BPM, NON SERVE NESSUNA GOLDEN POWER - DOPO AVER RISCOSSO IL CONSENSO DI CASTAGNA, CREDIT AGRICOLE HA OTTENUTO, BEN 4 GIORNI PRIMA DEL BLITZ, ANCHE IL VIA LIBERA DEL MINISTRO DANIELE FRANCO - IL SEMAFORO VERDE DEL MEF È STATO OTTENUTO DA AGRICOLE IN CAMBIO DI DARE UN’OCCHIATA AI CONTI DEL MONTE DEI PASCHI. E I FRANCESI VEDRANNO CHE IL FARDELLO SENESE DEL MEF, CON TUTTI REGALI E SPEZZATINI STATALI, ALLA FINE NON È UN CATTIVO AFFARE, ANZI...
giampiero maioli credit agricole
PER IL BANCO BPM SPUNTA ANCHE IL PROGETTO DI AXA
Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”
La mossa del Crédit Agricole su Banco Bpm che, con una quota del 9,2%, a sorpresa è diventato il primo azionista dell'ex popolare guidata da Giuseppe Castagna, potrebbe avere più di una chiave di lettura. Il giorno dopo il blitz francese la maggioranza degli analisti scommetteva sulle nozze, anche se c'era incertezza sui tempi.
Una lettura che ha subito spinto il titolo Bpm (+10,2% a 3,015 euro venerdì). Ieri la corsa si è fermata: dopo aver segnato anche -4,8%, le azioni Bpm hanno chiuso in calo dell'1,96% a 2,956 euro.
Ma è spuntato un nuovo player. Agricole punterebbe davvero a «consolidare la relazione strategica e di lungo termine» con Bpm, come ha spiegato la banca transalpina, a cominciare da quella nel credito al consumo con Agos, da allargare in altre aree come risparmio e polizze.
Però a far scattare l'incursione nel capitale, con un investimento tra i 400 e i 500 milioni, muovendo direttamente da Parigi attraverso la capogruppo, sarebbe stata la discesa in campo di Axa, interessata a comprare una quota di maggioranza del business assicurativo di Banco Bpm, valutato circa 1,5 miliardi, una volta che, scadute le attuali partnership con Cattolica e Covea, la banca di Castagna avrà rilevato le quote nelle joint venture sulle polizze. Secondo Bloomberg la trattativa sarebbe in fase preliminare e l'intervento dell'Agricole potrebbe ora scoraggiare Axa.
Dopo questo primo step, nel tempo l'Agricole potrebbe però decidere di crescere ancora, diventando il secondo polo bancario del Paese, con una forte presa nel tessuto imprenditoriale più ricco del Paese: Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.
Sembra invece tramontata l'ipotesi di un ritorno in campo di Unicredit, dopo che la banca guidata da Andrea Orcel lo scorso febbraio ha abbandonato l'Opa su Bpm, in seguito alla fuga di notizie che, facendo volare il titolo della banca milanese, ha reso troppo costosa l'operazione.
Il no di Orcel al Montepaschi Mps - si dice - ha irritato non poco il Tesoro, primo azionista della banca senese con il 64%. Rispetto ad allora in Borsa, i valori sono molto diversi: il titolo Bpm ieri valeva 2,956 euro rispetto ai 3,234 euro del 10 febbraio, cioè il giorno prima della fuga di notizie; Unicredit ieri quotava 9,71 euro dai 15,85 del 10 febbraio per l'incertezze sui costi dell'uscita dalla Russia.
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