SCIREA MICHEL PLATINI

Ci sono stati anni in cui è stato celebre come i Beatles, ambasciatore di qualunque cosa. Lo invitavano dovunque, lo premiavano e lo ascoltavano come un reduce dallo spazio. Un giornalista che seguiva i ministri italiani mi raccontò che in Cina i diplomatici, per rompere il ghiaccio della conversazione ufficiale, parlarono un quarto d’ora di Paolo Rossi. In Brasile per quei tre gol lo hanno odiato, un sentimento reale, sincero, mai nascosto.

 

Pochi anni dopo il mondiale Paolo fu invitato in Brasile per una partita di beneficienza. Giocò solo un tempo. Ogni volta che si avvicinava alle tribune con la palla gli tiravano di tutto, monete, noccioline, bucce di banana. Raccontava poi che un tassista, quando capì chi era, accostò e voleva imporgli di scendere. Paolo non sapeva arrabbiarsi, riuscì a trovare un compromesso. Il tassista non lo avrebbe portato a destinazione, ma solo riaccompagnato all’hotel da dove erano partiti.

 

PAOLO ROSSI 9

Paolo era soprattutto una bella persona. Diceva di sì a tutti, passava dagli inviti di Stato alle cene di paese. Era un allegro pensieroso, come i toscani furbi, che mandano via la malinconia con la voglia di passare il giorno, uno per volta. Stava dovunque ma era di pochi.

 

PAOLO ROSSI 1

Gli piaceva che tutto finisse a cena, col vino che faceva lui sulla collina di Bucine, sopra la valle dell’Arno, dove aveva preso dei ruderi e la terra e aveva trasformato tutto in un grande agriturismo, una quindicina di villette indipendenti, autosufficienti in tutto. Con intorno una grande piscina e il campo da calciotto. E una signora che faceva da cuoca nella vecchia cucina per chi ne avesse bisogno e solo se erano amici di Paolo. Di fianco la sua casa, quella con Federica, la moglie della maturità, che è riuscita a dargli tre figli in pochi anni facendolo padre quando era già nonno. Era stato un amore profondo Federica, così come il suo bisogno dei figli. A quasi sessant’anni si era abbandonato all’idea di quella deriva paterna. Non si faceva domande, cercava altre vite e le chiudeva nella sua collina fuori dal mondo, senza una casa intorno e col vino più buono da lì a Montalcino.

PAOLO ROSSI 8

 

Ha avuto molte cose in comune con Baggio: la popolarità, il Vicenza e i ginocchi. Paolo si operò tre volte già quando era un ragazzo nella Primavera della Juve. Allora si diceva che si era rotto il menisco, non c’era artroscopia. Per capire davvero dovevi aprire. Ed erano quasi sempre legamenti saltati. I dolori lo hanno accompagnato sempre, diventarono non resistibili. A ventotto anni smise di essere se stesso. A trenta chiuse la carriera. L’ultima prodezza erano stati due gol all’Inter con la maglia del Milan, gli unici due gol di quella stagione. Dopo divenne la memoria di se stesso.

PAOLO ROSSI 4

 

Cercò altre strade, non era uno che buttava via i soldi. Aveva una società a Vicenza con il suo vecchio compagno Salvi, assicurazioni, imprese edili. Aveva un figlio di quarant’anni che dava una mano. Non ha mai pensato di fare l’allenatore, il calcio non lo ha mai cercato troppo. Pesava troppo e non era di nessuno. Con la Juve aveva vinto un campionato segnando 13 gol, ma anche perso una finale di Champions.

 

paolo rossi

E comunque quella era la Juve di Platini, Boniek e Boniperti, non la sua. Non aveva retroterra come ex se non a Vicenza. Così è diventato opinionista, tanti anni a Sky altri alla Rai. Credo non fosse esattamente il suo mestiere, il calcio alla televisione fondamentalmente lo annoiava. Però con quell’aria quasi svogliata tirava sempre fuori un concetto ardito, sorprendente.

 

Ha avuto un momento molto brutto nel 1980, quando prese due anni di squalifica per il caso delle scommesse clandestine. Lui lo racconta molto bene nei due libri sulla sua vita. Pensava si accennasse a uno di quei pareggi che erano convenienti a tutte e due le squadre. Non restò più di cinque minuti in quella compagnia, portato da un compagno mentre giocava a tombola. La domenica fece due gol, questo lo condannò, fece sembrare il pareggio convenienza. Ma di gol ne aveva fatti tanti anche prima. Il processo penale assolse lui e tutti gli altri giocatori, lui si fece in silenzio i due anni di squalifica. Il secondo lo passò ad allenarsi con la Juve che lo aveva rivoluto.

enzo bearzot e paolo rossi

 

Io lo attaccai spesso in quel periodo, ero un colpevolista. Quando ci ritrovammo a Torino a pranzo cercai di spiegare. Lui mise l’indice sul naso e mi pregò di stare zitto. «È finita. Restiamo amici». Perché Paolo era così, non voleva complicazioni, accettava tutto. Forse tutti noi non eravamo che piccoli elementi della sua voglia di vivere sereno, non tranquillo ma sereno. Come se un po’ per uno, tutti contribuissimo a difenderlo.

 

Non si arrabbiò nemmeno quando in tutto il mondo le agenzia di stampa rimbalzarono la storia che lui e Cabrini erano fidanzati, nel senso vero del termine. Erano in camera insieme ai mondiali e amici di sempre. Un giornalista italiano scrisse che nell’ora di libertà Rossi e Cabrini stavano sul balcone mano nella mano come due fidanzatini.

 

paolo rossi 15

Era una battuta innocente, ma non esiste l’innocenza nella comunicazione di un mondiale. Il giorno dopo, quando andammo a prendere il Brasile all’aeroporto di Barcellona, la prima cosa che disse Socrates fu: «Ma è vero che Rossi e Cabrini sono maricones?». Cioè gay. Lui la prese così poco sul serio che venticinque anni dopo, al suo matrimonio, sulla collina, nel villaggio sopra Bucine, al tavolo con Cabrini, mi raccontò ridendo che a Vigo si erano messi paura: avevano avuto lo stesso fungo su parti opposte del torace, come se uno l’avesse attaccato all’altro. Ridemmo molto e continuammo a bere.

 

Ciao Paolo, non dimenticarmi.

paolo rossi 9paolo rossipaolo rossi 12paolo rossipaolo rossipaolo rossipaolo rossiPAOLO ROSSI 2paolo rossi 14paolo rossi 13paolo rossi paolo rossi 16paolo rossi 8paolo rossi

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…