saporetti sabaudia

SAPORETTI DI MARE - SABAUDIA PIANGE IL RE DELLE DUNE, GIULIO SAPORETTI, CHE NEL 1958 ARRIVÒ DA OSTIA PER FONDARE UNO STABILIMENTO SOTTO LA TORRE PAOLA DEL CIRCEO. IN QUESTI ANNI, DA PASOLINI A MALAGÒ, DA TOTTI A MORAVIA, CI SONO PASSATI TUTTI. I FIGLI CONTINUANO LA TRADIZIONE, TRA SURF E FESTE SULLA SPIAGGIA - IL RICORDO DELLA PALOMBA E DI CECCHI GORI

giulio saporetti

 

1. SABAUDIA PIANGE SAPORETTI, IL RE DELLE DUNE

Gabriella Sassone per ''Il Tempo''

 

 «Ho dedicato alla storia di Giulio un capitolo del mio libro "Famiglie d' Italia", pubblicato nel 2003. Era arrivato con la sua famiglia dal Nord, come molti: quella di Saporetti è una storia meravigliosa». Barbara Palombelli, giornalista e conduttrice tv, a Sabaudia e da Saporetti ci ha passato la vita. «E il mio posto del cuore, ci andavo fin da bambina con mio padre, che era coetaneo di Giulio, quando ancora lo stabilimento era minuscolo. Poi con mio marito e i miei figli. Tanto che il mio Giorgio si è sposato lì, 2 anni fa, proprio in riva al mare».

 

Barbara descrive Giulio come «un uomo molo carino, affettuoso ma anche severo con i figli, che sono due splendidi surfisti». Lei e suo marito Francesco Rutelli, oggi presidente dell' Anica, sono dispiaciuti per la scomparsa (seppur a 98 anni) di Giulio Saporetti, pioniere del turismo e fondatore dell' omonimo stabilimento e ristorante di Sabaudia, aperto nel 1958 proprio sotto la Torre Paola.

 

Da lì sono passati tutti ma proprio tutti: politici, Vip, cineasti, produttori, dive e anche l' intellighentia che poi si è spostata a Capalbio. «All' inizio ci incontravi Alberto Lupo che ci veniva dal Circeo, Enzo Bettiza e Laura Laurenzi, Giovannino Russo. Negli anni '80 Claudio Martelli, Bruno Pellegrino, i Carraro e Giovanni Minoli. Ricordo le tavolate stupende che facevano la sera Paolo Giaccio e Roberto D' Agostino», racconta ancora la Palombelli.

 

saporetti sabaudia st bar

La interrompe il marito Rutelli: «Da presidente Anica posso dirti che Giulio e i figli Gino e Claudio, cuochi ma anche surfisti, hanno riproposto lì la California italiana: Saporetti è stata la location più importante per il nostro cinema. La famosa scena di "Amore mio aiutami" con Monica Vitti e Alberto Sordi che la rincorre per prenderla a schiaffoni è stata girata sulla loro spiaggia. Saporetti era amato anche da Pasolini e Bernardo Bertolucci».

 

Poi Rutelli si concede un attimo di romantico amarcord: «E un posto a me caro: ci andavo fin da piccolo con la mia famiglia che aveva casa a Terracina, poi con Barbara incinta di Giorgio: pensa che Giorgio è stato concepito da quelle parti. Anche lui è rimasto legato a quella zona tanto che si è voluto sposare l. Un matrimonio commovente e suggestivo».

saporetti sabaudia

 

Moltissimi i volti noti di casa da Saporetti: Francesco Totti, Luca Barbarossa, Giovanni Malagò che ha casa sulle dune accanto a quella di Roberto D' Agostino e Anna Federici, Monica Bellucci, Carlo Verdone, Claudia Gerini, Enrico Lucherini, passando per Rita Rusic e Valeria Marini, che in epoche diverse svacanzavano nel villone di Vittorio Cecchi Gori.

 

Proprio Vittorione si commuove: «Mi ha chiamato il figlio oggi per darmi la triste notizia. Che peccato! Giulio era un uomo d' altri tempi, come non ne fanno più. Ho frequentato Saporetti fin da ragazzo: ci andavo con mio padre Mario, che nel '61 produsse l il film "A porte chiuse" con la regia di Dino Risi, starring Anita Ekberg. Allora mio padre prese una villa in affitto. Una volta ci incontrai Pasolini. Io adoro quel posto perché il mare è pulito e si può nuotare e la sera ero fisso al ristorante». Insomma, con Giulio cala il sipario su un' era. Vivace e spensierata. Unica.

 

 

2. SAPORETTI, ADDIO SULLE DUNE AL RE DELLO STABILIMENTO VIP

Vittorio Buongiorno Ebe Pierini per il Messaggero

giulio saporetti.

 

L' hanno portato a vedere la sua spiaggia un' ultima volta. Giulio Saporetti, l' inventore dello stabilimento balneare più famoso di Sabaudia se n' è andato a 98 anni, e ieri pomeriggio al termine delle esequie i dipendenti storici si sono avvicinati ai figli, Gino e Claudio, e hanno espresso il desiderio di percorrere il lungomare un' ultima volta con il signor Giulio. Un corteo struggente, dalla Santissima Annunziata, fino ai piedi del promontorio del Circeo. Il carro funebre è stato parcheggiato sotto Torre Paola e a spalla il feretro è stato portato sulla spiaggia, lì, su quel tratto di duna che aveva scoperto nel 1958 e non se n' era mai più andato. Sono stati momenti struggenti.

 

L' ULTIMO SALUTO

«Al funerali c' era un mare di gente - racconta Gino Saporetti - e tutti mi hanno detto la stessa cosa: che con lui, sulla nostra spiaggia, hanno passato le più belle estati della loro vita». Già, perché non c' erano i vip ieri al funerale di Saporetti, e anche i tanti volti noti arrivati per l' ultimo saluto erano lì come amici e affezionati clienti.

giulio saporetti con i figli

Bernardo Bertolucci, il regista a cui Saporetti era più legato, se n' è andato poche settimane fa.

 

Vittorio Cecchi Gori, un altro grande amico, ha saputo la notizia al telefono. In chiesa c' erano il sindaco Giada Gervasi e gli ex sindaci Maurizio Lucci e Mario Tieghi. E poi i dipendenti e i fornitori di tutta una vita.

 

Il funerale è stato celebrato dal parroco dell' Annunziata, un sacerdote siriano che non lo conosceva personalmente, ma di fama sì, «perché era un uomo buono» ha detto durante la messa, un uomo sorridente, un grande lavoratore. Già, era arrivato da Ostia sessanta anni fa giusti giusti, insieme alla moglie. Mare azzurro, il promontorio d' un verde cupo e una lingua di sabbia d' oro. Niente altro. Lui, che era nato ad Ostia e ci sapeva fare, in quell' angolo di paradiso, inventò lo stabilimento che per sei decenni ha attirato il bel mondo della Capitale. Moravia e Pasolini comprarono una villa a un tiro di schioppo. La Magnani passava le estati dall' altra parte del promontorio del Circeo. Tutti si davano appuntamento da Saporetti.

 

gino saporetti

Sono passati gli anni e le facce. Valeria Marini, Martina Stella, perfino Fanny Ardant e poi gli immancabili Francesco Totti e Ilary Blasi, tutti lì su quella spiaggia. «Ci sapeva fare, tra gli ombrelloni e al ristorante» raccontano le persone che hanno lavorato con lui e con lui si sono fatte vecchie: sulla bara ieri hanno posato un foglio di carta con una scritta incomprensibile ai più, Fatte le tue, capo, alludendo alle interminabili partite a carte che Giulio Saporetti intavolava alla fine della giornata con i camerieri e i bagnini.

 

LA COMMOZIONE

claudio saporetti

Lo amavano e ieri l' hanno portato nel suo regno. Sulla spiaggia, a spalla. Poi in tre hanno sollevato la corona di fiori che avevano fatto preparare, una di quelle grandi, e faticosamente si sono incamminati in un silenzio surreale sul molo del canale romano e, arrivati in fondo, hanno preso la rincorsa con le braccia e l' hanno lanciata in mare e allora, dalla battigia è scattato l' applauso. Sono rimasti tutti lì, davanti alla bara del vecchio signor Giulio, a guardare il mare che portava con sé i fiori come in una sorta di funerale da capitano di lungo corso. Poi, con gli occhi lucidi, il corteo scortato dalla protezione civile è ripartito alla volta del cimitero di Sabaudia dove Saporetti è stato tumulato nella tomba di famiglia.

saporetti sabaudia st barsaporetti sabaudiasaporetti sabaudia

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...