MADONNA, CHE RAZZA DI PITTORE! NELLA FRESCA SCOZIA, AL CITY ART CENTRE DI EDIMBURGO, C'È (CURATA DA DAVID PATTERSON) UNA GRANDE RETROSPETTIVA DI PETER HOWSON, L'ARTISTA PREFERITO DA MADONNA – ANTONIO RIELLO: “A UN CERTO PUNTO TRA I SUOI ESTIMATORI/COLLEZIONISTI SI È PALESATA LA CANTANTE AMERICANA. A MADONNA HOWSON HA DEDICATO UNA SERIE DI RITRATTI. PIUTTOSTO CURIOSI IN VERITÀ, RICORDANO INFATTI UN PO' LE DONNE SEMI-NUDE (LANGUIDE ED AGGRESSIVE) DI TAMARA DE LEMPICKA…”

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Antonio Riello per Dagospia

 

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Al City Art Centre di Edimburgo c'è (curata da David Patterson) una grande retrospettiva di Peter Howson. L'artista è nato nel 1958 a Londra ma è vissuto quasi sempre in Scozia. Da giovane è stato soldato con i prestigiosi Royal Highland Fusiliers, ritiratosi dall'Esercito torna a Glasgow dove inizia a dipingere. Glasgow è sempre stata il centro creativo della Scozia, una città che a differenza della capitale, Edimburgo, è certamente meno elegante ma molto più tosta e verace (e probabilmente anche più interessante). Howson qui, alla fine degli anni '80, fa parte - con  Stephen Campbell, Adrian Wiszniewski, Ken Currie, Mario Rossi - dei cosiddetti "New Scottish Colourists".

 

Nel 1993 diviene "British Official War Artist" nella guerra civile in Bosnia, accompagna cioè ufficialmente le truppe Britanniche di stanza nei Balcani con lo scopo di realizzare un reportage (non fotografico ma disegnato/dipinto) delle operazioni belliche. L'Imperial War Museum e il quotidiano The Times sono i suoi sponsor. Una esperienza intensa, straordinaria e sconvolgente sia dal lato umano che da quello artistico.

 

Quando Howson ritorna a Glasgow nel 1995 entra in una spirale depressiva e sviluppa un serio alcolismo. Districandosi tra case di cura, psicologi, alcolisti anonimi e farmaci di ogni tipo trova finalmente la salvezza nella religione. Dopo qualche anno difficile riprende a dipingere animato, questa volta, soprattutto da ispirazioni legate al Cristianesimo. Nel 2009 la Regina Elisabetta gli conferisce il cosiddetto OBE (Officer of the Order of the British Empire). Nel Regno Unito attualmente gode di una certa popolarità e il suo mercato è abbastanza consolidato. Questa mostra celebra pubblicamente di fatto il suo 65esimo compleanno.

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Fin dagli inizi della sua attività ha uno stile che mutua senza complessi dalla cultura popolare, in particolare quella dei fumetti. Anche il contorto mondo del "fantasy" ne alimenta, in qualche modo, l'immaginario. La sua è una pittura figurativa con una drammatica attitudine narrativa dove non mancano certo i riferimenti, anche diretti, alle sue esperienze militari. I violenti e pittoreschi bassifondi di Glasgow completano le coordinate della sua mappa artistica. Nelle sue composizioni ha accenti che potremmo talvolta definire epici. Il suo dipinto più noto è "Heroic Dosser" ("L'eroico senzatetto") del 1987. Una figura che sembra riesca a far rivivere (opportunamente aggiornate) certe atmosfere Dickensiane stile Oliver Twist.

 

Howson ha uno stile inconfondibile, sincero e, in un certo senso, "semplice". E' comprensibile e non richiede arzigogoli critici: colori, forme riconoscibili, storie. Il fatto interessante è che si è di fronte ad una pittura che ha in realtà molto in comune con i pittori africani (o di origine africana) che stanno spopolando nell'Arte Contemporanea in questi anni. Solo che i presupposti ideologici fondamentali che supportano questa ondata di pittura qui non ci sono. E' spudoratamente bianco e poco esotico. Non ha subito torti coloniali o razziali (addirittura forse qualche suo avo potrebbe averli perpetrati). Ha davvero ben poco in comune insomma con la "Woke Culture". Ma sa dipingere piuttosto bene e descrive con muscolare energia sia il disagio personale che le ribellioni generazionali.

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In questa sua antologica ci sono circa cento opere tra cui anche diversi disegni in bianco e nero. "The Boxer" (1985) è forse uno dei suoi quadri più memorabili: gli oscuri conflitti interni e le aspre difficoltà della sua vita potrebbero essere concentrati tutti qui. Sublimi riflessi quasi Vangoghiani. I quadri più recenti, come "The Massacre of  the Innocents" (2015), rischiano di diventare un po' didascalici e, in un certo senso, quasi scontati. Ma rimangono comunque assai potenti. E con un singolare afflato da William Blake Heavy Metal Style (di stampo assolutamente Scozzese!). Con un carattere che onestamente non è poi affatto male. Una visita alla mostra vale indubbiamente il viaggio a Edimburgo.

 

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Ad un certo punto tra i suoi estimatori/collezionisti si è palesata Madonna (non la "Vergine Maria" ma la cantante americana). Howson  nei primi anni del secolo fa una serie di ritratti della Ciccone. Piuttosto curiosi in verità, ricordano infatti un po' le donne semi-nude (languide ed aggressive) di Tamara de Lempicka. Forse la conversione religiosa era al momento ancora visivamente contaminata dall'immaginario della caserme....Ma poi perchè negarlo? Almeno con l'occhio di oggi, la Bibbia (soprattutto l'Antico Testamento) è ricca di figure che potrebbero essere immaginate come delle Pop-Star ante litteram.

 

When the Apple Ripens: Peter Howson at 65

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City Art Centre, 2 Market Street, Edimburgo EH1 1DE

fino al 1 Ottobre

 

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