“HO FOTOGRAFATO MOANA E CICCIOLINA GRAZIE A MIA MOGLIE, RITRARRE GLI UOMINI MI ANNOIA” - LA VITA IN PELLICOLA DI GIANFRANCO SALIS: "HO ANCORA LE REGISTRAZIONI DEI MESSAGGI CHE MOANA MI LASCIAVA: “HO COMPRATO UN VESTITO ROSSO BELLISSIMO. DEVI ASSOLUTAMENTE…” - "ILONA STALLER E’ UNA DELLE POCHE, INSIEME CON FRANCESCA DELLERA, CON CUI SONO RIMASTO IN CONTATTO” – I SEDICI FILM CON TINTO BRASS, I RITRATTI A MARGAUX HEMINGWAY E A MARISA BERENSON, LE BELLEZZE "OMOLOGATE" DI OGGI: “COME VOLTO MI INTERESSA CATE BLANCHETT”

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Estratto dell'articolo di Luca Pallanch per “La Verità”

 

gianfranco salis gianfranco salis

Gianfranco Salis, professione fotografo. Al fianco di grandi registi, come Mario Monicelli, Marco Ferreri, Nanni Loy, tra un film e un altro ha coltivato la sua vera passione, il ritratto. Con l’obiettivo, e l’illusione, di catturare la qualità umana più effimera, la bellezza, declinata esclusivamente al femminile.

 

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Ha intrapreso la strada del fotografo di scena sui set…

«Ho iniziato di supporto a Secchiaroli, che a volte si assentava. Così ho lavorato su I clowns e su Amarcord di Fellini. Poi ho fatto una parte de Il viaggio di Vittorio De Sica, con Richard Burton e Sophia Loren. Il primo contratto che ho firmato in assoluto è stato con Pasquale Squitieri per L’ambizioso. Da lì i produttori si sono accorti della qualità delle mie foto e ho lavorato continuamente nel cinema. Ho fatto sedici film con Tinto Brass, al quale sono molto legato, come lo ero a Squitieri. La mia fantasia si è sviluppata grazie alla magia del cinema, però mi sento più ritrattista che fotografo di scena».

 

moana pozzi ph gianfranco salis moana pozzi ph gianfranco salis

Ha ritratto le rampolle della nobiltà romana.

«Sì, nel mio studio in Passeggiata di Ripetta, Anna Chigi, Alessandra Borghese, Vittoria Odescalchi e altre. Volevo vedere per la prima volta il volto di quelle ragazze e riuscire a cogliere nell’immediatezza la loro interiorità. Più di mezz’ora non ho mai impiegato. Sono sempre stato velocissimo. Quando feci la pubblicità per il profumo Armani con Laura Morante, grazie ai miei ritratti pubblicati da Paolo Pietroni su Amica, erano presenti i rappresentanti dell’agenzia francese Cpv, ma lei non voleva essere fotografata con tutte quelle persone nello studio.

 

Chiesi a tutti di andare al bar e quando tornarono, gli consegnai i rullini, che mandarono subito a sviluppare. Erano sbalorditi. Il direttore artistico George Schiller mi disse: “Se fossimo stati a Parigi, saremmo stati tre giorni a lavorare con cifre sbalorditive, con te in poche ore c’è l’imbarazzo della scelta!”».

ilona staller ph gianfranco salis ilona staller ph gianfranco salis

 

Anche i famosi ritratti a Margaux Hemingway e a Marisa Berenson li ha realizzati in poche ore?

 «In tre quarti d’ora, in Brasile, durante le riprese di Killer Fish - L’agguato sul fondo di Antonio Margheriti. Carlo Ponti, che era il produttore del film, aveva chiesto al figlio Alex di chiamare il fotografo di Vogue brasiliano: “Ho urgenza di avere due ritratti per collocare delle gigantografie al Festival di Cannes. Se lui non viene, chiedi al fotografo di scena”. A Margaux feci una ventina di foto in esterno con i capelli sciolti, poi le dissi: “Raccogliti i capelli, togli la camicetta bianca e mettiti questa mia maglia”.

 

Si mise di profilo e fece un solo scatto. Lei era entusiasta: “Fantastic portrait”. Fedele Confalonieri scelse proprio quello come copertina del primo numero di Panorama Mese, nel settembre 1982».

 

E Marisa Berenson?

marisa berenson ph gianfranco salis marisa berenson ph gianfranco salis

 «Tra una scena e l’altra, entrammo nella hall dell’albergo, nei cui pressi giravano il film, e scattai questa foto meravigliosa a Marisa mentre i turisti le passavano accanto. Ricevetti i complimenti da Carlo Ponti tramite Alex. Pensa che Sophia Loren, la moglie di Ponti, mi concesse solo un quarto d’ora sul set di Qualcosa di biondo di Maurizio Ponzi, dopo che le avevo fatto vedere i miei lavori. Il suo ritratto è stato poi pubblicato in copertina su L’Illustrazione italiana».

 

Tra i personaggi che ha ritratto, spiccano Ilona Staller e Moana Pozzi.

moana pozzi. ph gianfranco salis moana pozzi. ph gianfranco salis

«Fu merito di mia moglie Patrizia che mi disse: “Ma perché non fotografi Ilona Staller?”. “Ritratti?”. “No, prova a fare le figure intere”. La contattai tramite Riccardo Schicchi, portandogli le otto pagine di ritrattistica che erano uscite sulla rivista Amica e lui accettò immediatamente. Poi Ilona mi disse: “Perché non fotografi la mia amica Moana?”. “Non la conosco”, perché non seguivo il settore della pornografia. L’insistenza di Ilona mi spinse a fotografarla. Moana mi chiamò in continuazione per essere fotografata di nuovo, ma io le risposi: “Io non fotografo più la stessa persona”».

 

Lei si convinse?

«No! Una volta c’erano le segreterie telefoniche. Ho ancora le registrazioni dei messaggi che mi lasciava: “Ho comprato un vestito rosso bellissimo. Devi assolutamente…”. L’ho fotografata la seconda volta».

 

Perché ci teneva tanto?

«Perché le piaceva uscire dal suo personaggio, si sentiva gratificata nel porsi come una diva. Angelo Frontoni, che è stato un grandissimo fotografo, mi disse: “Sai cosa ti invidio? Che hai fotografato Ilona e Moana. Nessuno è riuscito a fare delle belle immagini a queste due pornostar. Tu lei ha rese donne meravigliose”».

margaux hemingway ph gianfranco salis margaux hemingway ph gianfranco salis

 

 Com’era Moana Pozzi?

«Deliziosa. Parlava lentamente, con una voce soave».

 

Ilona Staller?

«Generosa, buona, altruista, una carissima amica, una delle poche, insieme con Francesca Dellera, con cui sono rimasto in contatto. Quindici anni dopo ho rifotografato anche Ilona per vedere se riuscivo a cogliere ancora la sua bellezza. Aveva all’epoca 54 anni. Mi sembra di aver fatto un buon lavoro. Ho realizzato anni fa una mostra itinerante su Moana e ho venduto tantissime foto: a professionisti, avvocati, ingegneri, produttori. C’è un culto attorno a lei».

 

Quali attrici l’hanno colpito particolarmente?

giordana domiziana ph gianfranco salis giordana domiziana ph gianfranco salis

«Più di tutte Liv Ullmann su Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli. Anche lì brevissimi scatti, durante la pausa delle riprese. Le lasciai la foto in albergo, lei mi mandò un messaggio dicendo che era il più bel ritratto che avesse mai avuto e mi invitò a cena. Rifiutai. Su quel film ho fotografato anche Catherine Deneuve, che era stata la moglie di David Bailey ed era stata immortalata da Helmut Newton. Comunque la donna più bella che ho fotografato, su Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli, è stata Claudia Cardinale. Meravigliosa, anche come persona».

 

Sui set fotografava anche gli attori?

«Sì, con Tinto Brass meno!».

 

È differente ritrarre un uomo rispetto a una donna?

«È noioso!».

 

Nessun attore l’ha colpito per il suo volto?

«Forse Francisco Rabal».

 

moana pozzi ph gianfranco salis moana pozzi ph gianfranco salis

Chi avrebbe voluto fotografare?

«Mia Farrow, Glenda Jackson, Charlotte Rampling. Forse l’unica attrice che avrei voluto fotografare anche in tarda età è la Rampling».

 

Tra le attrici attuali?

«Keira Knightley mi attrae e anche Cate Blanchett mi interessa molto come volto. Ora le bellezze sono tutte omologate. Mi domando: “Chi sto fotografando?”. Con l’avvento del digitale ho perso interesse. Preferisco occuparmi del mio archivio».

 

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