luciano benetton fabrizio palermo autostrade per l'italia

ASPI E SPERA – I BENETTON CONTINUANO A TIRARE LA CORDA E DICONO CHE L’OFFERTA DI CDP PER L’88% DI AUTOSTRADE È “INFERIORE ALLE ATTESE” E “NON COERENTE”. L’ENNESIMO PENULTIMATUM LASCIA LA PORTA APERTA A UN’ULTERIORE TRATTATIVA. MA TUTTO DIPENDE ANCHE DAL NUOVO GOVERNO. SALVINI È GIÀ SULLE BARRICATE E I 5 STELLE SI GIOCANO LA FACCIA – INTANTO IL PATRON DEL REAL MADRID E DI “ACS” FLORENTINO PEREZ IERI HA DETTO DI ESSERE INTERESSATO A ENTRARE NEL CAPITALE. SARÀ VERO?

1 – I BENETTON BOCCIANO L'OFFERTA PER LA VENDITA DI AUTOSTRADE

Giuseppe Colombo per www.huffingtonpost.it

 

crollo ponte morandi

Troppo poco per dire sì. Sì alla vendita di Autostrade alla Cassa depositi e prestiti e ai fondi Blackstone e Macquarie.

 

Un sì che avrebbe consegnato al governo Draghi non solo una società con il 51% in mano a Cdp, ma anche un incasso politico e cioè la chiusura di una vicenda aperta dal Conte 1 il 15 agosto 2018, all’indomani del crollo del ponte Morandi a Genova.

 

luciano benetton

E invece i Benetton e gli altri soci di Atlantia (la casa madre di Autostrade) hanno detto no. No all’offerta che metteva sul piatto fino a 7,9 miliardi per acquisire l′88% di Autostrade. Fino a 7,9 miliardi perché dentro ci sono 1,5 miliardi che ballano e che Atlantia rischia di sborsare per pagare i risarcimenti legati alle cause in corso per il crollo del viadotto genovese. E anche per questo che la proposta è stata bocciata.

 

I giochi sono tutt’altro che chiusi. La decisione del consiglio di amministrazione di Atlantia di convocare un’assemblea per spostare al 31 luglio i termini del percorso alternativo, quello della scissione, è un chiaro segnale di apertura alla Cassa depositi e prestiti. Significa che si può trattare ancora sul banco principale, quello dell’offerta diretta. E non è un caso se lo stesso cda di Atlantia ha dato mandato al presidente e all’amministratore delegato di verificare “la possibilità di introdurre i necessari sostanziali miglioramenti dell’offerta”. L’offerta può cambiare solo se si continua a parlare con la controparte e questo avverrà nei prossimi giorni.

giuseppe conte – inaugurazione nuovo ponte di genova 2

 

E il prolungamento della trattativa dice due cose. La prima è che una soluzione ancora non c’è. A due anni e mezzo dalla promessa fatta da Giuseppe Conte a Genova, quella di togliere le Autostrade ai Benetton. Ma anche a sette mesi da quel 14 luglio in cui lo stesso premier, questa volta alla guida del governo giallorosso, annunciò insieme ai 5 stelle che i giochi erano chiusi, con tanto di accordo con gli stessi Benetton. L’operazione industriale, però, era solo sulla carta.

 

fabrizio palermo foto di bacco (3)

La Cassa ha provato a costruirla da luglio ad oggi, affiancata dal ministero dei Trasporti che ha curato l’altra gamba dell’accordo con Atlantia e cioè il nuovo piano economico-finanziario, con dentro tariffe, investimenti e remunerazioni. Ma lo schema di gioco intanto è cambiato e si è passati dall’ingresso di Cdp nel capitale di Autostrade all’offerta. Rompendo il tabù di “mai un euro ai Benetton”. Tre giorni fa, il 23 febbraio, si è arrivata alla presentazione di un’offerta vincolante. Ma Atlantia ha detto no: “Troppo inferiore alle attese”.

 

La contrarietà di Atlantia ai soldi messi sul piatto dal consorzio guidato da Cdp è nell’entità della stessa offerta. La valutazione di Autostrade fatta dalla Cassa e dai fondi è di 9,1 miliardi.

CASELLO

 

C’è anche l’opzione di comprare il 100% della società (nel caso i soci di minoranza che detengono il 12% volessero procedere in questo senso), ma la scelta principale è quella di acquistare l′88 per cento.

 

Quindi i soldi che andrebbero ad Atlantia sarebbero 7,9 miliardi. Ma dentro questi 7,9 miliardi ci sono 1,5 miliardi che gli acquirenti chiedono siano utilizzati per coprire le spese e i risarcimenti legati al processo in corso a Genova per il crollo del ponte e ad altri aspetti relativi sempre alla questione della sicurezza della rete autostradale. In questo modo l’incasso di Atlantia potrebbe scendere fino a 6,4 miliardi. Alcuni soci hanno però in mente ben altro. I fondi Tci e Spinecap ritengono che Autostrade valga tra gli 11 e i 14 miliardi. Le distanze sono rilevanti.

ATLANTIA

 

La trattativa andrà avanti, ma bisognerà capire se il nuovo governo darà indicazioni differenti oppure no. Matteo Salvini è già sulle barricate: “Atlantia e Autostrade: oggi ennesima fumata nera, non si può perdere altro tempo. Ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio, oltre 3.000 assunzioni e 20 miliardi di investimenti fermi. Il nuovo governo deve accelerare e trovare una soluzione utile al Paese, lasciando da parte pregiudizi ed ideologia: bisogna ripartire con manutenzioni, investimenti e assunzioni″. E anche i 5 stelle si giocano una partita fondamentale. Avevano già dato per acquisito “il ritorno delle autostrade agli italiani”. Il no dei Benetton è lì a dire che i giochi sono più che aperti.

ATLANTIA AUTOSTRADE

 

2 – ATLANTIA A CDP: PREZZO BASSO SU ASPI SI RIAPRE IL NEGOZIATO

Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

L'offerta vincolante del consorzio Cdp per acquisire l'88% di Aspi è stata ritenuta «inferiore alle attese» e «non coerente, nei termini sia economici che contrattuali proposti, con l'interesse di Atlantia e dei suoi stakeholder».

 

FABIO CERCHIAI

E' questo il succo della decisione presa ieri dal board della holding quotata riunitosi nella sede di Milano. Il board, se da un lato ha rifiutato la versione attuale della proposta di Cdp, Macquarie e Blackstone ricevuta nella notte di mercoledì scorso, dall'altro ha lasciato comunque la porta aperta a un'ulteriore trattativa, dando mandato al presidente Cerchiai e all'ad Bertazzo di «verificare la possibilità di introdurre i necessari sostanziali miglioramenti dell'offerta del Consorzio», determinando di «riconvocarsi per assumere le proprie valutazioni».

 

Il penultimatum che questa volta Atlantia ha dato a Cdp prevede una radicale rivisitazione degli aspetti economici e contrattuali dell'offerta: il nodo vero è capire se l'importo di 8 miliardi messo sul piatto dal consorzio, a cui togliere circa 1,5 miliardi tra garanzie per danni di Genova e ulteriori contenziosi legali, potrà essere significativamente rivisto.

 

La prima scadenza in calendario è fissata al 16 marzo, data in cui Cdp ha chiesto di ricevere una risposta formale all'offerta binding, ma non si esclude che possa essere prorogata, se necessario.

 

IL VIDEO DI TONINELLI SU BENETTON E AUTOSTRADE

Su questo nuovo scampolo di trattativa peseranno senz' altro le pressioni degli azionisti esteri di Atlantia come Tci e Spinecap che, ancora ieri, con il board in corso hanno fatto sentire la loro voce chiedendo che l'offerta venga rigettata.

 

Sempre sul fronte delle tempistiche, il cda ha reso noto di aver convocato l'assemblea dei soci per il prossimo 29 marzo, con lo scopo di prorogare dal 31 marzo al 31 luglio la scadenza per acquistare il 62,8% di Acc, ovvero del veicolo scisso creato per dare vita alla seconda gamba del processo cosiddetto di dual track.

 

LE AVANCES DI ACS

Lo scopo è quello di dare più tempo al mercato per candidarsi anche al secondo filone della procedura di dismissione di Aspi, che tuttavia Cdp finora ha sempre visto con irritazione.

 

FLORENTINO PEREZ - ACS

Su questo fronte va però registrata l'apertura del patron del Real Madrid e di Acs Florentino Perez che ieri ha affermato di poter essere interessato a stringere una partnership per entrare nel capitale di Aspi. Acs infatti sta per ricevere dalla multinazionale francese Vinci una dote di 5 miliardi di risorse cash, e potrebbe reinvestirne una parte in Aspi, forte del fatto di essere già azionista di Abertis insieme ad Atlantia grazie alla svolta del governo Draghi sfruttata ieri da Salvini, secondo cui l'esecutivo su Aspi «deve accelerare e trovare una soluzione utile al Paese, lasciando da parte pregiudizi e ideologia».

AUTOSTRADE PER L ITALIAliguria code in autostrada

 

GIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAIGIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI

AUTOSTRADE

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…