ALITALIA, PRESTO CHE E' TARDI - MATTARELLA CHIEDE DI ACCELERARE LA FIRMA DEGLI ACCORDI CON DELTA AIRLINES PRONTA A DIVENTARE PARTNER - I SOCI ITALIANI DELLA CORDATA, FERROVIE E ATLANTIA, HANNO CERCATO INUTILMENTE DI OTTENERE UN MAGGIOR ACCESSO SUL MERCATO NORDAMERICANO (PRINCIPALE FONTE DI RICAVI DI ALITALIA) - BATTISTI, AD DI FERROVIE: “L'INGRESSO IN ALITALIA NON METTERÀ A RISCHIO GLI INVESTIMENTI NEI TRENI PENDOLARI”

-

Condividi questo articolo


1 - ALITALIA, STRETTA FINALE PER IL SALVATAGGIO LA SPINTA DEL COLLE

Fabio Savelli per il “Corriere della sera”

 

sergio mattarella giuseppe conte 1 sergio mattarella giuseppe conte 1

La premessa: nei giorni della vicenda Ilva in cui oltre 15 mila persone rischiano di perdere il lavoro e il conto per il Paese è di almeno 24 miliardi, è cominciata una discreta moral suasion da parte del Quirinale sulla presidenza del Consiglio e sul ministero del Tesoro per trovare rapidamente la quadra su Alitalia. Il delicato momento che riguarda l' impianto di Taranto impone una decisione veloce sulla compagnia visto che i negoziati si trascinano da ormai un anno senza arrivare ad una cordata definitiva dopo sette proroghe.

 

DELTA AIRLINES DELTA AIRLINES

L'accelerazione auspicata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sembra aver avuto effetto sui tavoli tecnici che si susseguono ogni giorno e che coinvolgono ancora Lufthansa (l'ultimo è stato a Francoforte venerdì scorso), sebbene i tedeschi non abbiano ancora espresso la volontà di un investimento nel capitale, necessario per entrare nella newco. Per questo Delta Air Lines risulta si appresti a diventare il partner industriale della cordata per il rilancio del vettore tricolore.

 

ENRICO LAGHI ENRICO LAGHI

La decisione dovrebbe essere ufficializzata questa settimana. Quei 100 milioni di euro messi sul piatto già diversi mesi fa da Delta stanno facendo la differenza rispetto a Lufthansa - la cui offerta si limita a una partnership verso il Nord America -, che ha smentito la possibilità di una proposta alternativa entro il termine del 21 novembre.

 

«La qualità è più importante della velocità», ha detto al Corriere l'ad del gruppo tedesco Carsten Spohr durante una conference call. «Tutti parlano dell' investimento in denaro, ma credo che per Alitalia la cosa più importante sia trovare il giusto partner commerciale». I tedeschi vorrebbero entrare in un'Alitalia già ristrutturata (almeno 5 mila esuberi, una flotta ridotta a 75-80 aerei). Impossibile per il governo.

 

Tra oggi e domani, raccontano diverse fonti, i soci italiani della cordata - Ferrovie dello Stato ed Atlantia - si aspettano un segnale chiaro dai potenziali partner industriali prima di aggiornarsi con i commissari di Alitalia, Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari.

 

DELTA AIRLINES DELTA AIRLINES

Su Delta non ci sono dubbi. Lufthansa avrebbe in teoria ancora un' ultima possibilità per tentare di rientrare - magari cercando una sponda in Atlantia -, ma è alle prese con diversi problemi interni: la competizione con le low cost a Vienna costringerà Austrian (una delle società del gruppo) a mandare a casa 700-800 dipendenti, la divisione a basso costo Eurowings continua a volare in perdita e per risparmiare è stato annullato l' ordine (miliardario) di acquisto di 14 Boeing 777X.

 

Così non rimane che Delta - la compagnia più profittevole del mondo -, data ormai a un passo da Alitalia. Gli americani potrebbero ritoccare al rialzo di 20 milioni il proprio investimento in equity, ma non è esattamente quello che chiedono i soci italiani.

«Delta continua a lavorare con Fs e Atlantia e conferma di voler investire fino a 100 milioni di euro per il 10% di Alitalia», ribadisce via mail un portavoce statunitense.

 

LUFTHANSA LUFTHANSA

Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton ed è la capogruppo degli Aeroporti di Roma, ha avuto oltre tre mesi di incontri con la compagnia Usa cercando di ottenere un maggior accesso sul mercato nordamericano (principale fonte di ricavi di Alitalia) senza spuntare molto. Soprattutto sulla richiesta di considerare il vettore tricolore partner e non «associato» nella prossima joint venture. Ma gli americani devono preoccuparsi degli equilibri europei, cercando di non irritare Air France-Klm (di cui sono soci) e i britannici di Virgin Atlantic.

 

FABIO CERCHIAI FABIO CERCHIAI

Il futuro della compagnia resta legato al dossier sulle concessioni che riguarda Autostrade per l' Italia, altra controllata della holding della famiglia Benetton, alle prese con il rischio della revoca per colpa grave del gestore nella manutenzione della rete di 3 mila chilometri.

 

Qui ci sarebbe la volontà da parte di governo e di Aspi di procedere ad una revisione della concessione che prevederebbe una riduzione delle tariffe sulla falsariga del modello concepito dall' Authority dei Trasporti. Ci sarebbero stati diversi incontri tra Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia, e Giancarlo Guenzi, direttore generale, con il premier Conte. Molto è ancora da costruire ma l' impostazione di revisione degli accordi disciplinati dalla convenzione tra Stato ed Autostrade sembra essere accolta da entrambe le parti ed assicurerebbe la sostenibilità dell' investimento di Atlantia in Alitalia sul lungo termine.

 

2 - BATTISTI "ALITALIA NON METTERÀ A RISCHIO GLI INVESTIMENTI DI FS"

Ettore Livini per “la Repubblica”

gianfranco battisti ferrovie dello stato gianfranco battisti ferrovie dello stato

 

«L' ingresso in Alitalia non metterà a rischio gli investimenti di Fs nei treni pendolari». Gianfranco Battisti, ad delle Ferrovie dello Stato, sta mettendo a punto in queste ore («la partita non è facile») la cordata per rilevare l' ex-compagnia di bandiera. «Tra pochi giorni sceglieremo il partner tra Delta e Lufthansa », anche se è difficile che il piano industriale sia pronto per la scadenza del 21 novembre. «Puntiamo a chiudere nel marzo 2020», spiega, per far partire un piano di sviluppo che porterà il collegamento ferroviario - in alcuni casi con il Frecciarossa - in 10 aeroporti italiani. Grazie anche ai 600 milioni di utili (+8%) attesi nel 2019.

 

A che punto siete con la partita Alitalia?

«Ci siamo impegnati in modo responsabile con Atlantia per un progetto di rilancio. Abbiamo dedicato risorse umane ed economiche per lavorare ad un piano serio e credibile. Nei prossimi giorni riceveremo le offerte finali da parte dei potenziali partner aeronautici».

 

ferrovie dello stato 1 ferrovie dello stato 1

Avete preferenze tra Lufthansa e Delta?

«Valuteremo i piani. Quelli di Delta li conosciamo, ci lavoriamo da un anno. Vedremo l' offerta Lufthansa e sceglieremo la soluzione migliore in maniera laica».

 

Il 21 novembre scadono i termini per la vendita. Sarà pronta l' offerta finale o andremo al l' ottavo rinvio?

«Stiamo lavorando per quell' obiettivo e per avere per tale data chiarezza su chi sarà il socio industriale. I tempi non dipendono solo da noi, sappiamo che non possiamo permetterci ritardi. L' obiettivo è chiudere a marzo 2020 con l' ok di sindacati e antitrust».

 

Alitalia perde 900 mila euro al giorno. Non si rischia a forza di rinvii di creare una sorta di Ilva 2?

«Stiamo facendo il possibile per arrivare a un risultato positivo in tempi stretti. La partita non è facile ma il consorzio a cui stiamo lavorando avrà la massima solidità industriale e finanziaria».

gianfranco battisti gianfranco battisti

 

Nessuno ha mai provato a mettere assieme aerei e treni. Quale è il vostro piano?

«Un progetto infrastrutturale e trasportistico ambizioso: integrare porti, aeroporti e stazioni con benefici per il sistema Italia. L'obiettivo è intercettare una parte significativa dei 140 milioni di nuovi arrivi turistici previsti in Europa al 2030, destagionalizzando l' offerta e ridistribuendo i flussi su destinazioni meno convenzionali. Stiamo inoltre lavorando ad un piano di sinergie di cui beneficeranno tanto Alitalia quanto Ferrovie».

 

La presenza dei Frecciarossa a Fiumicino e Malpensa è oggi solo simbolica...

«A Fiumicino abbiamo portato cinque treni ad alta velocità che collegano Roma con Genova, Pisa, Firenze, Bologna e Venezia. Nell' arco di piano porteremo i collegamenti ferroviari in dieci nuovi aeroporti».

 

trenitalia ritardi stazione termini trenitalia ritardi stazione termini

Alitalia non rischia di drenare risorse destinate ai treni, magari quelli dei pendolari?

«Il progetto Alitalia non metterà certamente a rischio gli investimenti nel trasporto ferroviario. Dal punto di vista finanziario è un investimento che non compromette la sostenibilità. S&P ci ha appena confermato il rating BBB e una valutazione stand alone BBB+, superiore a quella dell' Italia, considerando l' investimento nella compagnia. E i nostri conti vanno molto bene: chiuderemo il 2019 in forte crescita, con circa 600 milioni di utile, in progresso dell' 8% e con un Ebitda in crescita di oltre 100 milioni rispetto allo scorso anno».

 

I renziani l' accusano di aver tagliato gli investimenti. È vero?

«No. Sono cresciuti nel 2019 del 7%, in cinque anni investiremo 58 miliardi di cui un terzo al Sud. Nell' ultimo biennio abbiamo mobilitato 16 miliardi di cui 7,5 nel 2018, due terzi dei quali dopo il mio insediamento. Nel 2019 saliremo a 8,4 miliardi, il 33% in più del 2017. Abbiamo anticipato 2,2 miliardi di spesa per materiale rotabile immettendo in esercizio 240 nuovi treni regionali entro il 2023 anzichè nel 2025 e abbiamo prenotato 89 treni regionali per i pendolari e 14 ad alta velocità in più rispetto ai programmi».

TRENITALIA TRENITALIA

 

L'indagine sull' incidente di Pioltello del 2017 ha fatto emergere importanti rilievi sulla manutenzione di Rfi...

«Tra installazione e acquisto di nuove tecnologie per la sicurezza abbiamo speso nel 2019 4,2 miliardi sulle infrastrutture . La sicurezza è al centro del nostro piano di sviluppo».

I 5 Stelle contestano le vostre performance sulla puntualità.

 

Hanno ragione?

«No. Sulla puntualità abbiamo recuperato rispetto al passato molti punti. Nel 2018 quella reale era al 50%, un dato inaccettabile. Ora facciamo 15 punti meglio sull' alta velocità dove siamo al 70%, 4 punti in più sul regionale, 4,9 su Intercity e 5 su cargo».

La neo-ministra Paola De Micheli era contraria alla fusione Anas-Fs.

 

Cambia qualcosa?

alitalia alitalia

«Stiamo lavorando su integrazione, governance e processi. Abbiamo dato un' accelerazione nel 2019, sbloccando opere per 4,1 miliardi».

 

Quali le sfide del futuro per Fs?

«Dobbiamo adeguarci alle trasformazioni della società, lavorare sulla digitalizzazione così come sul cambiamento climatico, che impatterà sulle nostre infrastrutture.

Adotteremo una strategia di discontinuità come leva di sviluppo ripensando il sistema di connettività e nel rispetto dei principi della sostenibilità».

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY


ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...