alberto minali

CATTOLICA DI NOME MA NON DI FATTO - IN UN CDA DRAMMATICO, POCHI MINUTI FA CATTOLICA ASSICURAZIONI HA REVOCATO LE DELEGHE ALL'AD ALBERTO MINALI, REO DI NON FARSI ASSOCIARE A SCELTE, PROPOSTE DAL PRESIDENTE PAOLO BEDONI, CHE CONSIDERA LESIVE DEGLI INTERESSI DELLA COMPAGNIA. MA MINALI RESTA IN CONSIGLIO, E LA BATTAGLIA È SOLO ALL’INIZIO…

alberto minali

DAGONEWS

Cattolica di nome ma non di fatto. In un cda drammatico, pochi minuti fa Cattolica Assicurazioni, ha revocato le deleghe all'Ad Alberto Minali, reo di non associarsi a scelte, proposte dal presidente Paolo Bedoni, che considera lesive degli interessi della compagnia. 

 

Minali era arrivato tre anni fa con l’idea di risanare e rianimare la società assicurativa veronese che era esangue. C’è riuscito, tanto che un asso della finanza mondiale come Warren Buffett è diventato azionista con il 9%. Ma per farlo ha rotto molte uova nel paniere, considerato che con la scusa di essere una società cooperativa sono molti i grandi e piccoli gruppi d’interessi locali contro cui Minali si è battuto. 

CATTOLICA ASSICURAZIONE

 

Solo che essere uomo di mercato e di business non gli è stato perdonato. Ma Minali resta in consiglio, e la battaglia è solo all’inizio

 

 

 

 

CATTOLICA ASSICURAZIONI: REVOCATE LE DELEGHE ALL’AD ALBERTO MINALI

di Luca Davi https://www.ilsole24ore.com/art/cattolica-assicurazioni-revocate-deleghe-ad-alberto-minali-ACINdtv

 

 

ASSICURAZIONI CATTOLICA

Un cda straordinario di Cattolica Assicurazioni ha revocato le deleghe all'amministratore delegato, Alberto Minali, e le ha assegnate al direttore generale Carlo Ferraresi. È quanto apprende Radiocor. Alberto Minali è amministratore delegato del gruppo Cattolica Assicurazioni dal 1° giugno 2017. Alla base della decisione del board ci sarebbero essenzialmente divergenze con Minali sulla visione strategica e sull'organizzazione societaria, mentre ci sarebbe soddisfazione sui risultati finanziari raggiunti dal manager.

 

Minali e Bedoni

La mossa nei confronti di Minali, che è stato così di fatto sfiduciato dal board (dove rimarrà in carica con il ruolo di consigliere), arriva a valle di una lungo braccio di ferro con il presidente Paolo Bedoni. Uno scontro che ha avuto come oggetto del contendere, tra le altre cose, in particolare la visione sulla forma societaria della società e su una sua trasformazione in Spa: di fatto, con questa operazione, il board di Cattolica ribadisce con forza la natura cooperativa del gruppo e spazza via in un colpo le ipotesi di un possibile passaggio alla Spa.

 

bedoni

Il Cda della compagnia in una nota fa sapere di aver «constatato e preso atto che si è progressivamente verificata una divergenza di visione» con l’ad per quanto riguarda l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato, con la conseguenza di una non fluida, distesa e positiva posizione dell’amministratore delegato verso il Cda e una non sufficiente sintonia e organicità nelle rispettive competenze».

 

In particolare da ambienti vicini ai soci si rileva come Cattolica abbia realizzato negli ultimi anni importanti progressi nell'organizzazione societaria, adottando peraltro la governance monistica e accogliendo tra i soci Warren Buffett, entrato con oltre il 9% del capitale nell’ottobre 2017 rilevando la quota residua della Banca Popolare di Vicenza in liquidazione). Una notizia che, nelle settimana successive, aveva messo le ali al titolo, protagonista di un vero e proprio rally in Borsa.

warren buffett e astrid menks

 

L'ingresso di Buffett si è quindi rivelato un affare anche per gli altri soci, a partire da Fondazione Cariverona che aveva in precedenza rafforzato la propria posizione nel capitale della compagnia, anche in questo caso rilevando parte della partecipazione in mano alla Popolare di Vicenza.

 

Nell'aprile del 2018, poi l'assemblea di Cattolica ha accantonato il progetto di trasformazione in società per azioni. «Ho la presunzione di dire - aveva notato Minali in quell'occasione - che Cattolica, se si trasformasse in spa, essendo una compagnia attrattiva potrebbe diventare preda di altre realtà. Prendersi questo rischio sarebbe stato stupido».

Paolo Bedoni

 

Dal punto di vista commerciale, d'altra parte, l'operazione più rilevante della gestione Minali è probabilmente l'accordo globale di partnership con Banco Bpm, mentre in questi giorni la compagnia è in corsa per il rinnovo della bancassurance di casa Ubi. Neanche due settimane fa il manager, parlando a margine di un evento, aveva invece confermato i target al 2020 della compagnia veronese.

 

l economista warren buffett

La decisione del board di Cattolica di ritirare le deleghe all'amministratore delegato Alberto Minali è «inaspettata». Lo riferiscono in serata a Radiocor fonti vicine ai vertici della Fondazione socia del gruppo assicurativo con il 3,4%. L'ente scaligero «attende di conoscere tutti gli elementi e le motivazioni alla base della decisione».

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...