sassuolo milan marotta carnevali

LA VIDA ES UN CARNEVALI: "IL MILAN? NOI NON REGALEREMO NULLA"- L'AD DEL SASSUOLO GIOVANNI CARNEVALI PRIMA DELLO SCONTRO-SCUDETTO CON IL MILAN AVVISA CHE IN CAMPO NON SCENDERA' LO "SCANSUOLO" - "L'AD INTERISTA MAROTTA NON SI È FATTO SENTIRE. PERÒ MICA SOLO CON LUI HO UN GRANDE RAPPORTO, MA ANCHE CON MALDINI E MASSARA CHE È STATO MIO GIOCATORE AL PAVIA…"

GIOVANNI CARNEVALI

Monica Colombo per il “Corriere della Sera”

 

«Guardi, io spero che la partita con il Milan arrivi e si concluda in fretta. Dalla settimana scorsa il mio telefono non smette di squillare e domenica sera poi si è scatenato l'inferno. Centinaia di conoscenti chiedono i biglietti per la partita, ma lei capirà. Se erano pochi 75 mila posti per contenere tutti i tifosi del Milan contro l'Atalanta a San Siro, figuriamoci i 24 mila seggiolini del Mapei».

GIOVANNI CARNEVALI

 

Giovanni Carnevali, amministratore delegato e artefice del fenomeno Sassuolo, non immaginava un tale stress per l'organizzazione dell'ultima partita della stagione.

 

Con quale spirito il Sassuolo vive la sfida da arbitro dello scudetto?

«Richieste di biglietti a parte, è bello che il campionato sia così avvincente fino alla fine. Mi stupisce l'entusiasmo che accompagna il Milan e tutto il suo ambiente, l'alchimia che si è creata fra pubblico e squadra».

GIOVANNI CARNEVALI

 

L'ha sorpresa il cammino del Milan, non certo in pole nelle griglie di partenza d'inizio anno?

«Sì perché l'Inter e il Napoli sulla carta avevano qualcosa in più. E poi, ripeto, mi ha impressionato il feeling che si è instaurato all'interno della squadra e poi fra dirigenti e allenatore».

 

Al Milan basterà un pari: sarebbe più uno scudetto vinto dal Diavolo o perso dall'Inter?

«Diciamo entrambe le cose, però i rossoneri hanno dimostrato nelle ultime quattro partite di essere davvero i più forti. Complimenti a Pioli per il lavoro che ha svolto».

giorgio squinzi

 

Il presidente Squinzi, da grande appassionato rossonero, per quale squadra avrebbe fatto il tifo domenica sera?

«È vero che amava il Milan ma era pur sempre il presidente del Sassuolo: anche lui in passato ha gioito quando lo abbiamo battuto. Se fosse qui con noi probabilmente sarebbe imbarazzato, anche se è sempre stato il primo a trasmettere ai giocatori la cultura dello sport».

MILAN SASSUOLO 2

 

I rossoneri pessimisti ricordano il licenziamento di Allegri, dopo una sconfitta a Reggio Emilia, in una notte del gennaio 2014.

«Non solo, poi causammo anche dolorose sconfitte quando in panchina c'erano Seedorf e Pippo Inzaghi. A dire il vero quest' anno abbiamo ottenuto ottimi risultati anche contro Inter e Juventus. Il Milan fa bene a pensare a eventuali festeggiamenti perché ha due risultati a disposizione. Detto questo, noi abbiamo il dovere di concludere il campionato nel migliore dei modi. Non regaleremo nulla, per essere chiari».

 

giusppe marotta e giovanni carnevali

Il suo amico, Beppe Marotta, che è parte in causa, l'ha chiamata per un plus di motivazioni?

«Non si è fatto sentire. Però scusi mica solo con lui ho un grande rapporto. Ho buone relazioni anche con Maldini e pure con Massara che è stato mio giocatore al Pavia, quando ero ds. C'era anche Allegri in quella squadra».

 

Si aspettava un'annata così complessa per la Juventus?

«Immaginavo che non fosse facile. È finito un ciclo e per ripartire ci vuole tempo. Max però è un grande tecnico e se gli metteranno a disposizione giocatori funzionali al progetto la sua squadra si riprenderà».

 

raspadori

Nella Juve della ricostruzione può trovare spazio Raspadori?

«Ha enormi qualità, ma è giovane e deve crescere. Dovrebbe arrivare in un top club con maggiore esperienza rispetto a quella che ha ora. Se gli si chiede di vestire i panni dell'erede di Dybala avrebbe difficoltà, ci vuole tempo».

 

Può essere questa l'estate giusta per Berardi di lasciare la comfort zone di Sassuolo e spiccare il grande salto?

«È il nostro campione, si è consacrato vincendo gli Europei, quest' anno ha realizzato 15 gol e 14 assist. Non vedo nel suo ruolo giocatori più forti».

domenico berardi 9

 

Il Milan lo ha chiesto?

«A suo tempo, prima che il club fosse al centro di trattative di cessione, avevo incontrato i dirigenti che avevano chiesto informazioni su più giocatori. Ora con le voci di vendita della società si è bloccato tutto».

 

Scamacca è pronto per una big come l'Inter?

«Pochi in Europa hanno le sue caratteristiche, ha grande prospettiva. Piace ai nerazzurri come ad altri ma il calcio italiano economicamente non sta attraversando un momento di prosperità. Mi piacerebbe che restasse in A per dare più valore alla Nazionale ma temo che abbia più mercato all'estero».

gianluca SCAMACCA

 

La mancata qualificazione dell'Italia al Mondiale ha alzato il velo sulla scarsa attitudine dei club a investire sui vivai.

«Non è un rimprovero da muovere al Sassuolo: quando nove anni fa arrivai in Emilia, il piano di Squinzi era di investire su giovani e italiani, affidandoli a un allenatore che sposasse le nostre idee. Abbiamo venduto nell'ultimo anno Marlon, Locatelli, Caputo e Boga ma ora abbiamo Scamacca e Frattesi che in tanti seguono. Il nostro obiettivo è mantenere un equilibrio fra risultati e sostenibilità economica».

domenico berardi contro la macedonia del nord 2

 

D'accordo, ma in generale come si supera la crisi di sistema?

«Servono, a livello federale o addirittura normativo, facilitazioni per crescere dei giovani italiani o per favorirne i trasferimenti. Le faccio un esempio: se acquisto un giocatore da una squadra del nostro Paese devo versare fideiussioni, dall'estero no».

GIOCATORI SASSUOLO

 

Quando vedremo il Sassuolo in Champions League?

«Siamo una società ambiziosa, che punta alle coppe. Magari non la Champions perché dietro abbiamo pur sempre una città di 40 mila abitanti, ma in Europa League ci siamo già qualificati. Proprietà straniere, come lo Spezia, son venute qui a studiare il nostro modello: del resto abbiamo lo stadio di proprietà, un centro sportivo, un settore giovanile che funziona, una squadra femminile e siamo in A da nove anni».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”