santon e la moglie

"SONO COSTRETTO A SMETTERE DI GIOCARE. IL MIO CORPO NON CE LA FA PIÙ" (LA BONISSIMA MOGLIE L'HA PROSCIUGATO?) - DAVIDE SANTON HA ANNUNCIATO IL RITIRO DAL CALCIO A SOLI 31 ANNI - L'EX ROMA E INTER HA PRESO LA DECISIONE DOPO LA SCADENZA DEL CONTRATTO CON I GIALLOROSSI: "MI DICEVANO 'STAI A RUBARE I SOLDI A ROMA'. FIGURIAMOCI: COL CLUB ERAVAMO A POSTO SUL SALUTARCI, IL PUNTO È CHE NON RIUSCIVO A PASSARE LE VISITE MEDICHE ALTROVE" - "MI SONO INFORTUNATO A DICIOTTO ANNI IN UNDER 21, GIOCAI TUTTO IL SECONDO TEMPO COL GINOCCHIO ROTTO E LO SFONDAI…"

Marco Conterio per www.tuttomercatoweb.com

davide santon 8

 

Nella parole di Davide Santon c'è consapevolezza. Amara coscienza del presenze, dubbi sul futuro ma i piedi saldi sul suolo, dopo che tutto era crollato. " Sono costretto a smettere di giocare. Non per non aver avuto offerte, non per altro, ma perché il mio corpo, con tanti infortuni avuti in passato, non ce la fa più". Si racconta in una lunga intervista esclusiva per Tuttomercatoweb.com con la sincera lucidità di un uomo di trentuno anni. "Sono costretto a farlo. Non voglio, ma devo", mentre la chiacchierata è un centrifugato di ricordi, emozioni, rimpianti, coscienza.

SANTON E LA MOGLIE 2

 

 

A trentuno anni dice basta. Consapevolmente.

"Nel primo anno in cui sono stato messo fuori rosa, ho vissuto un controllo dopo l'altro ma non c'è niente da fare: l'unica cosa sarebbe rischiare di avere delle protesi. Ancora riesco a camminare sulle mie gambe ma per fare il giocatore professionista serve altro".

davide santon 7

 

Coscienza e lucidità. Anche di quelle che sono le sue fragili ginocchia.

"Ho il ginocchio sinistro dove non mi sono operato che però è andato. Mi impedisce tante cose... E poi c'è il famoso ginocchio destro: mi sono operato tre volte. Cartilagine, tolto tutto il menisco esterno ma appena faccio un minimo sforzo, si gonfia e non si piega più. In automatico tutti i miei infortuni al flessore partono da lì. In Serie A devi spingere, il ginocchio destro non si piega, sforzavo la gamba sinistra e il flessore è... Andato. Ogni minimo sforzo c'è sempre da stirarsi, da star fermi. Giochi una gara, ne stai fuori cinque".

davide santon 9

 

E' una scelta matura, la sua.

"Se devo giocare con la paura, non lo faccio. E gioco da anni con paura, però mi sono adeguato, lavorando, tenendo botta. Però non giochi mai sereno, hai sempre paura: fai il compitino... Ho iniziato a giocare perché mi divertivo e negli ultimi anni era una sofferenza. Ho detto che se devo andare avanti, non è quello che voglio fare. C'erano alcune offerte però...".

 

Ha ricevuto profonde critiche a Roma, da chi non conosceva la sua situazione.

"Mi dicevano 'stai a rubare i soldi a Roma'. Figuriamoci: col club eravamo a posto sul salutarci, il punto è che non riuscivo a passare le visite mediche altrove".

 

davide santon 4

Così ha deciso. Come si sente?

"Ho sofferto i primi mesi. Ho avuto tempo di pensarci, di riflettere. Quando ero fuori rosa a Roma, ho avuto un primo periodo dove ho sofferto: non mi aspettavo questo finale di carriera. Volevo giocare, divertirmi, purtroppo ho avuto tutto subito ed è andato a scalare. Però bisogna accettare: ho pensato tanto, ho la famiglia, due bambine, ora mi dedico a quello e poi vedrò se restare nel calcio o in un altro ambito".

davide santon 19

 

Ci ha pensato?

"La vita di un calciatore dura... Quindici anni? C'è chi finisce prima, chi dopo. Il dopo devi pensarlo bene, studiare, capire. Arrivi a un punto in cui ti trovi come vuoto, perché fai quella vita per tanti anni. Ritiri, partite, allenamenti, io sono andato via a 14 anni da casa. Collegio, sacrifici, l'abitudine era stare lontano. Poi una mattina ti svegli e non devi andare più ad allenarti. Ho sofferto i primi tempi ma mi sono abituato e ora inizio a pensare al futuro: non avevo pianificato questo fine carriera, è arrivato tutto all'improvviso".

 

Qual è stato il periodo più bello?

davide santon 16

"Il primo periodo all'Inter, quando vincemmo tutto. Ho avuto stop, infortuni, ma è stato bellissimo: ero così giovane e non mi rendevo conto che stavamo scrivendo la storia. Abbiamo perso solo la Supercoppa Europea, è stato il momento più bello. Ero con dei campioni straordinari nello spogliatoio".

 

Ha vissuto una carriera travagliata, importante ma sfortunata e infortunata.

"Eppure ho avuto tante gioie e ho vissuto anche un periodo straordinariamente sereno. A Newcastle: sono andato lì che quasi non volevo ma una volta lì, non volevo più tornare. Poi è arrivata l'offerta dell'Inter e sono tornato ma in Inghilterra sono stato benissimo. L'ambiente che ti circonda, per giocare, è il migliore in assoluto. Ogni volta che vado in Inghilterra, quando riesco, vado allo stadio a vederlo: la Toon Army è fantastica, quando giocavamo c'era una serenità straordinaria.

 

davide santon 18

Nessun ritiro, quando giocavamo in casa: il pranzo era facoltativo, il ritrovo allo stadio era alle 13.15 per la partita alle 15.00... Era un ambiente che mi dava serenità ed è stato il periodo dove fisicamente sono stato meglio. Non al 100%, sfortunatamente dal primo infortunio in Under 21 a diciotto anni non sono mai stato al top, ma mi sono adeguato e ho avuto continuità. Tre anni di fila 34-35 presenze ogni anno da titolare, senza infortuni".

 

davide santon 17

Ha una lista infinita di grandi tecnici che l'hanno guidata. Se li ricorda quasi tutti?

"Mourinho, Benitez, Leonardo, Gasperini, Mancini, Conte che mi ha convocato in Nazionale, Pioli, Spalletti, Pardew, De Boer, Fonseca, Di Francesco, Ranieri... Senza scordare quelli dei primi anni al settore giovanile all'Inter, chiaro"

 

Anche qui: tecnico dei momenti più belli e quello dei più spensierati?

"Con Mourinho ho vissuto il periodo più glorioso ma non lo metto tra i più sereni: ero giovane, c'era tanta pressione nell'ambiente. Quando devi vincere è giusto che sia così. L'anno della Champions sono stato fuori sei mesi a causa di problemi fisici, non è stato un periodo di grande serenità a differenza di quanto accade con Pardew prima e Carver poi. Ci siamo giocati la Champions all'ultima, il Tottenham ci passò, ma non c'erano grandi pressioni, l'ambiente era straordinario".

davide santon 15

 

Ha un rimpianto, Santon?

"Quando mi sono infortunato a diciotto anni in Under 21, mi sono fatto male perché mi hanno fatto un'entrata. Sentii che il ginocchio si era rotto, mi faceva male: a fine primo tempo sono entrato negli spogliatoi, lo sentivo male, il secondo allenatore mi disse 'abbiamo bisogno di te, tieni botta' e decisi di non mollare. Giocai tutto il secondo tempo col ginocchio rotto e lo sfondai. Da una fratturina diventò una fratturona. Invece di fermarmi, di ascoltare il corpo, decisi di andare avanti".

 

A quell'età 'la paghi tutta e a prezzi d'inflazione, quella che chiaman la maturità'

davide santon 13

"A diciotto anni vuoi dimostrare, hai fame, hai voglia. Sentivo tanto male, mi hanno dato un antinfiammatorio e sono andato in campo. Poi però non riuscivo più a camminare...".

 

Ora dovrà farlo in un altro abito. Prima ha detto che ancora non ha le idee chiare.

"Non lo so. Il calcio è diventato un mondo dove non c'è l'amore con cui sono cresciuto. Avevo Moratti come Presidente, era come un papà, dimostrava affetto ai giocatori. Ora è business, ti usano, ti scaricano e ne prendono un altro. Non so se mi appartenga ancora o no... La cosa che mi piacerebbe fare è allenare in un settore giovanile oppure... Ci devo pensare. Ma non so se continuare in questo mondo oppure no, magari anche il commentatore. Devi avere lo stimolo dentro, ti deve partire la scintilla giusta in quello che fai e lì deciderò bene cosa fare, con amore e voglia".

SANTON E LA MOGLIE

davide santon 14davide santon 10davide santon 11davide santon 3davide santon 5davide santon 20Davide Santondavide santon 1davide santon 2davide santon 12

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…